Deroghe pericolose al codice degli appalti, Anac certifica le illegittimità dell’amministrazione grillina – Guidonia
GUIDONIA – L’Anac estrae il cartellino rosso e ammonisce l’amministrazione grillina. E con una nota inviata a Palazzo Guidoni il 1 dicembre 2020, certifica le illegittimità in materia di procedure in appalti pubblici. Carenti, è il parere dell’agenzia nazionale anticorruzione, sotto il profilo di una corretta programmazione, venuta meno (anche) per l’eccessivo ricorso all’istituto della proroga contrattuale. Per Anac, i grillini hanno fatto ricorso a deroghe al codice degli appalti, pericolose nel determinare il cosiddetto lock in. Un termine tecnico che sta a indicare il permanere di un vincolo anomalo con il medesimo operatore economico, che a causa di una scelta iniziale non sufficientemente ponderata, ha comportato il generarsi di una situazione di monopolio in cui lo stesso fornitore non ha più interesse a garantire all’amministrazione sua cliente le migliori condizioni economiche, non esistendo una situazione di reale concorrenza.
Brutta storia. Che ha riguardato la scelta fatta dal Comune di Guidonia Montecelio nella gestione dei servizi informatici dell’Ente, attraverso frequenti affidamenti diretti allo stesso fornitore, con continui rinnovi in dispregio del principio di rotazione, e ricorrondo a procedure negoziate senza pubblicazione del bando di gara, giustificandole con una presunta infungibilità per motivi tecnici del servizio oggetto dell’appalto. Se ne era accorta Arianna Cacioni, consigliere comunale della Lega, che in una interrogazione dell’aprile 2019 aveva messo nel mirino 4 determinazioni licenziate dal settore Finanze e Servizi informatici tra il 2017 e il 2019. Quattro affidamenti disposti in via d’urgenza, mediante trattativa diretta, alla Halley informatica Srl, azienda colosso nella gestione dei servizi informatici con sede a Matelica, provincia di Macerata: fatturato da milioni di euro e una fitta rete di filiali dirette, aziende affiliate e distributrici d’opera diffusa in ogni angolo d’Italia, Guidonia Montecelio compresa. Una interrogazione urgente al sindaco 5Stelle Michel Barbet, all’assessore dell’epoca Agostino Bultrini, rimasta al solito senza risposta. Ma il consigliere non si è persa d’animo e ha scritto all’Anac. Chiedendo un parere di regolarità degli affidamenti, valore complessivo dell’appalto 200mila euro, sottratti alle normali procedure di gara, in apparente violazione del principio della pubblica concorrenza. In particolare, Cacioni, chiedeva di conoscere la legittimità di affidamenti volutamente tenuti sotto soglia attraverso un frazionamento dell’appalto. Un escamotage per evitare di applicare quanto previsto dal codice degli appalti, con conseguenze particolarmente onerose per l’Ente.
Ora l’Anac risponde che le procedure semplificate adottate dall’amministrazione grillina a partire dal 2017 non sono in linea con quanto previsto dalle norme e violano i principi di concorrenza, e dunque del buon andamento e della correttezza della pubblica amministrazione, con un monopolio dei servizi informatici dell’Ente, esercitato da una società scelta con criteri discrezionali in un settore più di tutti delicato per la mole e la qualità delle informazioni trattate.
Le determine di impegno di spesa e di affidamento alla Halley informatica Srl, tra l’altro non più disponibili all’albo pretorio e per questo già oggetto di richiesta di accesso agli atti, sono a firma del Responsabile del Ced (Centro elaborazione dati) del Comune Roberto Gigli o di altri funzionari del medesimo ufficio, incardinato nelle competenze del settore Finanze, sotto la responsabilità amministrativa del segretario generale Livia Lardo, adesso destinataria della dura reprimenda firmata dai responsabili dell’Anac. Una faccenda gestita negli ultimi 3/4 anni anche con una grave carenza di chiarezza e trasparenza. Ecco perché Cacioni, a ragione, ha deciso di investire l’agenzia nazionale anticorruzione.
Il mancato espletamento delle procedure di gara, derivante da anomalie nella programmazione, comporta una serie di conseguenze per la stazione appaltante/Comune, non solo sul piano amministrativo, ma in termini di annullamento e inefficacia del contratto pubblico, e anche, ricorrendone i presupposti, sul piano della responsabilità contabile per «danno alla concorrenza». In questo caso l’amministrazione grillina è colpevole: lo certifica Anac.