GUIDONIA – La domanda sarebbe semplice: qual è il senso di preservare dagli atti vandalici uno stabile già vandalizzato all’ennesima potenza, per il quale non rimarrebbe altro da fare che buttarlo giù? Ricostruirlo costerebbe meno che restaurarlo. Allora, qual è la natura della comparsata del sindaco davanti alla Palestra di Villalba distrutta prima dal fuoco e poi dall’incuria di anni (gli ultimi) di abbandono?. «La messa in sicurezza è una necessità per evitare atti di vandalismo», ha detto Michel Barbet con una ennesima narrazione, ormai oltre la realtà e la più sfrenata fantasia. Nel senso che le cose che dice il sindaco sono inverosimili al punto da indurre chi ascolta o legge a domandarsi se sia più in grado di distinguere il vero dal falso, il reale dal virtuale. Sta di fatto che qualche giorno fa, accompagnato dalla Corte, il sindaco si è recato a Villalba per girare un video, con l’assessoressa cuturale Elisa Strani e l’onnipresente presidente della commissione cultura Matteo Castorino. E cosa ha detto d’altro? In un idioma sempre più incomprensibile, ha spiegato inoltre che «la palestra ha un debito pregresso delle vecchie amministrazioni di centinaia di miGLIaoni di euro… e che e tuttora è ipotecaton… questo purtroppo ci impedisce di poter ridare alla cittadinanza finché non saranno pagati i debiti e ovviamente, successivamente…ehhhh… ripristinare coi lavori in sicurezza più totali». Ecco l’altra narrazione  del «buco» che è stata all’origine dei successi elettorali di Barbet e dei 5Stelle.

La narrazione del «buco» nei conti pubblici

I fatti sono stranoti: il Comune di Guidonia Montecelio nel 2016 aveva un disavanzo di Bilancio tra i 41 e 45 milioni, generato principalmente da mancate entrate tributarie e da sentenze definitive che hanno condannato l’Ente ad accantonamenti milionari nelle voci di spesa. Per questo motivo, il commissario prefettizio, arrivato all’indomani dello scioglimento del consiglio comunale per mancata approvazione del bilancio di previsione, avviò la procedura di adesione, poi perfezionata dai grillini nel 2017, al piano di riequilibrio dei conti pubblici, ottenendo in prestito 25milioni dallo stato. L’indebitamento è una condizione che riguarda migliaia di Comuni italiani. Antonio Picarazzi da Tivoli, esperto di bilanci degli enti locali, già assessore alle Finanze, qualche giorno fa, in una videoconferenza incontro, ha attribuito al comune tiburtino un disavanzo di bilancio di 41 milioni di euro. Più che un «buco» una voragine» in rapporto alla popolazione e alle risorse, che a Tivoli sono a spanne la metà di Guidonia Montecelio. Giusto per chiarire con calzanti parallelismi lo stato dei conti pubblici nei Comuni dell’area. A Monterotondo lo sbilanciamento tra le mancate entrate e le uscite è di 43milioni di euro. Nessuno di questi enti, al momento, ha però pensato di avviare le procedure del piano di riequilibrio, perché gli amministratori non hanno alcuna necessità di alimentare le narrazioni politiche del «buco» nei conti, un pretesto che a Guidonia viene usato da Barbet per non fare le cose.

Una ipoteca legale non è una procedura esecutiva

Così, la palestra di Guidonia, distrutta dal fuoco nel 2015 (incendio doloso), diventa l’emblema di questa incapacità dell’amministrazione grillina. Fino alla comparsata ultima del sindaco, accompagnata dalla narrazione della mancanza di soldi e della ipoteca legale che grava sulla struttura, e che impedirebbe qualunque intervento dell’amministrazione. Un messaggio falso e infondato, non aderente alla realtà dei fatti. Eccoli: è successo a un certo punto che Equitalia, l’ex agente della Riscossione, abbia iscritto il gravame conto terzi. Soggetti, privati o enti previdenziali, che vantano crediti con il Comune di Guidonia Montecelio. L’ipoteca è stata iscritta per un ammontare (la storia la raccontò Tiburno qualche mese fa) che è intorno al 1.200.000,00 euro; una somma, da prassi, pari al doppio del debito comunale. La circostanza va spiegata ancora meglio: una ipoteca legale non è una procedura esecutiva. La struttura è ancora nella piena proprietà dell’Ente locale, non risultano precetti né pignoramenti. E stupisce il fatto che nessuno in questi anni abbia concordo con Equitalia un piano di rientro anche a rate. Come normalmente avviene in milioni di famiglie italiane. Niente di straordinario. Contestualmente, Barbet poteva inventarsi qualcosa, trovare finanziamenti, ideare un progetto di recupero, di demolizione e ricostruzione, non c’erano o ci sono impedimenti contabili o di sequestri giudiziari. Non c’entra il «buco» nella vicenda della palestra comunale di Villalba, ma l’incapacità di progettazione di una giunta inadeguata. L’ultima domanda alla quale Barbet continua a non rispondere è su che fine abbiano fatto i ristori liquidati dall’assicurazione. Lo stabile aveva una polizza contro gli incendi dolosi? Sarebbe ora di fare chiarezza.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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