IL PROVVEDIMENTO  è abbastanza abusato dagli enti locali. Lo hanno adottato amministrazioni come Roma, Arezzo, Forli, quella di Guidonia Montecelio ha fatto le prove generali con una ordinanza pasticciata (che non ha suscitato particolari reazioni) del sindaco grillino Michel Barbet, un atto che nemmeno differenzia tra «accattonaggio molesto» e non (obbrobrio). Le modiche al regolamento di polizia urbana, che vietano la elemosina quando per farlo si cagiona disturbo ai passanti, sono dunque normale amministrazione. A Tivoli però sono diventate un caso. L’appiglio per spingere il sindaco civico di Tivoli Giuseppe Proietti ancora di più nel tritacarne, come ormai il capo del Partito democratico Marco Vincezi, il burattinaio nell’ombra, fa da settimane con qualunque cosa riguardi le faccende del Comune di Tivoli. Insomma, un accattonaggio elettorale molesto, perpetrato dal Pd (regionale e tiburtino) ai danni del primo cittadino, riconfermato alla guida del Comune nelle elezioni amministrative di un anno fa. Attacchi ai quali ieri si è aggiunto il sindacato amico, che invece aveva taciuto sul provvedimento asociale di Barbet.

Ecco il comunicato sindacale. Cgil Rieti Roma Est, Cisl Roma Capitale e Rieti e Uil di Roma e del Lazio, in una nota congiunta, ritengono «gravissima la scelta politica del Sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti, di vietare ed in caso sanzionare con ammenda economica le persone che, causa il loro stato di povertà assoluta, chiedono l’elemosina o comunque un aiuto ai loro concittadini nella città di Tivoli».

Vietare l’accattonaggio molesto è un obbligo di legge. Secondo quanto previsto dall’art. 669 bis del codice penale. Una norma introdotta dal decreto sicurezza nel 2018, convertito dalla legge numero132 del dicembre 2018, norma lasciata in vigore dal decreto legge 130 del 21 ottobre 2020 giusto dal Pd al governo del Paese. Schizofrenie. Anche le parti sociali hanno voluto prendere un granchio.

Lo rileva con precisione la replica di Proietti pubblicata dal sito d’informazione Tiburno.tv.
«Non è vero, come dalle proprie pagine Facebook urlano il Partito democratico regionale e quello tiburtino, che il sindaco di Tivoli e l’amministrazione comunale, approvando il nuovo regolamento di polizia urbana, vietino l’elemosina. Il Partito democratico di Tivoli dice cose non vere. Con il regolamento approvato ieri in Consiglio comunale è, invece, vietato raccogliere elemosine che causano disturbo ai passanti, ciò significa, per i meno attenti, che la fattispecie rilevante è unicamente l’elemosina effettuata con modalità moleste, ciò in piena conformità a quanto previsto dall’art. 669 bis del codice penale. Tale norma è stata introdotta dal “decreto sicurezza” del 2018 convertito dalla legge 1.12.2018 n.132 (e lasciato in vigore nel decreto legge n.130 del 21 ottobre 2020 con cui l’attuale Governo Pd ha modificato altri aspetti dei decreti sicurezza). Questa condotta penalmente rilevante, correttamente e doverosamente recepita dal regolamento della polizia urbana, consiste nell’elemosina effettuata con modalità che nulla hanno a che vedere con la carità ma che, piuttosto, s’identificano con l’accattonaggio vessatorio, quell’attività che il dizionario italiano definisce “chiedere elemosina in forma molesta” e che, lo ripetiamo ancora una volta, il nostro vigente codice penale ritiene reato. Solo e unicamente in tale forma, con il regolamento approvato ieri, lo vietiamo a Tivoli».

«Il Pd cita parzialmente – o forse non comprende – l’articolo del regolamento appena approvato: e cioè che è vietato chiedere elemosina causando disturbo. L’articolo 5, comma 1, lettera “n” del regolamento di polizia urbana del Comune di Tivoli dispone testualmente che a tutela del pubblico decoro è vietato “raccogliere questue ed elemosine per qualsiasi motivo causando disturbo ai passanti”, di fatto riprendendo alla lettera quanto già disposto dal precedente regolamento comunale approvato nel marzo del 2010. È necessario, evidentemente, chiarire che i legislatori hanno inteso colpire quel tipo di elemosina molesta proprio nel significato che il Consiglio comunale di Tivoli ha voluto limitare nell’interesse generale della cittadinanza, approvando tale divieto nel regolamento di polizia urbana. È evidente quindi che anche il Pd nazionale ha manifestato attenzione a questo tipo di problemi: attenzione alla quale, invece, il Pd di Tivoli non è in sintonia. Il Pd di Tivoli prima di dire cose non vere, dovrebbe informarsi sulle leggi e non diffondere ai cittadini false informazioni ed evidenti erroneità. Questa è un’amministrazione che vuole contrastare modi di elemosinare tracotanti e petulanti e guarda ai bisogni veri delle fasce più deboli, come ha dimostrato sempre, come ha mostrato nella prima fase della pandemia e come dovrà fare ancora purtroppo nel suo riacutizzarsi. Prevenire la povertà e il disagio con azioni sociali e di sostegno piuttosto che vederli riversarsi in strada, dove viene calpestata la dignità dell’essere umano: sono queste le sfide che una nobile forza politica deve saper raccogliere».

Il regolamento di polizia urbana, terminata la sua pubblicazione, è automaticamente efficace e vigente. È così nelle amministrazione che hanno già recepito le novità normative introdotte dal decreto sicurezza e in quelle che si apprestano a farlo. Toccherà anche al Comune di Guidonia Montecelio che lavora in commissione proprio a una revisione degli indirizzi, che consenta (anche) un giro di vite sulle varie forme di commercio abusivo. Per ora, l’unico provvedimento dannoso e in contrasto con le leggi vigenti è una ordinanza del sindaco del sindaco di Guidonia Montecelio che vieta l’elemosina tout court. Anche quella non molesta. NE ABBIAMO SCRITTO QUI: Il blitz dell’Arma al Pip fa scattare l’ordinanza (leghista) di Barbet che vieta l’accattonaggio e l’elemosina.

Un provvedimento passato inosservato nella sua stessa maggioranza. Oggi Maurizio Celani, consigliere comunale 5Stelle, faceva lo gnorri nella disinformazione più totale. Così, criticando Proietti e il suo regolamento, il grillino ha evidenziato tutto il suo disappunto. Dimostrando di non saper guardare in casa. Sono i limiti della democrazia rappresentativa.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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