GUIDONIA – Se da un lato fu il sindaco Michel Barbet a «ordinare» il taglio della Pinetina di via Roma perché allarmato dalle risultanze della perizia «espressa» fornita dall’agronomo Fausto Scacchetti, in assenza di altro atto amministrativo che ne recepisse gli effetti (leggi qui), dall’altro fu il dirigente all’Ambiente Paola Piseddu ad avallare la scelta di sostituire i 17 esemplari, non perché pericolosi ma per favorire la ripiantumazione dell’area «con altri esemplari adulti della stessa specie» a spese di un’azienda di trattamento dei rifiuti che opera nell’area del centro commerciale tiburtino, la Avr;  invitata dall’amministrazione 5Stelle a ristorare la popolazione per i disagi patiti in termini di cattivi odori persistenti. Un benefit ambientale già previsto nel contratto stipulato tra azienda e Ente nel 2014, che poteva essere speso nel quartiere e non invece in centro città per sostituire una pineta che probabilmente non ne aveva bisogno.

È ancora la «memoria difensiva» di Piseddu mascherata da determinazione (la 132 dell’8 ottobre 2018)  a rivelare elementi di verità su come è stato gestito l’affaire Pinetina. Un caso al contempo di schizofrenia amministrativa. Anche rispetto al vincolo rivendicato dalla Soprintendenza all’indomani dell’abbattimento: «Serviva il nostro parere» per il taglio di alberi centenari, la dura reprimenda formalizzata dall’autorità ministeriale i primi di ottobre. E proprio un passaggio della determinazione doveva tornare utile a evidenziare la ricerca di una fattiva collaborazione «riparatoria» con la Soprintendenza. Un gesto per  superare la omissione procedurale iniziale. Sul presupposto – scrive Piseddu – che quei pini erano esclusi dai modelli di tutela paesaggistica perché non ricompresi nell’elenco degli alberi monumentali approvato nel 2017 dal ministero, e anche se ricadevano all’interno del perimetro della città di fondazione, e erano soggetti a vincoli e tutele, potevano però cadere e fare del male a qualcuno.

Tecnicamente, e dopo approfondito studio, nel dettaglio dell’atto, il dirigente individuava quindi il cavillo utile a tirarsi fuori d’impaccio all’articolo 2 del decreto presidenziale 31 del 2017, al punto da riprenderne i contenuti del comma 14 dell’allegato di legge, una cervelloneria sintetizzabile in un virgolettato trascritto però solo parzialmente: alla «sostituzione …..di alberi …..in aree pubbliche …, eseguita con esemplari adulti della stessa specie o di specie autoctone….» la norma fa seguire «ferma l’autorizzazione degli uffici competenti, ove prevista»: la Soprintendenza appunto, passaggio che Piseddu tralasciava. Oltre la forma, richiamando la legge in questione, il dirigente entrava però nel merito delle scelte operate, certificando che il taglio venne deciso per consentire la sostituzione degli esemplari, quindi la ripiantumazione come la norma richiamata prevede. A farlo sarà Avr secondo i desideri dell’assessore all’Ambiente Tiziana Guida, rimasta da subito folgorata dall’impresa di trattamento dei rifiuti, di cui all’indomani di un sopralluogo, sollecitato dai cittadini alle prese con il puzzo da lavorazione, aveva detto: «Devo riconoscere che è un’azienda all’avanguardia» . Ed è stata proprio Guida il 3 ottobre scorso a sollecitare al dirigente la nota per Avr con la quale «richiedere le tempistiche del programma di ripiantumazione nel quadro degli accordi relativi i benefit ambientali»; una scelta chiara, nell’ottica di certa politica a 5Stelle utile a giustificare la permanenza in attività di una impresa che in campagna elettorale si era promesso di chiudere? Mentre nella vicenda della distruzione della Pineta di via Roma sono tante le cose che ancora non tornano.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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