GUIDONIA – Le notizie arrivano alla stampa «per vie traverse» e, come nel caso della prevista entrata in funzione del Tmb il 9 gennaio, sono fondate e trovano conferma. Il quotidiano la Repubblica indicava l’esatta data in un articolo pubblicato qualche giorno fa: non sbagliava. Questo sito di informazione indipendente, nella cura delle proprie fonti giornalistiche, verificava con alcuni tecnici della cosiddetta «filiera Cerroni», che il giorno indicato per l’entrata in esercizio dell’impianto era effettivamente il 9, prima fase: il collaudo «a caldo». Poi, l’avvio è saltato. Rinviato di qualche giorno (si parla adesso di giovedì 12). Probabilmente, informano le stesse fonti, per la necessità di abbassare i riflettori sulle proteste dei soliti noti, i 5Stelle urlatori seriali. I quali, quando erano al comando del Comune di Guidonia Montecelio, hanno attivato una strategia dilatatoria con atti rivelatisi inutili, perfino dannosi per le casse dell’Ente se si pensa ai 60mila euro di incarichi legali pagati (dai cittadini contribuenti) al famoso avvocato amministrativista Xavier Santiapichi per produrre ricorsi seriali contro tutto ciò che riguardava il Tmb, dai lavori di via dell’Inviolata ai rinnovi autorizzatori licenziati dalla Regione Lazio.

L’approdo della fallimentare politica ambientale grillina, in 5 anni, sono stati esclusivamente i giudici amministrativi. Le cause perse? Un’infinità. Una strada senza sbocco che non ha evitato (né eviterà) l’apertura dell’impianto. Ha detto bene  il sindaco (l’attuale) Mauro Lombardo, «tutti gli atti prodotti dall’amministrazione 5Stelle sono ancora vigenti, mai revocati». Al netto dei ricorsi persi al Tar, si sono rivelati cartaccia inutile a scongiurare l’apertura del Tmb.

Ma questa politica dei «no» urlati, delle barricate con 20 persone, tipo quella andata in scena la mattina del 9 gennaio all’Inviolata, è figlia di una sindrome che ha criminalizzato gli impianti di smaltimento rifiuti, creando nel Lazio una emergenza continua. Un risultato perseguito anche con un’attività scaltra e insinuante di voluta disinformazione che ha indotto le persone a credere che il Tmb fosse a forte impatto ambientale, inquinante, nocivo per la salute, che «moriremo tutti di tumore». Nel diffondere false informazioni i 5Stelle si sono rivelati maestri. Alcune sono nella storia delle fake news. Come quella che vorrebbe l’impianto «nel cuore del Parco dell’Inviolata». Falso: il Tmb  è all’esterno dalla Riserva ormai da 20 anni e al centro di un’area industriale. Tanto basta per capire l’inaffidabilità dei personaggi, da cui è meglio non prendere le parole per oro colato.

Certo, non è facile spiegare ai cittadini che cos’è e come funziona un impianto di trattamento meccanico biologico come quello realizzato all’Inviolata. In pochi sanno che non brucia rifiuti, né emette inquinanti in atmosfera o nel sottosuolo, né causa dispersioni di materia. Che non è una discarica né ha una discarica di servizio: è un impianto industriale costruito in zona industriale, legittimo nelle procedure come ripetutamente sentenziato dal Tar del Lazio, un impianto a norma di legge che doveva servire alla città se i 5Stelle, con la loro politica ottusa, non avessero fatto le barricate anche quando governavano. Oggi, la beffa più grande, è che l’impianto sarà usato per i rifiuti romani, mentre Guidonia conferisce i suoi in giro per il centro Italia, arrivando a pagare 185 euro + iva per smaltire una tonnellata di organico o di «indifferenziata» e aumentando la Tari.

Lo psicodramma vissuto anche nella circostanza del collaudo mancato, è la diretta conseguenza della mancanza di corrette informazioni a disposizione dei cittadini. Un compito che dovrebbe assolvere la politica spiegando le cose in modo semplice e comprensibile e che invece, quelle stesse informazioni, le manipola per convenienze elettorali o, peggio, rinunciando alle verità fattuali per la paura di perdere consenso.

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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