Liceo Catullo, una «riffa» ha deciso l’esclusione del 13enne disabile, l’avvocato di famiglia: discriminazione grave
MONTEROTONDO – Una «riffa» per scegliere quali studenti ammettere e quali no. Senza tenere nel giusto conto le disabilità di alcuni. Il metodo aberrante e discriminatorio utilizzato dalla dirigenza scolastica del liceo Catullo di Monterotondo è nelle carte dell’avvocato Vittorio Messa, che tutela gli interessi della famiglia di Marco (nome di fantasia), il 13enne disabile di Fonte Nuova rimasto escluso dalla graduatoria di frequenza per l’anno scolastico 2019/20 (leggi qui). Nella lettera, rimasta per ora senza risposta, inviata dal legale ai vertici amministrativi dell’istituto il 19 febbraio, si legge che l’iscrizione «sarebbe stata negata al ragazzo all’esito di una presunta estrazione a sorte tra giovani che avrebbero riportato il medesimo punteggio»; e che nello stilare la graduatoria, «non si sarebbe tenuta nel debito conto la dirimente circostanza della grave inabilità del ragazzo, per la quale gli è stato riconosciuto l’articolo 3 al comma 3 della legge 104 del’92, oltre all’indennità di accompagno, inabilità che gli impedisce, tra l’altro, di andare a scuola da solo e che dunque incide direttamente sulla sua mobilità, come risultante dalla certificazione che la nostra cliente vi ha consegnato».
Il fatto è ormai noto (leggi qui). Per sfoltire le troppe richieste d’iscrizione, in una condizione di cronica capienza, il consiglio d’istituto del liceo Catullo ha individuato, quale criterio principale per la selezione degli studenti, l’attribuzione di un punteggio maggiore a chi risiede a Monterotondo rispetto alle residenze dei ragazzi del medesimo distretto scolastico, ossia Mentana e Fonte Nuova». Proprio il punteggio inferiore attribuito a Marco per la residenza gli ha precluso la possibilità di iscrizione nella scuola dei sogni, che frequenteranno tra l’altro i suoi amici di sempre.
Per l’avvocato Messa, pronto a rappresentare la famiglia di Marco nelle sedi opportune nel caso in cui la dirigenza negasse una revisione della graduatoria, il giovane è stato vittima di «un grave atto discriminatorio, atto al quale chiediamo formalmente di porre rimedio».