Guidonia, una raffica di decreti ingiuntivi destabilizza il sistema di smaltimento dei rifiuti. Raccolta nel caos
GUIDONIA – C’è il superiore interesse dell’Ente da tutelare ed è giusto recuperare il dovuto dalle aziende che «acquistano» il rifiuto domestico per lavorarlo e destinarlo al riuso, ma è vero anche che al Comune di Guidonia Montecelio la schizofrenia amministrativa produce paradossi. Così, mentre gli uffici fanno fatica a individuare i siti di conferimento per carta, plastica, metalli, terre di spazzamento stradale, umido e ingombranti, e sono costretti a ricorrere agli affidamenti diretti e alle proroghe di servizi essenziali per la presenza di un monopolio che azzera la concorrenza delle gare pubbliche, la giunta 5Stelle promuove decreti ingiunti verso le aziende che non versano, in parte, il corrispettivo dovuto. Aprendo contenziosi che certamente non aiutano la risoluzione bonaria delle controversie e vanno a incidere negativamente sulla qualità del servizio al cittadino.
È il caso di Avr Spa, l’impresa di via degli Abeti che ricicla i rifiuti derivanti dallo spazzamento delle strade, fogliame incluso. La società avrebbe accumulato un debito con l’Ente di circa 600 mila euro negli anni 2017 e 2018. L’ex dirigente all’Ambiente Rocco Olivadese, a luglio scorso, aveva elencato i crediti maturati dall’Ente chiedendo al sindaco Michel Barbet di «tutelare il superiore interesse dell’Ente attraverso il ricorso per decreto ingiuntivo davanti al Tribunale di Tivoli». Procedure che la giunta ha adottato con una sfilza di delibere pubblicate negli ultimi due giorni sull’albo pretorio online. Il contenzioso aperto ha coinciso con il caos nel servizio di spazzamento di strade e marciapiedi con mancata raccolta del fogliame e con lo stop al conferimento dei rifiuti ingombranti.
Ufficialmente il fermo che ha mandato il tilt il sistema di raccolta e pulizia delle strade e dei marciapiedi è stato causato dalla chiusura momentanea della discarica di Colle Fagiolara dove Avr smaltisce i sovvalli o scarti di lavorazione delle terre di spazzamento, costringendo la Tekneko a interrompere il servizio; un cortocircuito che ha generato disservizio e disagi per i cittadini. Anche per quanto riguarda lo stop al conferimento degli ingombranti presso l’isola ecologica di via Lago dei Tartari la versione del Comune individua la causa nella sovraproduzione, da parte dei cittadini, della frazione dei rifiuti ingombranti compresi legno e materassi. Il raggiungimento delle quote preventivate nel 2019, pari a circa il 150% rispetto al 2018 – fanno sapere da Palazzo Guidoni – non ci consente di derogare ulteriormente sia nei volumi che nella spesa economica: a far data dal 26 novembre il servizio è sospeso fino al 31 dicembre. Certo è però che nella contemporaneità di questi fatti la Fitals Srl, che tratta giusto lo smaltimento degli ingombranti in parte con la Gino Porcarelli e co. Srl, sia finita nel mirino dei riscossori comunali, destinataria di decreto ingiuntivo per somme che sfiorano i 20mila euro, (così il dettaglio delle fatture: 42,90 euro; 744,89 euro; 13.603,48 (già incassati euro 10.883,18 euro); 13.986,72 euro; 1.721,72euro e 329.25 euro).
A finire nel girone del recupero crediti anche altre aziende che operano per contro del Comune. Alcune destinatarie di decreti ingiuntivi per pochi euro. È il caso della Linea Ecologica Mangias Srl che smaltisce oli usati e deve versare all’Ente appena 216,70 euro. La Innocenti Srl, che ha provveduto al trattamento di rifiuti non pericolosi quali plastica, legno, carta, metalli vari, vetro e pneumatici, non sarebbe invece in regola con i versamenti di 5 fatture relative al 2014 per un ammontare che sfiora i 30mila (4.753,87 euro; 4.935,37 euro; 5.026,78 euro; 10.207,12 euro; 4.589.64 euro). La Paoletti Ecologica Srl avrebbe sommato debiti relativi a due fatture di 82,50 euro e 395,45 euro. Perfino la Rebibbia Recicla società cooperativa di ex carcerati che si occupa di trattamento e smaltimento di altri rifiuti non pericolosi non avrebbe versato i corrispettivi per 77.385,44 euro; 196.336,80 euro; 211.307,80 euro; 84.256,70 euro; 77.114,40 euro, totale: 650mila euro. Infine la Linea Ecologica Mangia Srl: il debito ammonta a 216,70 euro.