Guidonia – «Il fondo crediti di dubbia esigibilità» è una voragine di 134milioni. Escalation dell’evasione
GUIDONIA – Il 2020 è stato l’anno nero in cui la passività registrata attraverso questa particolare voce di bilancio ha raggiunto la cifra record di 137.412.003,41 euro. Ma anche nel 2021 le cose non erano andate meglio, con un segno negativo di 134.720.067,08 euro. Numeri monstre che arrivano dal cosiddetto «fondo crediti di dubbia esigibilità», il quale raggruppa quei crediti, in larghissima parte rappresentati da entrate tributarie, su cui il Comune di Guidonia Montecelio, con ogni eventualità, non riuscirà mai più a mettere le mani.
Negli ultimi 6 anni, i numeri ufficiali dell’Ente raccontano una escalation. Nel 2017 (anno d’insediamento del M5S al governo della città) il fondo registrava passività per 78.325.725,93 euro, l’aumento progressivo dei crediti deteriorati arrivava a 100.038.937,50 euro nel 2018. E a 119.660.167 nel 2019. Una montagna di soldi sottratti alla spesa corrente dell’Ente che fotografano ancora una volta, da diversa angolazione, le criticità croniche del sistema di riscossione dei tributi comunali (affidato in concessione alla Tre Esse Italia Srl), voce che più di tutte incide nella formazione del «fondo crediti di dubbia esigibilità».
Evasori di Tari
Ovvero «la percentuale della persone che non pagano la tariffa sui rifiuti». A fotografare la situazione, un anno fa, era stato il dirigente all’ambiente Alberto Latini. «La Tari si divide tra utenze domestiche e non domestiche – aveva spiegato Latini a gennaio del 2021 nel corso di una diretta streaming con l’ex sindaco 5Stelle Michel Barbet – il problema non è la povera gente intesa come me, come voi, che c’ha casa e la paga, sono le utenze non domestiche i grandi evasori. È difficile recuperarli perché spesso sono costruiti sulle scatole cinesi, Srl, Srls, Scarl, ve lo dice uno che era un ex avvocato e che le sa ‘ste cose. A Guidonia non si riesce a recuperare. A oggi il pagamento spontaneo (della Tari ndg) è tra il 60 e i 65%, con il recupero (coattivo ndg) si può arrivare al 75, il resto (per coprire il costo totale del servizio dei rifiuti ndg) ce lo mette il Comune. Soldi sottratti alla cura della piante, delle strade. Questo è il problema che si deve affrontare».
I numeri dell’evasione
Numeri preoccupanti (aspettando quelli dell’ultimo anno) relativi alla sola Tari: nel 2021 circa la metà dei contribuenti (il 44,32%) ha evaso la Tari e solo il 55, 68 l’ha pagata. A fronte di entrate stimate per 14.117.268,00 euro, solo 7.861.002,24 euro sono entrati nei conti correnti del Comune, determinando uno squilibrio di bilancio di 6.256.266,00 euro. Una voragine relativa al solo anno 2021. Ma andando indietro nel tempo si scopre che le cose non andavano meglio. Nel 2019 mancavano all’appello entrate per 4.984.627,00 euro riferibili al 34,79% di contribuenti che non ha pagato la Tari, a fronte della quota riscossa che è stata di 9.334.144, 32 euro. Nel 2019 la spesa presuntiva del servizio era stata di 14.429.880,85,00 euro. D’altro canto, nel 2018, la riscossione ordinaria della Tari si era fermata a 9.969.032,00 euro, a fonte di entrate previste per 14.429.880,85 euro, ciò significa che ben 4.460.848,41 euro – pari al 30,91% della morosità – non sono stati riscossi. Somme mai entrate nelle casse del Comune. Il tasso di morosità è aumentato esponenzialmente negli anni di governo dei 5Stelle. Se è vero, come lo è che nel 2017, anno d’insediamento dell’ex amministrazione, l’evasione era decisamente più contenuta. Con 4.349.285,9 euro non versati, pari al 28,52%, contro il 71,48% rappresentato dai 10.902.079,47 euro incassati da Tre Esse Italia Srl. Addirittura meglio del 2016, quando si era registrata una morosità del 31,54%, l’equivalente di 4.149.319,16 euro, a fronte dei 9.007.453,44 euro incassati e pari al 68,46%. Grazie a una semplice operazione matematica è dunque corretto affermare che dai conti correnti del Comune, relativamente agli ultimi 5 anni, mancano entrate per circa 23 milioni di euro. E il buco riguarda la sola Tari. Perché prendendo a riferimento le altre entrate tributarie le cose vanno peggio.
Per Alberto Cuccuru, assessore al Bilancio nell’amministrazione civica, il dato relativo al «fondo crediti di dubbia esigibilità» non deve sorprendere.
«Il fondo dei crediti di dubbia esigibilità è costituito per neutralizzare, o quantomeno ridurre, l’impatto negativo sugli equilibri di bilancio generati dalla presenza di situazioni di sofferenza nelle obbligazioni attive. Viene determinato – spiega – per ciascuna entrata soggetta a svalutazione secondo quanto previsto dai principi contabili e si calcola come media del rapporto tra gli incassi in conto residui e l’importo dei residui attivi all’inizio di ognuno degli ultimi cinque anni».
«I crediti di dubbia esigibilità possono essere definiti come posizioni creditorie per le quali esistono elementi che fanno presupporre un difficile realizzo, dovuto anche all’ampliamento dell’attività di accertamento. Il FCDE -aggiunge l’assessore – viene costituito dalle quote del risultato di amministrazioni vincolato nei precedenti esercizi e dall’accantonamento effettuato nell’esercizio cui si riferisce il rendiconto. In occasione del riaccertamento ordinario 2021, previsto dal par. 9.1 del Principio Contabile Applicato della Contabilità Finanziaria, il Comune di Guidonia Montecelio ha stralciato dal conto del bilancio tutti gli impegni ed accertamenti che non sottendono ad obbligazioni giuridicamente perfezionate ed esigibili. Questa operazione ha implicato una riduzione delle entrate dal conto del bilancio (che incide negativamente sul risultato di amministrazione) e ha implicato la relativa e proporzionale riduzione del FCDE. Dai dati sopra esposti si evince infatti una riduzione del Fondo rispetto all’anno precedente. Uno degli obiettivi di questa amministrazione – conclude -è senz’altro il miglioramento degli incassi cosi da portare ad una riduzione del FCDE e una revisione di tutti i residui attivi dell’Ente. Sono stati aperti diversi tavoli tecnici, fin dallo scorso mese di luglio, tesi a trovare scelte condivise con i soggetti terzi interessati per “liberare” risorse, ora accantonate nel fondo in questione, che possano essere utilizzate per il bene della città».