Riceviamo da Giovanna Ammaturo – 

L’INCIUCIO è l’espressione partenopea che indica lo spettegolio a bassa voce, ma nel gergale del giornalismo politico indica un accordo tra fazioni avversarie che attuano, con mezzi poco leciti, una logica di spartizione del potere. Senza arrivare a Massimo D’Alema che lo sdoganò, e indietro fino a Camillo di Cavour, è sufficiente Michel Barbet, sindaco M5S di Guidonia Montecelio. Il primo cittadino eletto con 200 euro per la campagna elettorale, come ha sottoscritto, e che in 3 anni si è mangiato tutto. Ha dilapidato 11 assessori andati via, 4 consiglieri passati alla opposizione, 5 dimissionari ed oggi fa appello alla responsabilità degli altri.

Abbiamo declinato l’invito non certo perché non abbiamo a cuore la città, e la risoluzione dei problemi, ma perché ci dividono troppe enciclopedie, una visione più ottimistica e non certo giustizialista del bene comune, dei valori reali ed etici oltre al rispetto autentico verso tutti i cittadini. I profittatori, come gli usurai, sono sempre presenti e Barbet ha certamente già vicino chi è pronto a sorreggerlo. Gli accordi definiti di basso livello, stretti tra i vertici romani, nazionali e regionali dei due partiti M5S e Pd sopra le teste dei guidoniani, hanno il solo scopo della spartizione del potere, oltre a rappresentare il terrore che hanno di perdere le elezioni nella seconda città d’Italia non capoluogo di provincia. Nicola Zingaretti è stato chiaro sull’ipotesi di inciucio e da mesi ha lanciato appelli sulla necessità delle alleanze con i 5Stelle. È evidente che la democrazia, il governo esercitato dal popolo tramite gli eletti liberamente, è da anni cosa astratta nel Paese. La paura e la carezzevole ebbrezza del potere è tanto più forte da far camminare anche sulle croci elettorali e le premesse a Guidonia già ci sono.

Il deputato del Collegio è rimasto Sebastiano Cubeddu del M5S, perché in Giunta delle elezioni visti i 250 voti elettorali recuperati dall’avversaria sulle cinquemila schede bianche e nulle, ne bastavano 120, impossibilitati a ricontare le schede valide, perché ammalorate dall’acqua, si è deciso di validare comunque la vittoria del M5S. Alla faccia della democrazia è la seconda volta che le schede vanno in giro. Anche nel 2003 furono rintracciate 52000 schede elettorali in un convento, ed i costi ed il tempo necessario per rintracciare i colpevoli divennero materia per la Procura. C’è paura, terrore di perdere la poltrona, i soldi, il prestigio mai conosciuti prima, la ratio di affari e conoscenze. Perché perderli allora? Andrà bene anche il do ut des richiesto dai comunisti che come «usurai», nei prossimi anni, faranno pagare a Barbet gli interessi sulla sua incapacità di governare. Michel Barbet sbatte la porta in faccia agli elettori, dopo le mancate promesse elettorali e dopo la festa della sua proclamazione scambiata per un’incoronazione. Chi vivrà, vedrà, nel frattempo si gusta l’uovo e all’elettorato pollo, che oggi vede il proprio voto gettato nel fango, ci sarà tempo per dare spiegazioni.

L’onestà da operetta di Barbet e del M5S si è unita alla fifa del Pd di andare alle elezioni già a settembre, se il sindaco fosse dimesso entro fine luglio. Il panico di Zingaretti di andare alle elezioni e perdere contro il centrodestra, è un incubo maggiore delle mascherine pagate ma mai arrivate, quanto dei consiglieri locali di sottoporsi al giudizio degli elettori. Ora arriverà un nuovo vicesindaco con delega alle Finanze, un nuovo presidente del consiglio comunale, nuovi assessori all’Ambiente, al Sociale e ai Lavori pubblici. E una ciliegina anche la delega per la Ryder Cup. Ovviamente il tutto sarà novellato per il nuovo che supera gli steccati ideologici, per responsabilità, per il Covid -19 e la durata istituzionale del mandato. Certo che il Pd che cura il golf più della sovranità del popolo farà rivoltare nelle tombe Enrico Berlinguer e Palmiro Togliatti oltre agli elettori. Ma perché esistono ancora gli elettori?

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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