I COMUNI di Guidonia Montecelio e di Tivoli in fuga dal Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano, la società consortile di categoria che raggruppa 21 aziende del settore estrattivo e lapideo. Il 26 dicembre scorso l’amministrazione della terza città del Lazio ha pubblicato il bando per la dismissione delle proprie quote societarie pari al 10% dell’intero pacchetto, valore nominale: 2.699,07 euro. Lo stesso percorso ha intrapreso il Comune di Tivoli, titolate di un altro 10% nel Consorzio che, va ricordato, venne costituito nel 1989 in attuazione della legge regionale n. 47/89.
Per i Comuni di tratterebbe di un passaggio obbligato. Una dismissione dettata dal rispetto di nuove norme di recente introduzione. In particolare dell’articolo 26 del Dlgs numero 175/2016 sull’alienazione delle quote nelle società partecipate da parte degli Enti Locali. Una legge interpretata in maniera estensiva che starebbe portando i due Comuni a compiere «una scelta nefasta». In primo luogo, a commettere l’errore sarebbe l’amministrazione di Guidonia Montecelio a guida Pd-M5S. Che già in consiglio comunale, il 6 ottobre del 2020, aveva votato e approvato il piano di dismissione, invitando poi le aziende del Cvtr a partecipare alla manifestazione d’interesse facendo valere il loro diritto di prelazione come prevede lo Statuto della società. Un invito caduto nel vuoto per cui l’asta aperta dall’Ente è ora rivolta a soggetti terzi. Ma chi potrebbe essere interessato all’acquisto di quote di un consorzio industriale tra i più importanti in Italia e nel mondo che opera con finalità di promozione territoriale? Se lo chiede Vincenzo De Gennaro, titolare di aziende che detengono alcune concessioni minerarie, autore di una lunga lettera d’intenti indirizzata nei giorni delle feste al sindaco di Guidonia Montecelio, Michel Barbet, ai vertici politici e burocratici dell’Ente.
Una lettera con cui l’imprenditore non nasconde rammarico e preoccupazione per «la notizia della messa all’asta, nel giorno di Santo Stefano, della quota di partecipazione del Comune di Guidonia Montecelio nel Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano. Bisogna contrastare con forza questa nefasta decisione del Comune, che non avrebbe possibilità di ritorno, rischiando di trascinare nell’errore anche il Comune di Tivoli. La partecipazione pubblica dei due Enti locali nel CVTR è importantissima per potenziali progetti e finanziamenti futuri, e soprattutto per le programmazioni d’area vasta che presto dovranno essere avviate per il recupero ambientale e la riconversione post industriale del territorio tiburtino, con le competenze progettuali e la spinta propulsiva, ora inter-istituzionale, proprio del Centro di valorizzazione».
De Gennaro richiama dunque «le nobili finalità della legge istitutiva dei Centri di Valorizzazione ancora vive e valide oggi. Non è assolutamente vero che si è costretti a vendere la quota pubblica, la norma che viene invocata è forzatamente interpretata, ed appare piuttosto mossa da avversioni preconcette verso il Distretto Industriale Estrattivo, come la perseverante questione delle esuberanti valutazioni dei terreni in sottozona D3 e le infondate pretese tributarie ai fini Imu, recentemente smentite anche nelle competenti sedi giudiziarie. Va invece rilanciata la più ampia collaborazione tra gli Enti per la produzione di specifici servizi locali di pubblico interesse, che nelle aree distrettuali produttive sono gravemente carenti da decenni».
«Possiamo e dobbiamo opporci all’impoverimento istituzionale del Centro – conclude l’imprenditore –  per le nostre stesse aziende, i tanti lavoratori del settore, per tutto l’indotto e le attività economiche locali, di oggi e di domani. Aggiungo altresì che si ritiene politicamente scorretto per una amministrazione uscente mandare all’asta e stroncare a fine mandato un legame antico e viscerale quale quello tra la rappresentanza dei tessuti socio-produttivi del Travertino e gli Enti comunali preposti alla tutela e promozione della principale risorsa presente sul nostro territorio, quando a breve una nuova amministrazione potrebbe essere di orientamento opposto. Un danno all’intero settore produttivo che sta silenziosamente per divenire irreparabile, per cui chiedo all’amministrazione del Comune di Guidonia di rivedere la propria decisione. Al presidente, ed all’intero consiglio di amministrazione del Centro di Valorizzazione, di vigilare su questa brutta vicenda e, nel caso, di attivarsi prontamente per contrastare l’ardito tentativo di svendere le quote pubbliche, con tutte le proprie forze e di tutti coloro che hanno compreso l’importanza di salvaguardare un mestiere antico, una cultura millenaria e la preziosa risorsa internazionalmente nota con il nome di Travertino Romano».
AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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