NELLE ultime ore ha incassato apprezzamenti anche dai Radicali romani, «lo dicevamo da anni che quella era la strada». Intanto la ridefinizione zingarettiana dell’impianto di Colleferro è un successo, perché a parole – ci vorranno tre anni per i fatti – supera la combustione e destina il termovalorizzatore a Tmb: un impianto che lavora a freddo e produce fos e, al contrario della formazione del combustibile derivato dei rifiuti, recupera materia. Proprio come quello dell’Inviolata, pronto ma chiuso e sotto sequestro per difformità urbanistiche, che se fosse stato menzionato da Zingaretti avrebbe sollevato sciami di proteste e polemiche, ca va sans dire.

Il futuribile impianto di Colleferro, secondo la stampa gradito perfino al sindaco e alla popolazione di quel comune, è comunque il perno attorno al quale ruota il nuovo futuro piano regionale dei rifiuti. Almeno nelle parole del governatore del Lazio Nicola Zingaretti che ieri ne ha anticipato i termini, ancora di massima, a un entusiasta ministero dell’Ambiente Sergio Costa.

Un incontro tra i due propiziato dalla necessità di chiarimenti urgenti. Dopo la guerra di competenze, costata un anno d’immobilismo,  imbastita dal governatore contro il sindaco di Roma Virginia Raggi sui siti di smaltimento da individuare nell’area metropolitana, e la minaccia del ministro, mai esplicita ma riportata ieri da alcuni organi d’informazione, di commissariare i rifiuti regionali per la incapacità delle istituzioni  di ipotizzare soluzioni per la emergenza romana.

Le criticità da superare per portare il Lazio (e la Capitale) alla chiusura del ciclo dei rifiuti rimangono due, il dato è emerso ancora durante la riunione di ieri. La prima: dotare il circuito del riciclo regionale di impianti di lavorazione delle porzioni umida e indifferenziata post raccolta porta a porta; la seconda: individuare punti di stoccaggio, discariche di servizio da ricercare oltre i confini romani, dove depositare gli scarti di lavorazione del rifiuto che sfugge alla separazione domestica  e finisce nei Tmb. I siti per ora ricompresi nel progetto di un nuovo piano regionale sono Colleferro e i 4 impianti meccanico biologici già in funzione: i due a Malagrotta di Colari e i due di Ama a Rocca Cencia ai quali si aggiungeranno, necessari a chiudere il ciclo nel Lazio, gli altri due che la Regione avrebbe intenzione di collocare nel quadrante ovest della Capitale, tra i comuni di Fiumicino e Cerveteri. L’impianto di Guidonia Montecelio, realizzato sempre da Colari ambiente, attualmente sotto sequestro per difformità urbanistiche, resta dunque in stand-by, ma all’abbisogna non si sa mai.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

Nessun Commento

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato.