POLEMICHE e divisioni  sul termovalorizzatore voluto dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri: il M5s all’assemblea capitolina si è messo di traverso e su iniziativa di Virginia Raggi ha raccolto firme  in giro per i quartieri per dire un «no» incondizionato all’impianto che dovrebbe realizzarsi nella zona di Santa Palomba.

Gli stellati romani, all’opposizione del Pd, non sono i soli schierati contro il progetto con cui Gualtieri ha in mente di chiudere il ciclo dei rifiuti e risolvere una volta per tutte il cronico problema dello smaltimento nella Capitale. Anche nella maggioranza che ha espresso il sindaco non la pensano diversamente da Raggi e compagnia. I consiglieri di Europa Verde e di Sinistra Civica Ecologista si dicono contrari al termovalorizzatore e nei giorni scorsi sono tornati a chiedere a Gualtieri «una maggiore condivisione nelle scelte». Distanze ideologiche, prima che politiche, di difficile soluzione anche alla Regione Lazio, dove i 5Stelle sono al fianco del governatore Nicola Zingaretti, insediati in giunta dove con l’assessore Roberta Lombardi occupano la casella della Transizione ecologica.

Gualtieri ha tracciato la strada e intende andare avanti anche con la costruzione di due gassificatori, pure in questo caso contro le aspettative degli alleati (in Regione e Campidoglio) e di buona parte del Pd (romano e laziale) che negli anni hanno assunto posizioni molto ideologiche sulla questione rifiuti, un approccio demagogico al pari degli stessi grillini. Insomma, questi sono i temi divisivi, o i nodi che vengono al pettine, di un’alleanza progressista costruita a tavolino, in quanto tale soggetta a fibrillazioni continue e a problemi di tenuta. Nelle mutuazioni locali di Guidonia Montecelio, la coalizione progressista si presenta alle elezioni amministrative del 12 giugno a sostegno della candidatura a sindaco di Alberto Cuccuru. Nella terza città della regione per numero di abitanti, l’argomento rifiuti è ai margini del dibattito elettorale. Con la solita salsa addensata di retorica, Cuccuru ha condito un paio di uscite pubbliche sul Tmb dell’Inviolata (che nell’immediato potrebbe servire Roma Capitale in emergenza), mentre sul futuro gassificatore autorizzato al Barco (Tivoli) i sinistri nostrani si dicono contrari anche se a Roma il di impiantisca è gradita al Pd, voluta da Gualtieri e osteggiata dai 5Stelle. Contraddizioni che potrebbero manifestarsi ovunque, con riverberi sulla tenuta dell’alleanza locale tra Pd e M5S al pari di quanto già avviene in Regione Lazio e in Campidoglio. 

Ora, a squarciare il silenzio che avvolge queste questione ci pensa Adalberto Bertucci, candidato di Fratelli d’Italia al consiglio comunale, che punta il dito contro le fragilità strutturali dell’alleanza progressista anche a livello locale, tirando in ballo il candidato Cuccuru.     

«Stupito? No! Era soltanto questione di tempo – scrive Bertucci in una nota stampa in merito alla notizia della raccolta firme contro la giunta di Gualtieri -. Adesso è il momento che la coalizione che si è autodefinita progressista a Guidonia faccia chiarezza, visto che questa città merita trasparenza e onestà, fattiva e non di facciata. Quella tra PD e M5S a livello locale è una alleanza salda? Su quale base intendono governare se il loro saldo, eufemismo, legame vacilla ad ogni alito di vento?. Mi viene da sorridere, se non fosse tutto terribilmente vero».

La conclusione per Bertucci è quindi una ed una sola, la stessa che ha dato Giorgia Meloni nel suo post in merito alla vicenda. «Pd e M5S si sono uniti soltanto per prendere in giro gli elettori e per paura di perdere, questo ormai è un dato di fatto. Poche idee condivise, e anche confuse. Non vorrei – chiude il candidato al consiglio comunale – dover vedere le stesse dinamiche anche a Guidonia. Dove il M5S ha dato ampia prova della sua scarsa capacità governativa e dove il PD continua ad essere preda e vittima di se stesso. Come si pone il candidato sindaco Cuccuru in questa diatriba, che non può che coinvolgerlo? Che garanzie di stabilità propone alla città davanti a questo quadro? E il deputato pentastellato locale, vero, a quanto si dice, deus ex machina della coalizione, tornerà finalmente in città per assumersi il ruolo di garante di una alleanza che somiglia ogni giorno di più ad una nave alla deriva, o resterà ancora chiuso nelle sue stanze, come ha fatto in questi ultimi cinque anni? Quel deputato di quel movimento che doveva scardinare le vecchie dinamiche, lo stesso movimento, ora partito, che oggi è invece ingranaggio a tutti gli effetti della politica peggiore, quella che si fa nei palazzi e mai tra la gente, mai per la gente? Stiamo parlando sempre di quella coalizione che ha scelto uno dei papabili candidati sindaco per il centrodestra nelle scorse amministrative? Se essere progressista significa essere ancorati a queste vetuste dinamiche, aggravante per chi si è autodefinito tale, beh, noi restiamo con convinzione dalla nostra parte. Certi di essere nel giusto. E certi di avere dalla nostra parte tutta quella gente che PD e M5S hanno trascurato. Attendiamo riscontri, siamo qui, ci siamo sempre stati. Noi».

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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