Setteville, «ghettizzati» e discriminati a scuola, bambini della materna esclusi dalla recita di Natale
GUIDONIA – Genitori costretti a indossare i panni di Babbo Natale per compensare la totale esclusione dei loro figli dalla attività extra-scolastica che in questo periodo porta in classe canti e recite sulla nascita di Gesù Bambino: rimasti chiusi in aula, «ghettizzati» mente i piccoli compagni partecipavano al teatrino organizzato dalle maestre e dalla dirigenza. È la situazione denunciata da una mamma la cui figlia frequenta la classe comunale della materna alla Giuseppe Garibaldi di via Todini a Setteville. Diciotto ragazzini sotto i 6 anni che per la preside non avrebbero gli stessi diritti degli altri alunni iscritti alla «sua» materna statale. E che stamattina in pieno clima natalizio non hanno potuto partecipare alla festa intonando Jingle Bell e mettendo in scena la classica recita col supporto di attori e animatori chiamati per l’occasione. Gli esclusi sono rimasti in classe con una mamma che si è improvvisata Babbo Natale e distribuito caramelle per mascherare l’emarginazione subita. Nell’aula, che è anche fisicamente divisa dal resto della scuola, con la porta rimasta chiusa come da disposizioni. Spiega la mamma: «Quest’anno la dirigente scolastica ha sistemato 18 bambini tra cui mia figlia in uno spazio dotato di bagno interno per tenerne le attività separate dal resto del plesso che è statale e ricade sotto la sua diretta competenza. Così la materna Collodi, che è invece comunale e dipende da altro istituto comprensivo, viene nei fatti discriminata anche se a farne le spese sono bambini piccoli».
Per i genitori questo stato di cose sarebbe il risultato della forte contrapposizione in atto tra la dirigente scolastica Maddalena Cioci e l’assessore alla Istruzione Elisa Strani del movimento 5Stelle. Una «guerra» passata per il pasto da casa con l’allontanamento degli alunni non iscritti al tempo pieno dal refettorio, adesso sconfinata nella recita natalizia. Una divergenza «legale» tra le due signore, entrambe avvocato, consumata a suon di cavilli, circolari, interpretazioni di leggi e sentenze, nelle cui maglie sono rimasti imbrigliati i bambini. La dirigente è insomma portata a definire le sue competenze senza deroga alcuna da quelle del Comune di Guidonia Montecelio, istituzione che 40 anni fa ha collocato la classe della Collodi in altro plesso estraneo. Così oggi i 18 ragazzini sono rimasti fuori dal consueto teatro natalizio, tra lacrime, singhiozzi e tanta delusione. Anche se il dovere di un preside di garantire l’uguaglianza e la parità di trattamento a tutti i bambini dovrebbe prevalere sulle beghe di carattere burocratico. Per difendere i figli da «comportamenti discriminatori» le mamme hanno quindi scritto all’avvocato Cioci una lettera pubblicata qui. In attesa che l’assessoressa batta un colpo. Prima che avvocati, dirigenti, politici e amministratori le due sono pur sempre donne, il senso della missiva, e sono madri. Insomma, il richiamo è al buon senso.