Quarantaduemila euro di colpevoli ritardi, la giunta “accantona” e la fogna abusiva di Terranova (Colline del Sole) sta ancora lì
GUIDONIA – L’indirizzo è quello di “accantonare” le somme dovute “per interessi di mora” in attesa del miracolo divino. L’amministrazione di Michel Barbet (5Stelle) brancola nel buio e sulla perniciosa faccenda della fogna abusiva di Colline del Sole (Pizzarotti) sembra prendere tempo. Il dilemma non è del resto di facile risoluzione: eseguire la sentenza della magistratura amministrativa (del 2016) demolendo l’opera, o continuare a pagare 50 euro al giorno di indennizzo al proprietario dell’area ingiustamente espropriata per la sua realizzazione? Ad oggi, per mancata ottemperanza della sentenza del Tar, gli indennizzi da corrispondere al Consorzio dell’Inviolata, il soggetto creditore, ammontano a 42mila euro. Così ci è voluta una delibera di giunta (del 25 giugno scorso) per dare agli uffici l’indirizzo di “accontonare” le somme sui capitoli di riserva del bilancio comunale. A saldo del solo pregresso, con decorrenza 9 settembre 2016. Ma gli interessi galoppano: per ogni giorno di mancata demolizione l’Ente paga 50 euro. Sarà così fino alla completa distruzione dell’allaccio fognario con contestuale ripristino dei luoghi. Rimuovere però equivale a lasciare 425 famiglie del quartiere Collina del Sole (sorto a ridosso della ex provinciale 28 su un’area di proprietà della Cer immobiliare di Bartolomeo Terranova) senza scarichi fognari, privando gli immobili di abitabilità, svalutandoli sul mercato.
Una via d’uscita sarebbe stata quella di obbligare il costruttore Terranova a realizzare il collettore interno previsto dal progetto originario del 2008. In alternativa, studiare soluzioni pratiche e legalmente percorribili a risolvere il problema. L’amministrazione si è insediata da oltre un anno e ancora non ha adottato scelte di qualsivoglia indirizzo, se non quelle di pagare gli interessi di mora, ma vita natural durante? Perché sono passati più di 2 anni dal pronunciamento della giustizia amministrativa ma foglia risolutiva non si muove. La sentenza è del marzo del 2016: il Comune di Guidonia Montecelio avrebbe avuto 120 giorni della notifica (avvenuta il 12 maggio) per ottemperare a quanto disposto dai giudici, trascorsi i quali ci sarebbe stato un tempo (“valutato congruo”) di altri 15 per il ripristino dei luoghi. Quella fogna andava insomma demolita entro il 25 settembre di quell’anno (pena una mora di 50 euro per ogni giorno di ritardo), o anche dopo per disinnescare il timer di spesa, ma sta ancora lì.
I giudici del Tar del Lazio hanno stabilito l’invio di un commissario ad acta per far rispettare la sentenza ma anche con il compito di redigere una relazione su “tutta la fattispecie e sulla spesa” da trasmettere alla Procura della Corte dei Conti, al fine di consentire la “doverosa verifica della eventuale sussistenza di profili di responsabilità erariale in capo agli amministratori ed ai funzionari del Comune, con speciale riferimento alle circostanze in cui è avvenuta l’adozione degli atti espropriativi poi annullati, alle circostanze ed alle ragioni della mancata esecuzione della lottizzazione con riguardo all’impianto di depurazione, alla mancata utilizzazione delle somme erogate per il relativo finanziamento, nonché ad ogni altro aspetto di interesse necessario o utile, se necessario, all’accertamento dei fattori contabili, gestionali ed organizzativi, che hanno determinato la fattispecie odierna e l’attuale inadempimento dell’obbligo di rimozione delle opere dal terreno della parte ricorrente, con le relative conseguenze anche di pagamento di somme a carico dell’Ente, ove se ne realizzeranno i presupposti”. Questo è scritto nella sentenza del marzo 2016. Gli accertamenti riguardavano passate gestioni. Poi ci sono le scelte recenti da valutare sotto un profilo dei rischi e delle responsabilità erarali, dal momento che la faccenda Pizzarotti continua a produrre passivo per l’Ente.