ROMA – Due giorni di camera ardente a partire da oggi presso la sala Nassiriya del Senato della Repubblica.  Poi, i funerali venerdì 10 marzo (alle ore 15)  nella sua Colonna, il piccolo comune dei Castelli Romani dove Bruno Astorre era cresciuto. Così amici, parenti, conoscenti e colleghi della politica potranno dare l’ultimo saluto al parlamentare e segretario del Pd Lazio morto in circostanze drammatiche la mattina del 3 marzo scorso, gettandosi dalla finestra dell’ufficio al quarto piano di Palazzo Cenci nel cuore di Roma.

La camera ardente e i funerali

Giovedì 9 marzo dalle 14 alle 20 e venerdì 10 marzo dalle 9 alle 12 la camera ardente con il feretro di Bruno Astorre sarà allestita nella Sala Nassiriya in Senato, con entrata da Corso Rinascimento. Lo stesso venerdì, fanno sapere dalla cerchia familiare di Astorre, la Protezione Civile allestirà una tensostruttura nel campo sportivo di Colonna, città dei Castelli Romani estremamente cara al senatore e dove è stato anche consigliere comunale a metà anni ’90 del secolo scorso, in via Colle Sant’Andrea a partire dalle 15 saranno celebrati i per i funerali.

L’autopsia e le risposte

Dopo il rinvenimento del corpo, nella tarda mattinata di venerdì 3 marzo, il magistrato di turno ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio e disposto l’esame autoptico che è stato eseguito lunedì 6 marzo. Un atto dovuto, hanno fatto sapere dalla Procura di Roma, al momento, però, non sono pervenute informazioni sulle risultanze dell’autopsia. Gli inquirenti, nell’immediatezza del fatto, hanno sentito parenti, amici, e chi lavorativamente era più vicino ad Astorre. Si cerca soprattutto di capire le ragioni che avrebbero portato il senatore a gettarsi dalla finestra di Palazzo Cenci. Nessun biglietto è stato trovato nel suo ufficio, né messaggi o lettere che possano dare una spiegazione al gesto di mettere fine alla sua vita. Da quel che è emerso nelle ricostruzioni delle ultime settimane di Astorre, come riportato dal Corriere della Sera, «in Senato a febbraio era stato sventato per miracolo un suo primo tentativo di suicidio, afferrandolo sul cornicione poco prima che si lanciasse nel vuoto. In seguito a quel gesto, è stato ricoverato al Policlinico di Tor Vergata, da cui era uscito tranquillizzando medici e familiari il venerdì precedente alla sua scomparsa». La circostanza viene confermata da persone a lui vicine nel partito, che parlano di «una grave condizione depressiva del senatore, che lo aveva spinto già una volta a tentare di togliersi la vita, episodio in seguito al quale era rimasto in stato di degenza all’ospedale Sant’Andrea».

L’ultima mattina

La mattina del decesso, oltre all’intervista delle ore 9 rilasciata alla giornalista Chiara Rai in un bar di Grottaferrata dove appariva lucido e sereno, il senatore aveva chiamato almeno tre amici e colleghi di partito. Una telefonata con Svetlana Celli, presidente dell’assembla capitolina; verso le 11.15, la chiamata a Massimiliano Baldini, dirigente del Pd capitolino: voleva congratularsi per il lavoro ottenuto nella società partecipata Risorse per Roma. E ancora, la conversazione avuta con il consigliere regionale e amico di lunga data Daniele Leodori. A cui Astorre avrebbe dato appuntamento per pranzo. L’ha chiamato dalla macchina, diretto dai Castelli romani al centro di Roma. Come ricostruito dal quotidiano Open «durante il tragitto, vista la disponibilità del consigliere regionale a pranzare insieme, Astorre avrebbe prenotato in un ristorante. Arrivato di fronte agli uffici di Palazzo Cenci, il senatore avrebbe consigliato all’autista di aspettare in doppia fila se non avesse trovato parcheggio. «Mezz’ora al massimo e ripartiamo». Una frase che, forse, sarebbe servita a tranquillizzare l’autista, il quale avrebbe avuto disposizioni di non perdere d’occhio Astorre dopo il tentativo di suicidio».

Pochi giorni prima, il senatore aveva commentato la partecipazione alle primarie in una nota con il presidente del Pd regionale Augusto Gregori: ripartiamo da qui, dall’entusiasmo e dalle file di oggi, per costruire tutti insieme un’alternativa a questa destra di governo, avevano scritto. Bruno Astorre avrebbe compiuto 60 anni l’11 marzo. Era sposato con Francesca Sbardella, sindaco Pd del Comune di Frascati. Senatore dal 2013, prima aveva avuto l’incarico di consigliere regionale nel Lazio dal 2003, poi assessore ai Lavori pubblici dal 2005 e, tra il 2009 e il 2010, era stato presidente del consiglio regionale. La polizia scientifica, nelle ore successive alla morte, ha svolto vari sopralluogo nel suo ufficio e nel luogo della tragedia. Si attendono le risultanze dell’inchiesta.

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AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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