Pastrocchio Museo Lanciani, la selezione per il direttore è da annullare: nessuno dei candidati ha i requisiti
Altro pateracchio giuridico amministrativo di Michel Barbet e compagnia. Eugenio Moscetti, indicato nel ruolo dalla commissione esaminatrice, è però inconferibile per la legge Madia. In quiescenza, non poteva partecipare al bando per un posto retribuito nella pubblica amministrazione
UN BANDO senza candidati idonei. Che non produce effetti ed è quindi da annullare. La procedura di selezione pubblica per curricula bandita nel maggio del 2017 dal commissario per affidare l’ incarico di direttore scientifico del Museo Civico Archeologico Rodolfo Lanciani di Montecelio non può essere aggiudicata né a Eugenio Moscetti né all’altra contendente: Valentina Cipollari. L’impedimento per Moscetti è la sua condizione di lavoratore in quiescenza, incompatibile con qualunque tipo di incarico retribuito nella pubblica amministrazione. Non avrebbe nemmeno dovuto partecipare ad un bando che nei presupposti prevedeva un compenso annuo di 9mila euro. Per lui l’incarico è inconferibile secondo una legge dello stato. Quel decreto Madia già noto nel Palazzo per aver riguardo in passato Umberto Ferrucci, all’epoca dirigente, prima che l’Anac ne contestasse la incoferibilità nell’incarico per la legge Severino. Valentina Cipollari, d’altro canto non aveva i requisiti eccessivamente stringenti, previsti dal bando per un candidato evidentemente più maturo e con un curriculum più strutturato.
La patata bollente è ora nelle mani del dirigente al demanio Marco Simoncini che su pressioni del sindaco Michel Barbet ha chiesto un parere al ministero. L’ennesimo pastrocchio giuridico amministrativo del governo 5Stelle di Guidonia Montecelio, che nel caso in questione ha ripreso integralmente i termini della selezione avviata dal commissario, nominato una commissione (individuata nei componenti a fine ottobre) per la valutazione delle domande. La contestuale apertura delle buste aveva segnato il passo verso la designazione di Eugenio Moscetti, pensionato e già ispettore onorario della Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio. Dopo quattro mesi si scopre che l’Ente non può procedere con la determinazione di aggiudicazione del bando (e dell’incarico a Moscetti) per mancanza di un requisito, esso sì stringente: lo stato di quiescenza che rende l’ispettore onorario inconferibile nell’incarico. Anche un parere del ministero che dovesse essere morbido nella interpretazione del decreto Madia sarebbe certamente oggetto di ricorso alla giustizia amministrativa, il Museo Lanciani è infatti una struttura pubblica, che ricade sotto al gestione della Soprintendenza e quindi del Ministero dei Beni Culturali, qualunque incarico conferito all’interno della sua organizzazione è da ritenersi annoverato – anche al solo titolo di collaborazione – tra i contratti della pubblica amministrazione. Quel bando non doveva quindi prevedere alcun compenso per essere aperto alla candidatura di Moscetti. Una grana che si aggiunge a quella per l’affidamento dei servizi teatrali, dove pure a mancare (ancora) è la determinazione di aggiudicazione del bando, chiuso da oltre un mese dalla commissione esaminatrice ma formalmente non ancora assegnato.