Operazioni antieconomiche dei grillini, la gara della mensa scolastica è stata pagata due volte – Guidonia
GUIDONIA – La gara della mensa scolastica (in fase di aggiudicazione definitiva) è stata pagata due volte. La prima, all’interno dell’Ente in termini di premi economici per il personale, a cui si aggiungono i costi per la consulenza cosiddetta a supporto del Rup (Responsabile unico del procedimento); la seconda all’esterno, verso la Cuc. La centrale unica di committenza della IX Comunità montana che ha pubblicato la gara e gli esisti della gara. Ma a questo punto, in un’ottica di razionalizzazione della spesa, principio assai caro all’amministrazione 5Stelle, non era meglio fare tutto in house, ovvero all’interno del Comune di Guidonia Montecelio? Perché a conti fatti, il grosso del lavoro di preparazione della documentazione di gara, ora pagata a caro prezzo dai contribuenti, l’hanno fatta gli uffici. Nello specifico la task force individuata grazie alla delibera di giunta numero 110 del 26 novembre 2019 che, con le modifiche all’articolo 3 del regolamento comunale, disponeva di individuare, con apposita determina dirigenziale, in relazione all’organizzazione interna, « la struttura tecnico amministrativa destinataria dell’incentivo» in riferimento proprio alla gara d’appalto sulle mense scolastiche.
Quattro persone capitanate dal funzionario alla Pubblica istruzione Corrado Cardoni, promosso Responsabile unico del procedimento con determina dirigenziale numero 15 del 26 novembre (lo stesso giorno della delibera di giunta). Con atto successivo di dicembre 2019, il dirigente al settore Carola Pasquali ha impegnato le somme nel bilancio comunale. Che sono state liquidate in questi giorni, a lavoro ultimato, per un totale di 29.446,76 euro, di cui 15.913, 00 per il Rup Corrado Cardoni. Al quale l’amministrazione aveva già deciso di affiancare un supporto esterno. Una consulenza tecnico giuridica, al costo di 18mila euro iva e contributi inclusi, affidata all’avvocato Arturo Cancrini ancora con la determina numero 15 del 26 novembre 2019. Un incarico ottimamente retribuito e necessario, secondo quanto si apprende dall’atto, per «la complessità e rilevanza dell’appalto di refezione scolastica, sia in termini economici che di programmazione, progettazione e gestione». Tutto lavoro pressoché ultimativo della procedura di gara che è stato svolto all’interno del Comune. Anche i costi della commissione aggiudicatrice che ha valutato le offerte di gara sono state a carico dell’Ente. Lo dimostrano le due distinte determinazioni (la numero 74 e la numero 75 dell’11 novembre scorso, sempre a firma Pasquali) che liquidano ai due membri esterni 1200, 00 euro cadauno per un totale di 2400,00 euro. Al conto vanno aggiunte le spese di pubblicità e pubblicazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale e la stampa nazionale attraverso spazi appositamente individuati. Così, alla luce di tutto questo sforzo economico sul lavoro straordinario del personale, le consulenze e via discorrendo, appare inspiegabile il perché il Comune non abbia funzionato da unica stazione appaltante, delegando invece, per volontà dei 5Stelle, alla Cuc alcune funzioni con ulteriore aggravio di spese.
Con la determina 62 del 14 novembre 2020 il dirigente ha infatti liquidato alla IX Comunità montana 1.141,19 euro di spese di pubblicazione dell’esito di gara. A cui vanno aggiunti i 4.245,09 di contributo spettante alla Cuc a seguito della convenzione sottoscritta con il Comune di Guidonia Montecelio. Soldi che si potevano lasciare nelle tasche dei cittadini o utilizzarli per riparare qualche buca? Apparentemente si tratta di scelte antieconomiche per l’Ente di cui il sindaco Michel Barbet e l’assessore alla Pubblica istruzione Elisa Strani dovrebbero spiegare. Ma anche la maggioranza 5Stelle, che ha deciso in consiglio comunale, dovrebbe spiegare la scelta di ricorrere alla convenzione vincolante con un altro ente per la gestione degli appalti pubblici, sopratutto la natura dei criteri che hanno portato alla individuazione proprio della Cuc della IX Comunità montana: s’intende, al netto di ragioni di beneficenza, non proprio alla portata di un Comune in predissesto secondo il mantra grillino.