GUIDONIA – Fosse un caso d’omonimia (e non il rapporto giuridico tra persone legate da un vincolo di parentela fino al quarto grado) il conflitto sarebbe derubricato a semplice inopportunità. Fatto certo è che il cognome del vice presidente del consiglio di amministrazione della coop è lo stesso del coordinatore del Piano di zona. Lei è Mancini (Donatella), numero due di Antares 2000 (visura camerale); lui è Mancini (Giovan Felice), responsabile del servizio intercomunale che eroga prestazioni assistenziali nell’ambito del Distretto sanitario della Asl Rm 5. Assistente sociale, dipendente del Comune di Guidonia Montecelio, Mancini  (Giovan Felice) è stato «prestato» all’ufficio del Piano di Zona. E nella veste di Responsabile unico del procedimento ha aggiudicato l’appalto del centro antiviolenza proprio alla cooperativa sociale dell’altra Mancini, sede legale in Castel Madama, diramazioni operative in via Colle Nocello a Tivoli, realtà socio assistenziale che il Mancini (Giovan Felice) conosce bene per aver, al suo interno, ricoperto incarichi direttivi, lavorativi e di supporto lungo un lasso di tempo che va dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso al 2011 quando, con concorso bandito dall’allora amministrazione di centrodestra, vince un posto a tempo indeterminato al Comune della terza città del Lazio.

Prima era stato un factotum della coop come si evince dal curriculum reperito in Rete. Due lauree in sociologia e scienza della formazione, un master di secondo livello in scienza dell’amministrazione, solida esperienza di docente e educatore, la carriera di Mancini è stata un crescendo. Da Antares 2000 al Comune dove dal 2007 al 2011 ha operato come assistente sociale con contratti di somministrazione lavoro (prima dell’assunzione a tempo indeterminato), fino al luglio del 2017 quando viene nominato dal sindaco Michel Barbet al coordinamento del Piano di zona nell’ambito del progetto intercomunale di cui Guidonia è comune capofila, decreto (eccolo) rinnovato il 10 gennaio 2018 per la durata di 2 anni, scadenza 31 dicembre 2020.

Giovan Felice Mancini è da molti indicato come «l’uomo ombra» del vice sindaco e assessore ai Servizi sociali Davide Russo.  Il motore operativo scelto per alimentare, sotto il profilo tecnico amministrativo, i progetti sociali con ricadute d’immagine positive sul governo 5Stelle. È stato così per l’appalto sul centro antiviolenza, fiore all’occhiello della propaganda grillina per via della sede di Marcosimone confiscata alla criminalità organizzata, e inizialmente destinata a ospitare quel servizio di pubblica utilità (poi l’amministrazione ha ripiegato sulla ex circoscrizione di Setteville). Ecco allora che a giugno 2018, negli uffici del Piano di zona, prende forma un bando pubblico (leggi qui) per la selezione dell’operatore che deve gestire il centro. È lo stesso Giovan Felice, che del procedimento amministrativo è unico responsabile, a istruire il capitolato, poi però la gara va deserta. Quindi, come sovente capita, nell’Ente si decide di ricorrere a una procedura semplificata mediante il «confronto concorrenziale tra operatori economici» alla quale risponde solo Antares 2000. Sentita la commissione, il coordinatore-Rup, «ritiene opportuno» aggiudicare l’appalto. Sessantaquattro mila euro per 12 mesi è l’investimento pubblico. Con la determinazione dirigenziale 184 del 28 dicembre 2018 (determina), Giovan Felice Mancini assegna la gara alla coop. Nell’atto si legge inoltre che la «commissione ha proposto l’aggiudicazione in favore della Antares 2000, la quale ha offerto un ribasso del 2,51% al prezzo a base d’asta di 60.462,39 iva esclusa». Tant’è.

Non è l’unico appalto sociale nell’orbita del Piano di zona. L’amministrazione 5Stelle punta molto sulla struttura intercomunale per riavviare servizi socio assistenziale nel comune di Guidonia Montecelio, sfruttando i fondi del distretto sanitario. E infatti, giusto qualche giorno fa, Davide Russo annunciava via Facebook l’imminente apertura di un bando per l’assegnazione del centro diurno di supporto ai disabili adulti e alle loro famiglie. Fino al 2016, di proroga in proroga, a garantire il servizio ci aveva pensato la cooperativa Insieme, nata dalla fusione di due associazioni villalbesi, Cieli azzurri e Centro Maria Gargani. Anche dopo la fine del rapporto con la parte pubblica, i volontari di quelle realtà associative continuavano a erogare le prestazioni nella sede del centro diurno di proprietà del comune, che però adesso dovranno lasciare. Destinatari di un provvedimento di chiusura, preludio allo sfratto che l’Ente guidoniano si appresta a determinare. Nel futuro prossimo c’è il bando annunciato da Russo, istruito nell’ambito del distretto sanitario e del Piano di zona dal suo coordinatore e responsabile unico del procedimento, con ampi poteri dirigenziali di gestione delle risorse economiche e delle unità del personale: così decise il sindaco Barbet. To be continued

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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