Zaccaria Mari e il museo Lanciani: sono io il direttore ad interim. Quando le notizie arrivano a domicilio
GUIDONIA – Zaccaria Mari, funzionario della Soprintentendenza, scrive a questo Blog di «essere rimasto molto sorpreso nel leggere, nel Suo articolo intitolato “Servizi culturali al palo, Museo senza direttore e Teatro chiuso. L’Imperiale ancora a rischio flop” del 4 ottobre scorso, una serie di gravi imprecisioni ed errori relativi alla situazione del Museo Lanciani, ai quali La prego di voler rimediare». Benissimo, con molto piacere.
Rileva Mari: «Il Museo non è affatto senza Direttore scientifico. Lei dovrebbe sapere, infatti, che, su richiesta dell’amministrazione, la Direzione scientifica è assunta ad interim dal 5 giugno 2018 dalla Soprintendenza». In realtà no: non lo so. Penso che nessuno lo sappia. Dal momento che la gestione del museo Lanciani è diretta competenza del Comune di Guidonia Montecelio, che nella circostanza, attraverso un atto pubblico anche temporaneo, ha evidentemente omesso l’affidamento o, come sembra essere prassi, la comunicazione di esso. Stranezze in tempi di trasparenza a 5Stelle.
Mari scrive di esercitare la funzione per conto della Soprintendenza e ad interim a titolo gratuito, «con l’obiettivo primario di realizzare un nuovo allestimento e potenziamento delle collezioni archeologiche». Inoltre la «programmazione delle attività non è affatto, come Lei impropriamente scrive, “al palo”, poiché sono stati organizzati, dalla Soprintendenza e dalla Sezione Archeologica Cornicolana con il concorso del Comune, numerosi eventi (conferenze, convegni, incontri, mostre) oltre ad aperture straordinarie e visite guidate...». Appunto: circostanze straordinarie, quest’ultimo termine descrive perfettamente la provvisorietà del caso, in mancanza di figura, quella del direttore scientifico, che l’amministrazione sta infatti cercando con un bando pubblico i cui esisti sono, ahimé incerti. Mari invia inoltre un elenco di iniziative e conferenze, organizzate sporadicamente all’interno del museo, sotto la direzione della stessa Soprintendenza. Nella sua piena autonomia, ci mancherebbe. Resta il fatto che il museo civico si trova all’interno di una struttura, il San Michele Arcangelo, la cui ristrutturazione è costata oltre 6milioni e mezzo di euro guidoniani. Per questo sarebbe cosa onesta, se non pretesa bella e buona, aspettarsi dall’amministrazione una programmazione non solo culturale finalizzata alla salvaguardia dell’investimento. Con il rispetto dovuto ai burocrati, siano essi della Soprintendenza o meno, le scelte e gli indirizzi spetterebbero al Comune. Da attuare attraverso una figura come il direttore scientifico, non a caso decretata dal sindaco. Peccato non ci siano stati né le scelte né gli indirizzi, e per il direttore l’attesa è infinita. Al netto di iniziative sporadiche organizzate per fini sui quali è meglio continuare a non esprimersi, l’attività del museo resta ferma al palo, delegata a una eccezionalità fuori da ogni logica. Forse Mari non lo sa: il Lanciani è chiuso.