GUIDONIA – Un’area (privata) è a Villa Adriana, a ridosso del casello autostradale di Tivoli, nei pressi della proprietà di circa 160.000 mq della clinica psichiatrica di Colle Cesarano. Ma anche il territorio di Guidonia Montecelio sarebbe nel cono di interesse della Regione Lazio a trazione centrodestra, in questi giorni impegnata nella ricerca di una nuova collocazione per il Nuovo Ospedale Tiburtino (Not), dopo le incompatibilità (presunte) denunciate dal presidente Francesco Rocca e dall’assessore alle Infrastrutture Manuela Rinaldi, nate da problemi di natura idrogeologica che sarebbero presenti nel lotto di proprietà della Asl Rm5 situato a via Cesurni, Tivoli Terme, e scelto nel 2019 dalla Regione governata (allora) da Nicola Zingaretti e dal centrosinistra, assessore alla Sanità era Alessio D’Amato, per costruire il Not.

L’area di via Cesurni, a Tivoli Terme, interessata dalla costruzione del Nuovo Ospedale Tiburtino

Ipotesi Guidonia Montecelio

L’area guidoniana di interesse, anch’essa di privati (Cer Immobiliare Srl? Nuova Guidonia Srl?) si trova invece dalle parti della 28 bis, rientrante nel raggio ristretto del Casello autostradale della A1: da quanto si apprende, «libera» dal «Vincolone» apposto nel 2016 dal Ministero (ex) dei Beni Culturali su complessivi 1900 ettari (circa) di territorio, grazie alle rimodulazioni post osservazioni e al nuovo Piano territoriale paesaggistico regionale (Ptpr) licenziato alla Pisana nel 2021. Il lotto (o i lotti) di cui al momento è difficile definire l’estensione, viene collocato dai tecnici esperti in sviluppo urbanistico, come abbastanza prossimo alla via di Tor Mastorta, naturale prosecuzione di Via della Selciatella: a un tiro di schioppo da Guidonia centro.

Altre ipotesi «alternative»

Ma ci sarebbe anche un outsider (solo all’apparenza) nel ventaglio di alternative al vaglio. La zona?. Ancora Villa Adriana, dove insiste un’area «anche maggiore di quella in cui è stato progettato il Nuovo Ospedale Tiburtino» di proprietà di Claudio Abolizione, imprenditore del cioccolato nell’industria «La Luisa» di via Maremmana inferiore, legami con Luisa Proietti già manager dell’azienda, nonché politicamente impegnata nel partito della Lega di Salvini della tiburtina, consigliera regionale Laura Cartaginese. In una lettera aperta al giornale online Tiburno.Tv, Abolizione rivela la sua intenzione di «regalare» il terreno che divide con un socio. Ne fa una descrizione appetibile. «Si trova in via Maremmana inferiore, nei pressi dell’uscita autostradale del Casello di Tivoli della A24, direzione San Vittorino». Chi segue la vicenda con interesse, calpestando quotidianamente i corridoi della Pisana, dice che le «alternative» in corso di valutazione sarebbero tre, forse quattro ma che «al momento si tratta di voci, ipotesi in cerca di conferme».

Droghei e Valeriani (Pd) interrogano Rocca

Intanto, al consiglio regionale del Lazio, una interrogazione ECCOLA, CLICCA E LEGGI depositata lo scorso 5 marzo da Emanuela Droghei e Massimiliano Valeriani del Partito democratico chiede conto a Rocca dei ripensamenti recentemente intervenuti sull’area di «Cesurni». Anche al Comune di Guidonia Montecelio molto si muove intorno al Not. Giovedì 7 marzo, a battere un colpo, sono stati i 4 consiglieri Emanuele Di Silvio, Mario Lomuscio, Rossella Nuzzo e Simone Guglielmo (gruppo del Pd). Una mozione ECCOLA, CLICCA E LEGGI indirizzata al presidente della assemblea Erick D’Alisa, investe il sindaco Mauro Lombardo e la giunta «a promuovere ogni iniziativa utile e propedeutica alla realizzazione dell’Ospedale Tiburtino nei luoghi stabiliti, ovvero a proporre agli organi competenti, laddove l’ubicazione prevista non fosse ritenuta tecnicamente idonea, un’area presente all’interno del comune di Guidonia Montecelio o comunque limitrofa». Se ne discuterà in consiglio comunale.

I ripensamenti di Rocca e Rinaldi

Ma come si è arrivati a bocciare l’area di sedime, precedentemente data per certa?. A scatenare il putiferio di polemiche, da una settimana presente su tutti i media, erano state alcune dichiarazioni dell’assessore alle infrastrutture della Regione Lazio, in quota Fratelli d’Italia, Manuela Rinaldi. «Le elevate criticità idrogeologiche», presenti nell’area di Cesurni, per essere superate «comporterebbero uno sforzo notevole per le casse della Regione Lazio». Tutto scritto, spiegava l’assessore, «nella relazione per il progetto di fattibilità dibattuta nella conferenza dei servizi preliminare sul PFTE (Progetto di fattibilità tecnico economica), nel corso della quale sono stati espressi pareri tali che ci hanno obbligato ad ipotizzare un’altra area dove far sorgere il Nuovo Ospedale Tiburtino». A stretto giro, Rocca rincarava la dose: «Purtroppo il progetto che noi abbiamo ereditato su quel terreno presenta delle criticità che noi dobbiamo affrontare in conferenza dei servizi, ma abbiamo già approntato un piano B su un altro terreno. L’ospedale si farà».

