Regionali Lazio, se il Campidoglio diventa la «riserva indiana» dei democratici «trombati»
DOPO più di un decennio il Partito democratico è uscito dal governo nazionale e, a breve, con ogni eventualità, la stessa sorte si compirà nel Lazio. Così, ai democratici regionali (e guidoniani) organizzati in correnti di potere che aspirano all’autoconservazione, non resta che sperare in Roma Capitale. Dove a novembre del 2021 Roberto Gualtieri, in controtendenza, si è insediato da sindaco con la vittoria sul centrodestra nel turno di ballottaggio.
Il Campidoglio è diventata quindi la meta dei Nostri nella corsa al ricollocamento. A breve espulsi per ragioni elettorali dai posti anche di sottogoverno, i piccoli «boiardi» locali refrattari a lasciare le comode (e ben retribuite) segreterie regionali, guardano Roma come al luogo in cui riparare: una «riserva indiana» dove sopravvivere. Almeno fino a quando la buriana delle sconfitte in sequenza non sarà passata. In questo quadro si contano riposizionamenti davvero clamorosi.
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C’eravamo tanto amati
Come quello di Simone Guglielmo. Il consigliere comunale di Guidonia Montecelio è stato per quattro anni braccio destro, primo assistente dell’assessore regionale ai Trasporti Mauro Alessandri ma adesso le loro strade si sono divise. L’ex sindaco di Monterotondo è candidato al consiglio regionale ma la sua elezione è resa difficile (se non impossibile) dai numeri elettorali accreditati al partito. C’è un’alta probabilità che non entri in aula alla Pisana e per queste ragioni il suo segretario lo ha abbandonato. Un «tradimento» umano prima che politico, che riporta alla memoria il pensiero di Seneca sull’amicizia, «chi è diventato amico per convenienza, per convenienza finirà di esserlo. Chi si è procurato un amico perché lo aiutasse nella malasorte: non appena ci sarà rumore di catene, costui sparirà. Sono le amicizie cosiddette opportunistiche: un’amicizia fatta per interesse sarà gradita finché sarà utile».
Guglielmo con Mattia e Ciarla
Sulla scia di Marco Vincenzi, Simone Guglielmo e la sua personale componente locale (di cui fa parte Rosaria Morroi, ex assessore della terza città del Lazio), nella corsa alla Pisana appoggeranno la coppia elettorale Eleonora Mattia e Mario Ciarla. Sembrava uno scherzo l’invito anonimo dell’associazione Guidonia Big Bang vicina a Guglielmo, «Ti va un caffè? ti aspetto sabato 28 alle ore 10.00 alla Veranda» pubblicato sui social nei giorni scorsi. Tempo qualche ora e il mistero è svanito. Si trattava di un appuntamento elettorale nel quale Guglielmo, con triplo salto mortale carpiato, invitava a votare Ciarla e Mattia e tanti saluti a Mauro Alessandri. Un ricollocamento indotto da Marco Vincenzi. Il presidente del consiglio regionale, dopo la sconfitta nel collegio parlamentare di settembre, ha deciso di tirarsi fuori dalla mischia e di non candidarsi neanche alla Pisana.
Vincenzi con Gualtieri
Doveva essere eletto alla presidenza di un Egato (quello della provincia di Roma), Ente di gestione dei rifiuti, prima che le polemiche scatenate dal centrodestra sulle nomine last-minute dell’amministrazione Zingaretti non suggerissero al vicepresidente Daniele Leodori di bloccare tutto. Risultato: rottura politica tra Leodori e Vincenzi, con quest’ultimo deciso a sostenere i consiglieri regionali del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e del deputato Claudio Mancini, Mario Ciarla ed Eleonora Mattia appunto, anziché lo zingarettiano Massimiliano Valeriani (assessore ai Rifiuti uscente) e la astorriana Michela Califano. Una scelta che ha spalancato le porte a Vincenzi della vice presidenza del Giubileo 2025. Incarico che dipende da Gualtieri. Nella «catena d’affetti» è probabile che un incarico di sottogoverno si concretizzi anche per Guglielmo, altrimenti a rischio disoccupazione. Non è difficile immaginarlo nella futura segretaria di Ciarla alla Regione, lavoro già svolto per Alessandri. Lo stipendio prima di tutto.
La «riserva indana»
La corsa al ricollocamento degli orfani del Parlamento prima e di via Cristoforo Colombo poi, pronti a bussare in massa al Campidoglio per un posto o un incarico, ha già creato forti fibrillazioni all’interno del Pd romano che governa l’assemblea capitolina. La prima conseguenza è stata lo slittamento del bilancio triennale di previsione a dopo il voto regionale. Chiare le accuse mosse a Gualtieri e al suo staff più ristretto: «Siamo al mercato, così non si può andare avanti» continuano a ripetere i consiglieri dem più infuriati. Il riferimento è alle nomine fatte dal sindaco e a quelle concordate. Patrizia Prestipino, ex deputata non rieletta a settembre, è diventata consulente del sindaco metropolitano (Gualtieri) a 33.000 euro lordi l’anno, fino alla fine del mandato. Poi c’è la non ancora ufficiale, ma imminente nomina di Vincenzi che si è messo a disposizione per portare voti al duo Ciarla-Mattia, la coppia scelta dal Campidoglio (quindi da Mancini) per entrare alla Pisana. In coda, adesso, c’è anche Simone Guglielmo.
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