Selfie e regolamenti inutili, l’assemblea guidoniana convocata (ancora) sulla fuffa prodotta dalle commissioni 5Stelle
GUIDONIA – Sono due i regolamenti inutili che arrivano venerdì (29 giugno) all’attenzione dell’aula. Eppure la loro stesura ha assorbito ore di lavoro (anch’esse inutili) delle commissioni pertinenti e riconosciuto gettoni di presenza (soldi inutilmente spesi dai contribuenti) ai consiglieri comunali.
L’indirizzo dell’assemblea (nella formula dei regolamenti) su lodopatia e unioni civili non produce infatti alcun effetto sul piano amministrativo (e quindi nessuna efficacia giuridica), ma seda solo la necessità di qualche proponente 5Stelle di un giusto ritorno mediatico. Un tempo si chiamava propaganda, viaggiava in cinemascope sul grande schermo o sulle reti tv del Cavaliere, oggi passa attraverso qualche selfie sui social network. È il caso del regolamento sulla ludopatia e il gioco d’azzardo. Il fine (unico) del provvedimento è quello di un giro di vite sugli orari di apertura e chiusura delle sale slot, al netto del fiume (pubblico) di parole arrivate dai consiglieri pentastellati Matteo Castorino e Claudio Caruso, “basta gente che si rovina col gioco d’azzardo”, come non essere d’accordo sul piano etico.
I due da mesi sono impegnati a calcare le orme, altrettanto inutili, dell’assemblea capitolina – stesso colore politico – sulla necessità di un regolamento che è però aria fritta. Sarebbe infatti bastata una ordinanza sindacale contingibile e urgente a rendere attuabili gli intenti (a maggior ragione inutili se proposti sotto forma di regolamento) dell’assemblea. Un atto monocratico del capo della amministrazione Michel Barbet sarà comunque necessario al fine di limitare gli orari negli esercizi commerciali in questione. Insomma, a “regolamentare” la materia ci sono già le leggi dello stato. In particolare il decreto legislativo 267 del 2000 che, all’articolo 3 comma 2 e successive modificazioni, dà al sindaco ampia potestà di intervento in esecuzione di un semplice deliberato dell’assemblea, non certamente di un regolamento di per sé inefficace (inutile) su un piano giuridico. Nel comune di Monterotondo (a guida Pd), dove storicamente si fanno pochi selfie e molti fatti, è stato così. Su disposizione di un atto d’indirizzo (semplice delibera) del consiglio comunale, il sindaco facente funzione Tonino Lupi ha stabilito già dal 3 giugno scorso una stretta sul gioco d’azzardo, senza lazzi e troppi mazzi. Attraverso una semplice ordinanza che disciplina gli orari di accesso degli utenti agli apparecchi da gioco. Secondo quanto stabilito dalle nuove disposizioni, non solo le slot ma anche le agenzie di scommesse su competizioni ippiche, sportive e su altri eventi, sono accessibili tutti i giorni dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 23:00. Ci voleva tanto?
Stesso vale per l’inutile regolamento sulle unione civili. C’è una legge dello stato (del 2017) che già prevede la istituzione di un registro per la iscrizione delle coppie di fatto, siano esse etero o omosessuali. Un fatto amministrativamente rilevante che produce effetti indipendentemente dai voleri dell’aula consiliare, per nulla competente in materia. Non c’è alcun atto della assemblea che possa insomma aggiungere o modificare questo stato di cose, né che possa introdurre forzature normative. Il resto è fuffa grillina. Se non materia per la Corte dei Conti su come le commissioni consiliari svolgano le funzioni veramente deputate loro dalla legge, a fronte di ricchi gettoni di presenza corrisposti ai consiglieri.