La guerra da inviata (la prima), le donne e l’amore da romanzo per Panagulis: il mito Oriana Fallaci
ORIANA Fallaci è stata la prima giornalista italiana a raccontare la guerra (del Vietnam) come inviata speciale. Oggi, come non mai, con il conflitto ucraino russo nel cuore dell’Europa, le parole di Oriana Fallaci sono forti e attuali nel descrivere «la guerra come inutile e sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre».
È «la sanguinosa follia» avrebbe continuato a ripetere se fosse viva la scrittrice, giornalista, come detto inviata nelle zone più calde del mondo, intervistatrice e, da giovanissima, membro della resistenza nella guerra di liberazione dal nazifascimo. Una figura anche divisiva, decisamente poco amata dalla Cultura dominante, ma anche libera, attualissima. Ha scritto tanto di donne e di uomini, regalandoci, tra gli altri, «Se nascerai donna», una raccolta di testimonianze, dichiarazioni e risposte di cantanti, attrici di Cinecittà, star di Hollywood, icone della moda come Coco Chanel o Mary Quant, ma anche di personaggi di altissimo profilo nella vita pubblica come Golda Meir, Indira Gandhi e Kate Millett.
Oriana Fallaci nacque a Firenze nel 1929. Giornalista, saggista, osservatrice raffinata dei costumi del suo tempo, è stata autrice di dodici libri, con i quali ha venduto venti milioni di copie in tutto il mondo. Tra i più famosi, ricordiamo «Niente e così sia», un reportage sulla guerra in Vietnam che è quanto di più attuale esista; «Lettera a un bambino mai nato», best seller con due milioni di copie vendute in Italia e due milioni e mezzo nel mondo; «La rabbia e l’orgoglio» scritto a seguito dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001; «Intervista con la storia», una raccolta di interviste con alcuni dei più celebri personaggi politici e non solo. La più famosa fu quella con l’ayatollah Khomeini, apostrofato come «tiranno» dalla giornalista che si tolse il chador di fronte a lui.
«Un uomo», è il libro dedicato al compagno Alekos Panagulis, un testo che ha venduto 3 milioni e mezzo di copie. Panagulis fu un intellettuale e attivista per la democrazia e i diritti umani, rivoluzionario che partecipò alla lotta armata contro la dittatura dei colonnelli in Grecia, il suo paese di origine. Partecipò anche all’attentato contro il dittatore Georgios Papadopoulos nel 1968 a causa del quale venne perseguitato, torturato, e a lungo imprigionato fino alla sua liberazione, avvenuta nel 1973, proprio grazie all’intervento decisivo della Fallaci che organizzò un blitz per fargli lasciare il Paese portandolo in Italia con un aereo. In seguito, rientrato in Grecia, divenne deputato al parlamento per il partito liberaldemocratico, era il 1974, ma morì due anni dopo in un misterioso incidente stradale mentre indagava sui rapporti segreti intrattenuti da alcuni membri del nuovo governo con i militari all’epoca del regime. Panagulis è tuttavia famoso soprattutto per l’amore turbolento vissuto con Oriana Fallaci nella Roma Felliniana di quegli anni. e per essere diventato il protagonista del libro più famoso della scrittrice: «Un uomo». La Fallaci fu la sua compagna di vita dal 1973 al 1976 e, attraverso quel testo, riuscì a renderlo famoso nel mondo come simbolo della resistenza ai regimi autoritari.
Il 14 dicembre 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha insignito la scrittrice con una medaglia d’oro quale «benemerita della cultura». Oriana Fallaci morì a Firenze nel 2006, dopo una lunga lotta con la malattia che le fu diagnosticata all’inizio degli anni Novanta. Lascia un patrimonio culturale di enorme valore alle giovani generazioni di donne. Ogni anno, nel giorno della festa dell’8 marzo, la retorica ci porta a farci le stesse domande: perché le donne fanno ancora così paura? A Oriana Fallaci, sessant’anni fa, fu chiesto di andare a vedere come stavano le donne nella parte meno conosciuta del mondo. Accettò di fare quel viaggio e, oltre agli articoli, pubblicò un libro «Il sesso inutile». E racconta: «Come un tale che non si ricorda di avere le orecchie perché ogni mattina se le ritrova al suo posto e solo quando gli viene l’otite si accorge che esistono – ammette la Fallaci nella prefazione – ho capito che i problemi fondamentali degli uomini nascono da questioni economiche, razziali, sociali, mentre i problemi fondamentali delle donne nascono anche e soprattutto da questo: il fatto di essere donne». E ancora: «Non alludo solo a un certa differenze anatomica. Alludo ai tabù che accompagnano quella differenza anatomica e condizionano la vita delle donne nel mondo». Cara Oriana, molte cose sono cambiate in questi decenni. Ma non questa verità.