GUIDONIA MONTECELIO – Bruno Ferraro ha già dato un “no” formale a Forza Italia con una lettera chiara nei connotati, da una parte elencando i limiti di una sua discesa in campo, al tempo stesso manifestando la ambizione, spacciata per disponibilità, di correre “a disposizione del partito” eventualmente per un seggio parlamentare. Niente di strano per un uomo avanti con gli anni, già rappresentante di una istituzione (la magistratura) nel ruolo discretamente rilevante di presidente del Tribunale di Tivoli. È abbastanza logico quindi ritenere che se ripensamenti ci sono stati in Bruno Ferraro in queste ore, come da più parti arriva, questi non potrebbero che essere indotti da soggetti diversi da Forza Italia o comunque in combinazione con Forza Italia nel peggiore degli scenari: una ammucchiata anonima, privata dei simboli di partito, piegata nella scelta alle esigenze di autoconservazione di una nomenklatura poco avvezza all’idea di cedere terreno al Movimento 5 stelle.

È il modello del grande blocco già tracciato nel partito della nazione di stampo renziano per riempire spazi più ampi in termini di consenso, ponendosi come alternativa all’antipolitica grillina, divenendo però esso stesso antipolitica e nella forma peggiore: quella delle poltrone. La città di Guidonia Montecelio è stata già laboratorio politico nel 2009 quando la medesima nomenclatura, uguale nei nomi, alla ricerca di un consenso più ampio adattato anche in quel caso al principio dell’autoconservazione, intendeva assimilare con un processo di fusione fredda il Pd e l’Udc. I risultati non vennero davanti a un elettorato confuso. Oggi lo schema si allarga a Forza Italia fino al giorno prima alternativa. A capo dell’esperimento in una città usata ancora come cavia, proprio Ferraro, diventato subito il surrogato di Marco Rettighieri, prima scelta dem svanita in un batter di ciglia per eccesso di rialzo sul mercato di accordi e accordicchi. Il magistrato in pensione, nella struttura adattata dai notabili alle “personali” elezioni regionali e politiche del prossimo anno, finirebbe a capo di almeno due liste civiche o civetta (è più corretto), espressione di Forza Italia da una parte e del Pd dall’altra, i cui simboli sparirebbero dalla competizione elettorale. Un cartello dato (al momento) come alternativo (o almeno parte di esso) al condominio di Civiche di Aldo Cerroni – se è vero che contatti per tirare nella partita i biplanisti di Mauro Lombardo risultano a chi scrive – che diverrebbe così il principale competitor dell’avvocato di Villanova sulla strada di un eventuale ballottaggio contro il Movimento 5 stelle.

Qualcosa di politicamente inimmaginabile per un elettorato provato da scandali e caro imposte. Il modello è figlio dei partiti a livello regionale e nazionale, la delegazione allargata che ha senza pericoli di smentita, interloquito con Bruno Ferraro nelle ultime ore, era composta dai democratici Marco Vincenzi e Bruno Astorre, con delle puntate del parlamentare Andrea Ferro (la mente nella operazione), in quota forzista da Giorgio Simeoni, Francesco Aracri, Claudio Fazzone. Le liste potrebbero essere costruite con i big della nomeklatura dem ed altri dell’arcipelago rubeisiano, l’ex presidente di Cotral Domanico De Vincenzi esponendosi in prima persona, Eligio Rubeis per evidenti ragioni relegato al ruolo di regista dei fedelissimi, almeno (Michele Venturiello e Marianna De Maio?) …Nella strategia (divenuta realtà?) sarebbero pezzi di potere che si assimilano annullando vecchie alleanze, tradizionali simboli e, soprattutto, i partiti di appartenenza attraverso una destrutturazione pilotata, gattopardesca, del consenso. Eligio Rubeis e Domenico De Vincenzi uniti nel translare i propri personalissimi sostegni elettorali su una figura terza, asettica, il magistrato a lungo corteggiato da Forza Italia… (hinterland web dell’11 aprile). Si attendono reazioni dalle altre anime, o componenti, dei partiti di riferimento a livello locale. (hinterlad web del 14 aprile 2017)

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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