Smentiti gli studi preliminari e di fattibilità

Eppure, quella individuata per la costruzione del Not è un’area pubblica (una decina di ettari dei 300 scarsi ereditati dalla Asl dall’ex Pio istituto Santo spirito) su cui si sono concentrati ben due studi preliminari e di fattibilità. Su commissione della Asl Rm5, nel 2020, toccò al geologo Giuseppe Gugliuzza confezionare la relazione sullo stato geologico dei luoghi, seguita dallo «studio di Ingegneria naturale» dell’ingegner Ferdinando Ferone di Valmontone. La fattibilità preliminare, si dice in gergo tecnico, segnalava le «criticità idrogeologiche» e la presenza di zampilli provenienti dalle sorgenti di acqua solfurea. La zona era, inoltre, quella «delimitata» dalla delibera della giunta della Regione Lazio numero 1159/2002 come a rischio sink-hole. Quel fenomeno di sprofondamento del terreno che caratterizza un’area estesa e fortemente urbanizzata tra i quartieri di Tivoli Terme, Albuccione e Villalba di Guidonia. Ferone, nella relazione conclusiva, suggeriva quindi, nello studio esecutivo da intraprendere, «sondaggi geognostici, anche profondi, di numero adeguato all’ottenimento di tutti i parametri necessari». Concludendo, tuttavia, che «allo stato attualeper quello che concerne gli aspetti geomorfologici e idrogeologici generali, non sono evidenziabili criticità degne di nota».

Seguiva, nel 2022, l’affidamento della progettazione di fattibilità tecnico-economica definitiva ed esecutiva del Nuovo Ospedale Tiburtino al raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Proger, e composto da Manens-Tifs, Steam, Inar,  Studio Ingegneria Maggi e Suissemed, costato alla Regione Lazio più di 6 milioni di euro nell’ambito di un investimento complessivo (già iscritto nel bilancio regionale) del valore di oltre 204 milioni di euro. Uno dei più importanti interventi attuati dalla sanità pubblica della Regione Lazio, quello del nuovo polo ospedaliero da circa 400 posti letto, esteso su un’area di 83.000 mq. Nemmeno dal progetto esecutivo sarebbero emerse criticità di «particolare entità», ad esclusione del rischio idrogeologico, classificato però per l’intera area di Tivoli Terme e di Guidonia Montecelio, dove si è costruito e si continuano ad autorizzare progetti di espansione urbanistica.

Alessio D’amato, che con il Presidente Rocca ha ingaggiato un acceso botta e risposta, ha detto che «quella del nuovo ospedale Tiburtino è un’area pubblica su cui sono stati fatti tutti gli studi preliminari e di fattibilità, è servita dalle principali linee di comunicazione su ferro e su strada ed è stata sottratta al degrado e alla speculazione. Tutte le verifiche già eseguite – ha aggiunto – escludono una incompatibilità con il progetto dell’ospedale». Per l’ex assessore, è inoltre singolare che «due mesi fa la giunta regionale del Lazio, con delibera n. 898 del 14 dicembre 2023, abbia approvato l’intervento per la realizzazione del Nuovo Ospedale Tiburtino a Cesurni, e che oggi cambi idea. Mi domando perché in due mesi vi sia stato questo repentino cambio di marcia». Un ripensamento che potrebbe mettere a rischio addirittura il finanziamento di 204 milioni. Lo chiedono Valeriani e Droghei nell’interrogazione. Vogliono sapere da Rocca «se lo spostamento su “sito alternativo” del Nuovo Ospedale Tiburtino, possa compromettere l’utilizzo dei fondi e delle risorse già previste».

Il progetto definitivo del Not dà all’edificio una forma circolare, con vista sui monti tiburtini

Senza contare che la costruzione in altro loco, comprometterebbe intrinsecamente l’orientamento architettonico impresso dai progettisti. A cominciare dalla struttura ideata come un involucro circolare, che presta attenzione «alla sostenibilità ambientale» ottimizzando l’esposizione al soleggiamento delle facciate in vetro, dove «ogni singola stanza può godere della vista verso la campagna e verso lo skyline dei monti tiburtini all’orizzonte». Così il progetto esecutivo definitivo è stato acclamato sulle riviste di architettura, un ospedale definito «di eccellente livello qualitativo, accogliente per i cittadini e in sinergia con l’ambiente circostante». Ci si chiede, allora, se davvero sia tutto da cestinare. Dopo l’ospedale, stessa sorte, potrebbe toccare alla limitrofa «piattaforma logistica» prevista su quella zona «a vocazione industriale» da una programmazione urbanistica che ha fatto lievitare i prezzi dei terreni edificabili. «Cesurni» non era considerata la nuova «centralità» dell’asse tiburtino?. L’area è, in modo coincidente e contraddittorio, al centro (anche) di progetti di espansione dell’offerta termale ed edilizia, direttore d’orchestra, il ragionier Bartolometo Terranova con le società di casa come la pubblico privata Acque Albule Spa, la Fincres Spa, sul versante guidoniano con titolo sulla Cer Immobiliare Srl e la Nuova Guidonia Srl (salvo cambiamenti di denominazione e assetti, se intervenuti recentemente). Un’area resa strategica dal raddoppio della linea ferroviaria Roma Pescara, dalla nuova stazione di Rti, da una viabilità su gomma equidistante dai tre Caselli autostradali di Guidonia (A1), Tivoli e Settecamini (A24). Il rischio idrogeologico?. Investe una zona davvero estesa. 

Il Piano d’assetto idrogeologico tinge di rosso le aree maggiormente a rischio dissesto

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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