A Guidonia qualche amministratore dello stesso colore politico (il movimento 5Stelle) dovrebbe iniziare a preoccuparsi. Il IV municipio romano è territorio di prossimità ed è sommerso dai rifiuti. La esasperazione dei cittadini, organizzati in comitati, ha portato nei giorni scorsi i vertici del parlamentino locale ad organizzare un incontro con i tecnici di Ama, rappresentanti del comune; a rispondere alle domande dei residenti per conto della giunta municipale c’era l’assessore all’ambiente, il pentastellato Piergiorgio Angelucci,“risolveremo la situazione con metodo Tmb” ha detto testualmente. Poi ha aggiunto:  abbatteremo “i livelli di concentrazione di CO2 (anidride carbonica ndr)” sottraendo il pattume (oggi dato alle fiamme) dalle strade per destinarlo in impianti di selezione. Poi però, alla domanda se si stesse progettando la realizzazione di un Tmb in IV municipio, Angelucci ha negato “No, stavo parlando in generale”. In effetti l’impianto c’è ed è di prossimità (il municipio tiburtino arriva fino a Settecamini). Si trova all’Inviolata e lo hanno realizzato le società del magnate della munnezza Manlio Cerroni. L’impianto è oggi in possesso di una regolare autorizzazione, è ancora sottoposto a sequestro preventivo su provvedimento della Procura del Tribunale di Tivoli per violazione di leggi in materia di abusivismo edilizio, di fatto però già superato da sentenze della giustizia amministrativa (nel primo grado di giudizio) e dalla disposizione del Consiglio dei ministri che, l’antivigilia di Natale, ha bypassato gli stalli burocratici dando il via libera al rinnovo della autorizzazione integrata ambientale, il nulla osta all’entrata in funzione dell’impianto fino al 2014.

Certo, la vicenda è ancora impantanata nelle maglie di una opposizione strenua dei legal-ambieltalisti locali, giocata totalmente (e fino ad ora inutilmente) nelle sedi della giustizia amministrativa e penale. Decine sono stati gli esposti, i ricorsi e controricorsi, tuttavia, per come le vicende giudiziarie si sono incardinate nella giurispudenza in questi anni, gli avvocati di Cerroni sembrano correre verso la meta palla al piede e vento in poppa. Solo il tempo (sempre meno) metterà la parola fine ai procedimenti pendenti (se ce ne sono e ce ne saranno) e la sensazione che il countdown sia cominciato, ce l’hanno in fondo anche gli strenui, sempre più nervosi ambientalisti locali, consci che la parola fine al “contenzioso” trentennale tra i “Craini” di Umberto Calamita e Manlio Cerroni (a beneficio di quest’ultimo) cancellerebbe tout court più di qualche rendita di posizione, lasciando l’elité del legal-ambeintalismo nostrano sepolta sotto qualche quintale di carta inutile (quella dei ricorsi).

Un preambolo necessario a spiegare il clima (avvelenato, privo di qualunque lucidità) nel quale l’impianto di Tmb dell’Inviolata si appresta ad entrare in funzione a 12 anni dalla presentazione del progetto regionale, nella incapacità manifesta della amministrazione cittadina di governarne il processo in questa fase cruciale. La emergenza romana spinge su Guidonia con tutta la inadeguatezza (anche) della giunta capitolina di affrontare pragmaticamente le criticità, consegnando di fatto la programmazione di un settore fondamentale per la qualità della vita dei cittadini a un già annunciato commissariamento, autorizzato dalla emergenza a scavallare logiche di territorio e esigenze di campanile. Il sindaco di Guidonia Montecelio Michel Barbet  e i legal-ambientalisti che ha nella nella pancia della sua stessa maggioranza di governo, come “i dieci piccoli giuristi” di un gioco di ruolo continuano con l’esercizio della peggiore retorica di specie che non lascia intravedere alcuna soluzione programmatica alla quale, al contrario, il capo dell’amministrazione dovrebbe lavorare su delega di tutti i cittadini e con senso di responsabilità.

Nel gioco di società c’è anche l’assessore capitolino ai rifiuti Pinuccia Montanari, M5Stelle, che ancora ieri si è detta convinta di riuscire a costruire impianti di preselezione in 36 mesi per portare Roma fuori dalla emergenza. La capitale è al collasso nel suo sistema di smaltimento del rifiuto domestico, l’Ama negli impianti tratta 700 mila tonnellate l’anno di indifferenziata a fronte del milione e 700 mila prodotta, solo il 6% viene oggi destinato al recupero, né si può credere che l’accordo chiuso (sempre ieri) dal Campidoglio con la Rida Ambiente di Aprilia per il trattamento di 40 mila tonnellate, sia risolutivo. Nel quadro appena descritto è evidente che il Tmb di Guidonia sia destinato a divenire centrale nel futuro piano di gestione regionale, ed è prevedibile che il comune di Roma e la Città metropolitana, entrambi a guida 5Stelle, lo indichino quale sito primario per regolarizzare lo smaltimento proprio dei quartieri di prossimità come il IV municipio dove, “da Colli Aniene a Ponte Mammolo, da Tor Cervara a Monti Tiburtini e Pietralata, l’emergenza rifiuti si vive da mesi tra secchioni stracolmi, roghi tossici, topi e insediamenti abusivi”. L’agenzia di stampa Dire che se ne è occupata nei giorni scorsi ne ha scritto come di una nuova “terra dei fuochi nel quadrante Est della Capitale”, a due passi dal Tmb dell’Inviolata aggiunge chi scrive .

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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