GUIDONIA – Che stramba trasparenza è quella esercitata dall’amministrazione 5Stelle al governo della città, secondo la quale è indispensabile rendere pubblici i costi di qualche rotolo di carta igienica (acquistato all’asta del mercato elettronico della pubblica amministrazione) ma non i dati analitici (né complessivi) dei ricchi stipendi che l’Ente paga alla propria dirigenza, tra indennità di funzione e risultato. Da oltre un anno, e in nome di una presunta privacy, i numeri patrimoniali (e reddituali) delle figure apicali del Comune di Guidonia Montecelio sono scomparsi dal Web. Vietata la pubblicazione (inoltre) delle spese di viaggio per servizi e missioni. Lontani i tempi in cui la polemica politica si rinfocolava sugli alberghi a 5stelle selezionati dai dirigenti per alloggiare nelle trasferte. Al timone c’era Eligio Rubeis e tutto era pubblico, così le migliaia di euro impegnati e liquidati (alla luce del sole) dai conti pubblici facevano discutere. Oggi è la parola omertà a caratterizzare la nuova fase. In nome di una presunta privacy invocata su presunte direttive dell’Anac (autorità nazionale anticorruzione), arbitrariamente (sommariamente) recepite da Palazzo Guidoni.

Cronaca di una vicenda grottesca

Sul portale istituzionale dell’Ente (alla voce amministrazione trasparente) il numero e l’anno del provvedimento di Raffaele Cantone – il 382 del 12 aprile del 2017– viene richiamato pedissequamente da Annalisa Puopolo a giustificazione del corretto agire, a discolpa delle omissioni (leggi tabella). Peccato che quell’atto veniva superato appena una settimana dopo la sua emanazione dallo stesso capo dell’anticorruzione nella distrazione generale (guarda un po’) della dirigenza guidoniana. In primis proprio della Puopolo, il segretario generale responsabile locale dell’anticorruzione. Con comunicato del 19 maggio 2017 infatti, Cantone chiariva l’obbligo di pubblicazione dei redditi (e dei patrimoni) delle figure verticistiche all’interno della pubblica amministrazione con la sola eccezione, semmai, dei dirigenti apicali di scelta (e nomina) politica: i segretari generali. Dunque: il Comune di Guidonia Montecelio è inadempiente, da oltre un anno sottrae, in violazione delle leggi, informazioni di fondamentale importanza per il buon andamento della cosa pubblica e nel silenzio generale.  Una questione di cui dovrebbe essere informato in primo luogo il Prefetto di Roma.

La intricata querelle che ha generato la omissione

La comunicazione Anac, presa a pretesto per sfuggire colpevolmente al principio sulla trasparenza nella pubblica amministrazione,  è la 382 del 12 aprile del 2017. Essa s’inseriva un un’intricata querelle giuridica che stava, in quel momento, interessando autorità giurisdizionale, garante della privacy e, appunto, Anac. La tematica aveva avuto origine dagli obblighi di trasparenza di cui al comma 1 dell’articolo 14 del Dlgs 33 del 2013, riguardanti i dati patrimoniali e reddituali dei dirigenti.  Tali obblighi però, venivano contestati da taluni dirigenti (nello specifico, da alcuni dirigenti operanti presso il garante della privacy), che si erano rivolti al giudice amministrativo (Tar del Lazio) per contestarne la costituzionalità e la compatibilità rispetto al diritto comunitario. I giudici amministrativi, prima in forma cautelare (Tar Lazio, sez. I-quater, ordinanza  1030 del 2 marzo 2017), e dopo in forma definitiva (il 2 aprile 2017), avevano bloccato la pubblicazione di quei dati. 

Linee guida di Anac estrapolate dal portale di Anac

In quella situazione di incertezza l’Anac era intervenuta con la propria determinazione dell’8 marzo 2017, la 241, per ribadire la vigenza dell’obbligo di pubblicazione. Tuttavia, anche tale interpretazione di Anac veniva contestata da taluni dirigenti (con ricorso del 7 aprile), in relazione alle specifiche interpretazioni che ne avevano dato, con propri documenti, la Presidenza del consiglio di ministri, il ministero dell’Istruzione, università e ricerca, il ministero della Salute e il ministero della Giustizia, relative alla richiesta di adempimento degli obblighi in parola.  Il consiglio dell’Anac, successivamente, con la delibera del 12 aprile 2017, la 382, anche tenendo presenti i profili di responsabilità che la diffusione di dati, eventualmente illegittima, potesse produrre, era nuovamente intervenuta sulla questione dell’applicazione dell’articolo 14 del Dlgs n. 33 del 2013, sospendendo l’efficacia della delibera n. 241/2017, limitatamente alle indicazioni relative all’applicazione dell’articolo 14. Precisava tuttavia, come tale interpretazione riguardasse, specificatamente, il solo comma 1, lett. c) ed f) del Dlgs 33/2013.  La decisione citata aveva quindi prodotto la sospensione “parziale” (per le sole figure di nomina politica) delle Linee guida sugli obblighi di pubblicazione dei dirigenti pubblici (relativamente a compensi, spese per viaggi di servizio, situazione patrimoniale e reddituale) in modo esteso a tutte le Pubbliche amministrazioni. In sostanza, la comunicazione riaffermava l’obbligo di pubblicità.

Il comunicato Anac del 19 maggio 2017
Con il comunicato pubblicato sul sito il 19 maggio 2017, l’Anac aveva cercato di riaffermare almeno una parte dell’obbligo di pubblicazione. In particolare, l’autorità aveva voluto riaffermare che la questione sui dubbi di pubblicabilità non riguardava l’intero articolo 14, ma solo il comma 1 e, unicamente, quanto disposto nelle lett. c) ed f). Di conseguenza, non sussistevano profili di cautela giuridica in ordine a quanto previsto dal comma 1, ter, per cui la doverosità della pubblicità degli emolumenti complessivi a carico della finanza pubblica percepiti dai dirigenti continuava, secondo Anac, a sussistere. Tranne che a Guidonia.

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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