LO AVEVANO amato tanto, fino a farne il punto di riferimento di una intera (e potente) componente locale, quella di Claudio Caruso e di Davide Russo, lealisti e ortodossi della dottrina movimentista applicata al governo della terza città del Lazio. Adesso invece le strade con Mario Michele Giarrusso sembrano dividersi sulla realpolitick del senatore, che ormai lontano dai 5Stelle dopo l’espulsione, oggi a Palazzo Madama ha votato per salvare Matteo Salvini dal processo sulla Open Arms. Il suo nome è nell’elenco  dei 13 che hanno appoggiato la relazione di Maurizio Gasparri di Forza Italia, presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato della Repubblica«Il ministro dell’Interno Matteo Salvini agì per interesse pubblico con la condivisione del governo. Il fatto che ci fosse stata una corrispondenza scritta col premier rafforza l’idea di una condivisione del governo nel preminente interesse generale»: questo il filo seguito Gasparri nella proposta di negare l’autorizzazione a procedere appoggiata anche da Giarrusso. Il senatore sempre più vicino alla Lega? Alcuni bene informati davano ieri la cosa per fatta ma lui ha negato e, nel suo stile, minacciato querele. Resta il fatto di una comunanza di visione con il collega azzurro e tutto il centrodestra inimmaginabile fino a qualche settimana fa. Un cambio di strada destinato a destabilizzare il gruppo, che ancora a livello locale a lui si ispira? Certo è, che i tempi delle sortite in Pinetina o delle mangiate di finanziamento sembrano lontani, come allentati se non ostili appaiono i rapporti con il deputato Sebastiano Cubeddu, un tempo tra i suoi sostenitori. E quali saranno le ripercussioni sul futuro di Russo e Caruso nella maggioranza 5Stelle, più che mai indeboliti dalla perdita del senatore prediletto?

Per tornare al voto di oggi, ad opporsi alla relazione, e quindi a schierarsi a favore dell’incriminazione di Matteo Salvini, sono stati in 7: si tratta di un senatore del Pd, uno di Leu, l’ex 5Stelle Gregorio De Falco e 4 grillini. In difesa dell’ex ministro dell’Interno si sono pronunciati invece 5 senatori della Lega, 4 appartenenti a Forza Italia, uno di Fratelli d’Italia e l’autonomista Meinhard Durnwalder. Ad unirsi a questi ultimi anche la pentastellata Alessandra Riccardi e l’oramai ex senatore del movimento 5Stelle Mario Michele Giarrusso, due posizioni aspramente criticate dagli integralisti grillini che non hanno risparmiato loro attacchi.

Ma Giarrusso si difende: «Ho espresso la medesima posizione che avevo avuto quando ero capogruppo del movimento in Giunta per le autorizzazioni a procedere per il caso Diciotti», ha dichiato ai microfoni di Ansa. «La questione attuale, la vicenda Open Arms, è addirittura più chiara. La Diciotti era una nave italiana, in questo caso la nave era spagnola, batteva bandiera spagnola, per la legge dei trattati sul mare il porto di sicurezza per i soggetti che erano sopra quella nave doveva essere spagnolo, riconosciuto dalla Spagna, che ha mandato la nave ed ha indicato il porto di Algeciras. Quindi, rifacendomi anche alla posizione espressa anche dagli attivisti del movimento su Rousseau, che avevano votato sulla questione Diciotti in una direzione, io ho mantenuto coerente il mio voto per consentire non a Salvini, ma al ministro degli Interni, di fare il proprio lavoro. Qualunque ministro degli Interni deve poter applicare le leggi italiane, ed in questo caso non c’è stata alcuna violazione».

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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