MONTEROTONDO – Riccardo Varone presenta la squadra elettorale al teatro Ramarini. Simone Di Ventura lo farà martedì 23 aprile al Cinema Mancini. Il primo è il sindaco uscente in cerca di conferme per il centrosinistra (orfano però del M5S che ha scelto la via solitaria con Angelo Capobianco), il secondo è l’avvocato e imprenditore «civico», che nei giorni scorsi ha incassato il sostegno dei partiti del centrodestra. A distanza di 5 anni, è ancora sfida a due tra Di Ventura e Varone, ma attenzione a Capobianco. Sulla carta il grillino non ha alcuna chance di riuscire a prevalere ma diventa ago della bilancia. Può strappare voti al «campo largo» e spedire Varone al ballottaggio con un bottino di consensi ridimensionato rispetto alle aspettative.

Monterotondo è nel Lazio l’ultimo feudo blindato della sinistra, costantemente al comando del Comune dal 1945. Qui si gioca, forse, la partita più avvincente in vista delle elezioni municipali in programma i prossimi 8 e 9 giugno. Dietro Riccardo Varone si muove ancora un sistema di potere consolidato da decenni di amministrazione. Non solo la nave ammiraglia del Partito democratico è pronta a salpare con i nomi di sempre, come Ruggero Ruggeri, Vincenzo Donnarumma, Mauro Alessandri, Antonio Lupi, Carlo Lucherini – solo i primi due saranno certamente candidati per un posto nel prossimo consiglio comunale -, anche i «barchini» della sinistra, collocati a sinistra del Pd imbarcano gli stessi equipaggi: vedi Gigi Cavalli, ininterrottamente nel ruolo di assessore da parecchi lustri. Difficile tenere il conto, ma dovrebbero essere 5 se non di più. Della partita anche i relativamente «emergenti», come la vicesindaca uscente Isabella Bronzino, che di Varone è stata braccio destro e sinistro in giunta nell’ultimo quinquennio, candidata con la «lista forte», accreditata quale espressione dello stesso sindaco: la civica «Voglio vivere così». Ieri, martedì 16 aprile, c’era gente al Ramarini, tutti i candidati già impegnati nella ricerca di preferenze per continuare a tenere le mani sull’amministrazione e lasciare Varone dov’è.

Riccardo Varone è intervenuto all’apertura della campagna elettorale del censtrosinistra presso il teatro Ramarini di Monterotondo

La coalizione di Csx che si è presentata ai nastri di partenza della campagna elettorale è formata dal Partito democratico, affiancato dalla lista «Demos» (Democrazia partecipata), da «Azione» di Carlo Calenda, da Italia Viva di Matteo Renzi, da Alleanza Verdi e Sinistra, con le civiche «Sinistra per Monterotondo», e, appunto, «Voglio Vivere Così», oltre a «Rete democratica per Monterotondo». Otto liste per tentare di bissare il risultato del 2019 e confermare Riccardo Varone alla carica di sindaco. Mauro Alessandri non sarà direttamente della partita, con la pazienza di Giobbe attende di sedere in consiglio regionale, sulla poltrona lasciata libera da uno (probabilmente) tra Massimiliano Valeriani e Marta Bonafoni, il ticket democratico in procinto di traslocare in Europa (Alessandri subentrerebbe come primo dei non eletti alle Regionali del febbraio 2023). Nonostante la posizione apparentemente defilata, per ovvie ragioni di personale opportunismo, l’assessore comunale super delegato (la nomina arrivava a luglio 2023) lavora a tutto tondo per centrare l’obiettivo di un Varone bis. Mauro Alessandri, è da ricordare, dimora in giunta con le deleghe a Centro storico, Periferie, Attività produttive, Decoro, Sicurezza urbana e Servizi cimiteriali, ma è stato tessitore di alleanze ed è il principale sponsor di Riccardo Varone, non a caso suo successore alla carica di sindaco. Monterotondo resta, nel Lazio e in Italia, un caso unico tra i comuni sopra i 15mila abitanti (ne conta circa 42mila) a non aver conosciuto un’alternanza tra forze politiche di opposti schieramenti al governo dell’ente locale. Dal 1945 in avanti i sindaci eletti sono stati tutti di sinistra.

Sul versante opposto, per la seconda volta consecutiva, sarà Simone Di Ventura a sfidare Riccardo Varone. Anche in queste lezioni, l’avvocato e imprenditore trentatreenne, espressione della civica «Bene Comune», ha incassato il sostegno unitario del centrodestra. Prima è arrivato il via libera di Forza Italia, a seguire, sabato 14 aprile, di Lega e Fratelli d’Italia nella coalizione di Cdx, composta anche da quattro civiche («Montertotondo Scalo Conta»; «Bene Comune»; «Polo Civico»; «Unione Civica Eretina»), un totale di sette liste in campo per il candidato sindaco Simone Di Ventura. Nomi, simboli e candidati al consiglio comunale verranno presentati martedì 23 aprile nel corso di una kermesse dedicata, prima dell’avvio ufficiale della campagna elettorale previsto ai primi di maggio. Dopo 5 anni trascorsi in aula sui banchi dell’opposizione, sempre impegnato in una dura battaglia contro la maggioranza e il sindaco, Di Ventura riparte dai temi, con l’obiettivo di ribaltare il risultato del 2019, quando nel turno di ballottaggio perse le elezioni con una differenza di appena 246 voti.

Simone Di Ventura, candidato sindaco «civico» con il sostegno del centrodestra

Ecco cosa ha scritto sul suo profilo Facebook: «Ora, diamoci da fare. Abbiamo poco meno di due mesi per farci ascoltare dagli scontenti, da chi è stanco di vedere al governo i soliti assessori da 25  anni, da chi è ai margini delle opportunità, da chi è stanco dei disservizi e dei clientelismi, da chi per tutte queste ragioni ha rinunciato all’esercizio del dovere civico più importante: andare a votare. La convergenza dei partiti del Centrodestra, Fratelli d’Italia, Forza Itala e Lega sulla mia candidatura a sindaco, già sostenuta da Bene Comune e altre Liste civiche, mi trasferisce la responsabilità di fare bene, per correggere la grande anomalia di Monterotondo: la mancanza di alternanza democratica al governo del Comune da sempre, da ben 80 anni. Il programma sarà analitico ed essenziale. Meno imposte, meno clientelismo, meno indennità per chi la prende da oltre 25 anni e per gli altri che restano incollati alle poltrone. Più servizi, più equità, più opportunità, più sicurezza, più sviluppo economico e sociale per tutti. Io ci sono. Sono Simone Di Ventura: un altro sindaco è possibile. Con Voi, al vostro fianco, posso diventarlo».

Angelo Capobianco e Virginia Raggi nel febbraio scorso, alla presentazione della sua candidatura a sindaco per il M5S

Infine, ecco il «terzo incomodo». Rappresentato da Angelo Capobianco, consigliere comunale uscente scelto dal M5S per concorrere alla carica di sindaco di Monterotondo. Libero professionista, negli anni appena trascorsi ha avuto incarichi di lavoro presso il consiglio regionale del Lazio, alle dirette dipendenze dell’organo politico. La sua candidatura è stata «benedetta» nel febbraio scorso dall’ex sindaco di Roma Virginia Raggi, intervenuta ad una iniziativa organizzata presso la biblioteca Angelani. Cinque anni fa, la lista del partito di Conte, alle elezioni amministrative portò un contributo di consenso di poco superiore al 16%, l’equivalente di 3.357 voti. Quanti riuscirà a confermarne? È tutto da vedere.   

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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