GUIDONIA – Per l’onorevolissimo Sebastiano Cubeddu chi scrive incarnerebbe gli “opportunisti e mediocri, i disonesti e approfittatori, le false guide e i ciarlatani”. Che aggiungere d’altro? L’augurio di un meteorite che colga chiunque presenti tali caratteristiche (la sottoscritta) determinando “l’estinzione dei dinosauri”.  Una galleria di offese, senza possibilità di mediazione sulla etimologia delle parole, rivolta a un giornalista nella funzione che gli è propria: scrivere, criticare. Tutto sviluppato su Facebook, senza esitazione, da un parlamentare della Repubblica italiana. La ragione? Difendere il capogruppo Giuliano Santoboni, esprimergli vicinanza e solidarietà (addirittura) per essere stato oggetto di una critica legittimamente caustica ma non offensiva se non nella percezione di Cubeddu.

L’onorevolissimo, nel lungo commento solidale, punta il dito contro “i mediocri e i disonesti”  “i dinosauri colpiti dal meteorite e pronti per l’estinzione”. Vero. I dinosauri per definizione si estinguono. E vengono colpiti dal meteorite. Capita alla categoria dei politici pro tempore alla quale l’onorevole, con più o meno meriti, appartiene. Chi scrive fa invece un altro mestiere, e non è questione opinabile ma di ruoli. I giornalisti sono coloro che risultino iscritti all’ordine professionale, che abbiano avuto contratti di lavoro giornalistico, che abitualmente esercitino il diritto dovere di cronaca e di critica sui giornali o anche blog, senza concedersi pause né concederne ai detrattori; generalmente i giornalisti non vengono colpiti da meteoriti perché non sono dei dinosauri, anche se all’onorevole non dispiacerebbe. Non si tratta di concetti di difficile comprensione, soprattutto per Cudeddu che la materia la mastica per lavoro. Perché ci sarebbero motivi maledettamente seri per i cui l’onorevole dovrebbe astenersi dal formulare, verso i giornalisti, valutazioni detrimenti sul piano umano e professionale. Egli lavora per l’Inpgi e quindi per i giornalisti che gli pagano lo stipendio e gli pagheranno la pensione. Conosce bene le norme a base della professione, l’articolo 21 della Costituzione, le leggi professionale e deontologica. Motivi per i quali dovrebbe astenersi anche dalla compilazione di liste di proscrizione di giornalisti buoni e cattivi, graditi e sgraditi, opportunisti o mediocri, disonesti o approfittatori, false guide o ciarlatani, perché esse inquinerebbero la ragione stessa del suo lavoro.

L’arroganza del potere sembra però non conosce limiti in questi tempi disgraziati per la politica. E il timore che in questa fase di presa della Bastiglia  pentaleghista il rischio del picco sia dietro l’angolo è concreto. Come le violazione dei più elementari basamenti della democrazia e del rispetto del lavoro altrui (anche quello che non piace). Basterebbe questo a spiegare le assimilazioni istituzionali a certo linguaggio disonorevole che quotidianamente passa sui social media. Anche se  in fondo, sottolinearlo è  inutile. Le scie poco chimiche e molto concrete delle offese profuse contro chiunque dissenta, portano il blocco movimentista in quella direzione. Senza distinzione tra attivismo e rappresentanza.

La decisione di questa replica è stata meditata. Perché in fondo la opinione del deputato andava e perdersi nello stupidario social di marca grillina, lo stesso che ha visto il suo l’apice nelle offese al Capo dello Stato. Una gogna che muove ogni giorno contro chi si espone con idee, pensiero, azioni non unidirezionali. È  il prezzo del dissenso, esercitato anche attraverso la critica giornalistica. Poi, ho ritenuto giusto farlo quel distinguo. Se la omologazione a certi linguaggi trash arriva da chi rappresenta lo Stato, sia esso nelle massime istituzioni della repubblica o in consiglio comunale. Fosse solo per esorcizzare la paura di continuare a esporsi, che potrebbe tradursi in autocensura. Diceva qualcuno che in fondo il giornalismo è proprio questo, è diffondere ciò che qualcuno non vuole che si sappia, il resto sono pubbliche relazioni. 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

1Commento
  • Alessia

    L’atteggiamento anti democratico fa presagire quello che attende alla nazione, povera Italia!

    Giugno 4, 2018

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