GUIDONIA – Dovunque ci si giri al Comune di Guidonia Montecelio il ritornello è lo stesso: c’è poco personale. Da mesi i sindacati e le opposizioni consiliari parlano di «bomba a orologeria» innescata dai pensionamenti e quota 100. Richiamando senza giri di parole l’indirizzo pentastellato a una presa di posizione chiara sul futuro occupazionale dell’Ente. La richiesta è stata per mesi una soltanto: programmazione. Che ovviamente continua a mancare. L’Ente è al collasso, le procedure di mobilità aperte nei mesi scorsi per l’inserimento in pianta organica di nuove unità lavorative si sono perse strada facendo, su tutte quella per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di un dirigente finanziario. La montagna ha insomma partorito il topolino. Non a caso Giovanna Ammaturo, consigliere di Fratelli d’Italia, pone a questo punto la più retorica delle domande: a che serve l’indirizzo politico, uscito due anni fa dalle urne nelle sembianze stellate, se a mancare è ormai il Comune inteso come assetto burocratico? Perché pagare consiglieri comunali di maggioranza, assessori e sindaco, che in teoria dovrebbero indicare le cose da fare, se negli uffici manca il personale utile a tradurre quelle indicazioni in procedure amministrative?

Emblematico è il caso dell’ufficio Commercio dove un solo impiegato non riesce a gestire le oltre mille pratiche in giacenza. La mancata programmazione del personale ha poi prodotto situazioni paradossali, a tratti esilaranti. Come la nomina a capo dei vigili urbani del segretario generale Livia Lardo, graduata per caso in assenza del comandante Marco Alia. O la vicenda del dipendente agostano, arruolato al Comune di Venafro (Isernia) a fine luglio e subito promosso dirigente con decreto del sindaco Michel Barbet. Senza badare troppo alle procedure normate e ai richiami di legge, nella emergenza più nera, il funzionario Nicolò Roccolino si è così ritrovato dirigente finanziario nel terzo comune del Lazio. Un incarico della durata di un mese,  part time da 24 ore settimanali fino al 22 agosto per il molisano, ancora però saldamente insediato nelle stanze economiche dell’Ente. Nonostante il contratto della dirigenza non sia applicabile alla categoria D d’appartenenza, né egli sia passato attraverso la selezione prevista dall’articolo 110 del decreto legislativo 267 del 2000.

Sulla nomina  di Roccolino è intervenuto pesantemente il consigliere del Partito democratico  Emanuele Di Silvio parlando di «designazione illegittima. Il solito paradosso targato 5Stelle. Il sindaco – spiega il dem – nel tentativo di correre ai ripari in un settore al collasso ha infatti conferito un incarico dirigenziale ad un funzionario del Comune di Venafro che sarà in comando per 24 ore settimanali presso il Comune di Guidonia. Tutto ciò in palese violazione dei regolamenti comunali e del Ccnl enti locali che, per questa tipologia di incarico, prevedono l’obbligo di mansioni svolte a tempo pieno presso l’ente. Si rischia il caos amministrativo contabile: tutti gli atti che verranno siglati dal neo arrivato saranno nulli, compresi gli equilibri di bilancio, in discussione presto in consiglio comunale».

L’assise comunale si riunisce giusto oggi, lunedì 26 agosto e, è facile prevederlo,  la questione del Personale dell’Ente sarà al centro della discussione. Anche per via dei criteri con cui la giunta grillina ha indirizzato la distribuzione degli incentivi economici a quei funzionari selezionati per incarichi apicali. Tecnicamente sono le attribuzioni delle posizioni organizzative. Tutto previsto da una legge del 2018 che ha imposto alle amministrazioni locali di seguire procedure più chiare e uniformi nella scelta dei responsabili degli uffici, ma tradotta dalla giunta grillina in un pasticcio bello e buono: una delibera i cui indirizzi risultano non solo in contrasto con il nuovo regolamento comunale, ma che con atto arbitrario annullano  le «pesature» (punteggi) già stabilite dal Nuval, l’organismo di valutazione delle perfomances di dirigenti e funzionari apicali. Mauro De Santis, consigliere del Polo Civico, promette battaglia contro una procedura che definisce «lacunosa, controversa e illegittima. E per la quale il gruppo che rappresento ha già avviato segnalazione alla Procura della Corte dei Conti e l’Anac, l’agenzia nazionale anticorruzione».

Di cose strane ne succedono altre al chiuso delle stanze di Palazzo Guidoni. E meritano menzione. Possibilmente risposte. È il caso del nuovo regolamento dell’avvocatura comunale varato dalla giunta a fine maggio 2019 che non sembra (ancora) definire ruoli né responsabilità. Al netto dell’autonomia professionale riconosciuta al «professionista legale» Antonella Auciello, non è chiara la reale esistenza e consistenza dell’avvocatura come area della pubblica amministrazione guidoniana. Anche per il nuovo regolamento è settore apparentemente distinto dagli altri, che in autonomia continua a impegnare e liquidare somme per fornitori di beni e servizi, attingendo da propri capitoli di spesa. A firmare gli atti è Livia Lardo, non da dirigente ma da segretario generale. Una anomalia amministrativa oltre che contabile. Questa però è un’altra storia… To be continued

 

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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