Guidonia - Rifiuti 3 giorni in strada a Colle Fiorito, «differenziati male» e pochi siti di conferimento

GUIDONIA – Quartiere di Colle Fiorito, rifiuti lasciati in strada da martedì 3 gennaio. Stamattina l’azienda che gestisce il servizio di igiene urbana è intervenuta dopo plurime sollecitazioni con la rimozione.  Un reset come si dice nell’ambiente degli operatori ecologici. Alla domanda quale fosse stato il problema, la Tekneko fa sapere che, di norma, non si «rispetta il regolamento e la gente non differenzia nel modo corretto». Ad esempio, la componente organica, va trattata con attenzione. Altrimenti diventa quasi impossibile assimilarla nell’impianto di Tekeno-Aciam di Aielli (Abruzzo), dove per contratto il Comune di Guidonia Montecelio conferisce le circa 10mila tonnellate di umido domestico prodotte ogni anno dalle proprie utenze. Non è questione di lana caprina, dal trattamento della frazione organa esce compost di qualità, il cui riutilizzo in agricoltura chiude il ciclo del rifiuto e l’economia circolare. C’è poi il caso della componente «indifferenziata» del rifiuto domestico, i cui siti di lavorazione per il riutilizzo e lo smaltimento finale – vale anche per Guidonia Montecelio – sono al collasso nel Lazio.

Non è un problema solo romano, tutti i comuni della provincia di Roma  affrontano difficoltà di conferimento dopo la distruzione dei due Tmb romani (Malagrotta 2 e Salario) che ha sovraccaricato gli impianti di Aprilia, Viterbo e il tritovagliatore di Rocca Cencia. L’impiantistica del Lazio, in questi anni al servizio (anche) di Guidonia Montecelio) è tutta lì, se si escludono le discariche di Albano e Roccasecca chiuse o al collasso. Non c’è altro. Anzi no. C’è il Tmb dell’Inviolata, sede: la terza città del Lazio. L’impianto che fa un’ultima differenziazione della componente «indifferenziata» da avviare al recupero o allo smaltimento nelle discariche di inerti, lunedì 9 gennaio potrebbe aprire i battenti al servizio esclusivo di Roma Capitale. Quasi una beffa per chi, a Guidonia Montecelio, rischia con sempre maggiore frequenza di ritrovarsi i rifiuti sotto casa, causa: la carenza di impianti di trattamento. La «monnezza» non basta differenziarla, raccoglierla e trasportarla: da qualche parte  va smaltita.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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