GUIDONIA – Le 34 tonnellate di rifiuto organico stoccate nel centro di trasferenza di Tekneko di via Lago dei Tartari sono «una vera emergenza sanitaria» mentre il Comune è assente. Per tale ragione la raccolta porta a porta non potrà riprendere domani, né dopo, se prima non verranno adottate soluzioni d’urgenza per smaltire il materiale rimasto «parcheggiato» sui camion, dopo il sequestro per traffico illegale di rifiuti dell’impianto di Pontinia,  dove l’amministrazione guidoniana da febbraio 2019 conferisce la frazione umida. Una questione spinosa, della quale in queste ore è informato anche il prefetto di Roma Gerarda Pantalone. Destinatario, assieme al sindaco 5Stelle Michel Barbet, all’assessore fantasma (all’Ambiente) Manuela Bergamo, al dirigente responsabile di settore Rocco Olivadese, di una nota protocollata stamane dalla società avezzanese che gestisce attualmente il solo servizio di raccolta dell’umido. È l’ultima di una serie di comunicazioni ufficiali con cui Tekneko aveva, negli ultimi giorni, allertato gli uffici sulla gravità della situazione.

Tra disservizi, raccolta eseguita a macchia di leopardo, lo stop nell’ultima settimana, la vicenda tiene banco dal 13 giugno, giorno del sequestro del centro in provincia di Latina di proprietà della Demetra Srl. Una società della famiglia Ugolini alla quale, nel febbraio scorso, il Comune di Guidonia Montecelio aveva affidato in via temporanea il servizio di smaltimento dell’organico, in attesa dell’esito dell’ennesima gara d’appalto, andata purtroppo ancora deserta a maggio 2019. Da quei fatti si deve ripartire per chiarire la serie di sventurate circostanze che come in un domino hanno determinato la emergenza e i disagi di oggi. Ne è convinta Giovanna Ammaturo, consigliere di Fratelli d’Italia, firmataria di una interrogazione alla quale, al momento, non ha avuto risposta.

Come si è arrivati al disastro di questi giorni? Di chi sono le responsabilità politiche e amministrative? Sono queste le domande che Ammaturo si è posta nel ricostruire le tappe della storia. Partendo dai chiaroscuri di un iter di affidamento macchinoso, dal tempismo sospetto delle dimissioni dell’ex assessore all’Ambiente Tiziana Guida. Il consigliere non esclude l’ipotesi di pressioni esterne dietro la scelta di revocare una aggiudicazione fino a prova contraria regolare. Senza quell’annullamento in autotutela (Smaltimento dell’Umido, cacciata Tekneko nella Guidonia 5Stelle ricompare la ditta Ugolini della «galassia» di Manlio Cerroni) di un atto amministrativo mai reputato illegittimo dagli organi di controllo interni all’ente, il servizio di smaltimento sarebbe ancora svolto da Tekneko negli impianti abruzzesi e Demetra, con la scia dei suoi guai giudiziari, non sarebbe entrata in scena.

Questa storia comincia quindi l’8 gennaio 2019 con la cancellazione dell’affidamento deciso a dicembre del 2017 dall’allora dirigente all’Ambiente Marco Simoncini per evitare l’emergenza. Richiamando una procedura normata dal codice degli appalti, Simoncini invitava per le vie brevi alcuni operatori, tra i quali Tekneko che già svolgeva il servizio di raccolta dell’umido a domicilio e che alla fine risulterà unica impresa a farsi avanti. L’appalto ha un periodo triennale, scadenza al 31 maggio 2020. Tutto risolto? Niente affatto. Subentrata alla guida del settore Ambiente a fine dicembre 2017, Paola Piseddu sfascia tutto. Non lo fa subito, ma impiega un anno per revocare in autotutela l’affidamento fatto da Simoncini. È il gennaio del 2019. Fuori Tekneko, in via temporanea, il dirigente decise di affidarsi a Demetra che poi sarebbe finita nei guai con la Dda (Direzione distrettuale antimafia). Dall’ordine cronologico di tutti questi fatti, rileva Ammaturo nell’interrogazione, «passano anche, nel fatal gennaio del 2019, a ridosso quindi della revoca del servizio a Tekneko e sua nuova assegnazione a Demetra, le dimissioni dell’assessore all’Ambiente Tiziana Guida ad oggi immotivate».

Il consigliere comunale chiede quindi di sapere se le criticità riscontrate da Piseddu nell’atto di Simoncini siano fondate sotto il profilo della corretta lettura normativa, proprio perché nettamente in contrasto con le risultanze del suo predecessore. Interroga il sindaco sulle motivazioni che hanno portato ad annullare gli effetti di una determinazione con un anno di ritardo. Se nei comportamenti dei due dirigenti, o di uno soltanto, «siano ravvisabili colpe o inadempienze tali da prevedere conseguenze di natura disciplinare per gli ingiustificati ritardi nella stipula di un contratto che avrebbe dovuto avvenire in prossimità dell’aggiudicazione, ossia nel dicembre 2017. Di sapere se il Nuval, in sede di valutazione della Performances dei dirigenti, abbia tenuto conto degli errori/inadempienze almeno di uno, se non di entrambi, che rischiano di cagionare all’ente gravi danni economici e ai cittadini una brutta qualità della vita, disagi e pericoli per la salute pubblica».

Infine Ammaturo chiede di conoscere, per la coincidenza dei tempi, «se ci sia stata una qualche relazione tra i fatti sopra descritti e le dimissioni dell’assessore all’Ambiente Tiziana Guida, formalizzate all’improvviso il 24 gennaio 2019 in aperta rottura con il sindaco ma prive di precisa motivazione. Se siano sussistite condizioni di ingerenze (come emergerebbe da risultanze sul profilo Facebook dell’ex assessore nel giorno delle dimissioni), esercitate da alcuni attivisti del M5Stelle affinché Guida ricevesse delegazioni provenienti da Verona, Pomezia e Napoli. Se tali delegazioni fossero di imprenditori interessati al servizio di smaltimento della Fou codice Cer 20.01.08 dopo la revoca a Tekneko e prima dell’affidamento a Demetra Srl». L’interrogazione è anche nelle mani della Procura della Repubblica di Tivoli.

 

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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