GUIDONIA –  Oltre la forma, richiamando la legge, il dirigente all’Ambiente di allora Paola Piseddu, nelle carte amministrative, entrava nel merito delle scelte operate dal Comune di Guidonia Montecelio, certificando che il taglio della Pinetina venne deciso per consentire la sostituzione degli esemplari, quindi la ripiantumazione come la norma prevede. A farlo doveva essere Avr Spa secondo le indicazioni dell’assessore all’Ambiente dell’epoca Tiziana Guida, rimasta subito folgorata dall’impresa di trattamento dei rifiuti, di cui all’indomani di un sopralluogo nella sede di via degli Abeti, aveva detto: «Devo riconoscere che è un’azienda all’avanguardia». Ed era stata proprio Guida, il 3 ottobre del 2018, a sollecitare al dirigente la nota per Avr con la quale «richiedere le tempistiche del programma di ripiantumazione nel quadro degli accordi relativi i benefit ambientali». Anche dopo le dimissioni di Guida dall’incarico di giunta il «cronoprogramma» dei 5Stelle sulle piantumazioni di Avr trovava largo seguito. Trecentosettanta nuovi esemplari da mettere a dimora nei prossimi 4 anni, annunciava il sindaco Michel Barbet in un comunicato stampa di qualche mese fa.  I primi 50 subito. Già giovedì 21 novembre (2019) – diceva – saranno piantumati in occasione della Giornata nazionale dell’albero di Legambiente e andranno al parco di Valle Pilella a Villanova La Botte.

Ora della Avr, e specificatamente dei metodi che avrebbe messo in campo per trattare con le amministrazioni pubbliche, si occupano le cronache nazionali. Per adesso i guai giudiziari sono a Reggio Calabria, da oggi però Avr è sotto sequestro per ‘ndrangheta e in amministrazione giudiziaria insieme alle sue controllate e a ditte ad essa collegate. La holding si occupa della raccolta rifiuti in Calabria e in altre sei regioni italiane, tra cui il Lazio con uno stabilimento a via degli Abeti a Guidonia Montecelio, Comune per cui la Spa effettua anche il servizio di recupero del rifiuto derivato dallo spazzamento delle strade.

Le indagini che hanno portato ai provvedimenti di sequestro dell’intero patrimonio della holding travolgono 13 persone, tutte indagate a piede libero, fra cui il presidente del cda della società Claudio Nardecchia, il responsabile della sede reggina Enzo Romeo e la funzionaria Veronica Gatto, più diversi politici e amministratori della Regione Calabria. Sede legale a Roma, beni immobiliari e conti correnti sono stati sequestrati per mano dei carabinieri di Reggio Calabria, all’esito dell’indagine condotta dalla procura antimafia. Secondo le accuse,  la società non avrebbe esitato a scendere a patti con imprenditori vicini ai clan come con la politica, che spesso avrebbe imposto alla società assunzioni e scatti di carriera per dipendenti selezionati, in futuro utili per acquisire voti e consensi, ma anche richiesto sponsorizzazioni ed altro.

 

 

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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