Tar boccia l’ordinanza anti-prostituzione di Proietti, da cestinare quella di Barbet: limitano l’autodeterminazione personale
PER ORA la ordinanza da cestinare è quella del sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti, ma stessa sorte dovrebbe toccare d’ufficio all’omologa guidoniana, emanata identica nei contenuti da Michel Barbet sull’onda di una spasmodica ricerca di visibilità e consenso. Adesso il Tar del Lazio, chiamato in causa per ragioni di principio dal Comitato per i diritti civili delle prostitute, ha stabilito che il provvedimento di Proietti ha travalicato le prerogative sindacali di intervento per motivi di contingibilità e urgenza, e con sentenza pubblicata venerdì 29 marzo ha annullato gli effetti dell’ordinanza «antiprostituzione» del novembre 2018. Per i giudici, l’ingerenza dei sindaci, praticata al solo scopo di determinare un «nuovo proibizionismo in materia di prostituzione», è da considerarsi illegittima negli atti prodotti, nel caso di specie fino vietare «a chiunque di assumere atteggiamenti o indumenti (non meglio specificati) tali da manifestare l’intenzione di adescare o di esercitare l’attività di meretricio, di contattare, anche solo verbalmente, o chiedere prestazioni a persone dedite all’attività di prostituzione».
Per chiunque violava tali obblighi viene (veniva) stabilita una multa di 500 euro. Un contenuto, per gli avvocati che hanno sposato al causa del Comitato e oggi anche del Tar, emanato «in assenza di tutti i parametri di legge stabiliti per esercitare il potere sindacale straordinario, ma soprattutto in violazione dei diritti costituzionalmente garantiti alle persone coinvolte». Ma c’è un altro passaggio a scrivere un precedente importante messo nella giusta rilevanza dal Tar del Lazio, ossia come questi provvedimenti determinino una «illegittima contrazione della sfera di autodeterminazione personale». Un passaggio che potrebbe non riguardare le sole ordinanze antiprostituzione. Il diritto all’autodeterminazione è infatti quel riconoscimento della capacità di scelta autonoma e indipendente dell’individuo che non può né deve essere limitato dai sindaci in innumerevoli altri ambiti, tra i quali il gioco d’azzardo. Proprio il provvedimento di Barbet che «regolamenta» gli orari nelle sale slot sarà oggetto di esame da parte del Tar del Lazio. Si attendono sviluppi nelle prossime settimane.