LUI è Nicola Morra, non uno qualsiasi nel grillismo ortodosso rimasto fedele al motto al «minimo dubbio, nessun dubbio», un modo per dire che sulla legalità non si transige, non ci devono essere sfumature di valutazione. Con parole pesanti come pietre, lo scandalo di «Concorsopoli» arriva dunque nelle alte sfere del M5S, al vertice della Commissione Parlamentare Antimafia, affidate da Nicola Morra a un post su Facebook: «Mi piange il cuore a leggere di queste indagini della magistratura a carico anche di chi pensavo fosse nella mia stessa trincea – scrive -. Spero sempre che si possa dimostrare l’infondatezza di queste accuse, ma ad ora la questione è assai grave. Non si può affermare l’onestà come valore imprescindibile e poi razzolare scorrettamente…non va bene! Conoscevo un MoVimento in cui, “al minimo dubbio, nessun dubbio”».

Nel riverbero locale di Guidonia Montecelio, le parole come pietre di Morra sembrano intanto avere sortito l’effetto di allontanare dal M5S Claudio Caruso, anche lui discepolo dell’antimafia e della legalità, (di stamattina l’annuncio: Grazie di tutto ma non siamo più compatibili, l’addio di Claudio Caruso ai 5Stelle), ma aprono un ulteriore punto di osservazione sui fatti accaduti e sul ruolo del consigliere regionale Devid Porrello: si tratta del 5Stelle membro dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio, istituzione al centro di «Assuntopoli». Per ora lo scandalo ha portato alle sole dimissioni di Mauro Buschini, il presidente Dem dell’assise regionale. Invece i componenti della Presidenza, i due vice tra cui Porrello e i consiglieri d’aula, restano al loro posto nonostante il pressing delle opposizioni di Fratelli d’Italia, unico partito a non essere rappresentato all’interno dell’Ufficio. E sembra avercela proprio con Porrello Nicola Morra, con quel vice di Buschini che, dall’interno della Presidenza del Consiglio regionale, ha avallato la scelta di assorbire nuovo personale tra gli idonei del concorso carrozzone di Allumiere, ben sapendo che piazzato in posizione utile per l’assunzione c’era il suo collaboratore e portaborse Matteo Manunta, a sua volta ex consigliere comunale a Civitavecchia e delegato della Città metropolitana di Roma. Manunta è stato dirottato al Comune di Guidonia Montecelio dopo avere rifiutato l’assunzione alla Pisana dove hanno trovato posto 16 degli idonei. Identico gran rifiuto arrivato da Marco Palumbo, consigliere Dem di Roma capitale e da Massimo D’Orazio, assessore al Comune di Isola del Liri nel frusinate: sono tra i 9  arrivati nel palazzo guidoniano il 31 dicembre scorso grazie allo scorrimento della «graduatoria dei miracoli».

Poi, si è scoperto che tutti i «famosi» presenti in quella graduatoria erano stati assunti tra la Pisana e numerosi Comuni della Provincia di Roma, e che erano legati al Pd, soprattutto, ma anche al M5S: Come Manunta, appunto, «pescato» proprio dal Comune di Guidonia Montecelio a guida grillina del sindaco (e amico) Michel Barbet, stessa componente di Devid Porrello. Sarà adesso la Procura di Civitavecchia, l’unica al momento ad avere aperto un fascicolo contro ignoti, a fare luce sulle dinamiche e le stranezze che hanno caratterizzato la procedura concorsuale prima («Concorsopoli» Allumiere, il trucco dei pari merito ha allungato a dismisura la graduatoria degli idonei) e successivamente la fase delle assunzioni. Ad escludere o confermare la presenza di una regìa politica dietro le scelte fatte da più enti nello stesso momento: tra Natale e Capodanno del 2020.

Intanto Porrello alla Regione Lazio è da poco entrato in maggioranza e governa con il Pd. Il patto tra le forze politiche è stato sancito poche settimane fa con l’ingresso nella giunta di Nicola Zingaretti di due assessori: Valentina Corrado e Roberta Lombardi. Assordante è il silenzio di tutto il M5S regionale sullo scandalo. Nessuno parla con la sola eccezione di Francesca De Vito. «Difficile rimanere in silenzio -ha detto al Fatto Quotidiano – soprattutto quando si tratta di difendere quell’idea di istituzione sana che i cittadini meritano. Non stiamo discutendo di violazione delle regole e delle procedure ma di etica ed opportunità politica».

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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