GUIDONIA – Le scosse di terremoto che nelle scorse settimane si sono registrate a Guidonia Montecelio e nell’area ad est della Capitale hanno origine tettonica e nessuna correlazione con l’attività umana legata all’estrazione del Travertino Romano. Lo ha definitivamente chiarito Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) spazzando il campo da fraintendimenti e disinformazione. «La natura di questi piani di movimento – ha spiegato il professore riferendosi all’attività sismica – avviene a 7/15 chilometri di profondità e sono fenomeni assolutamente naturali. Le attività estrattive, a poche decine di metri, non hanno nessuna possibilità di arrivare ad interferire con il fenomeno tettonico. Da un punto di vista della meccanica della roccia le attività estrattiva dovrebbe addirittura diminuire il carico, in ogni caso non c’è alcuna relazione tra la sismicità e l’attività umana. Non c’è possibilità di correlazione».

Rischio sismico, il convegno organizzato dall’amministrazione comunale

I fenomeni sismici

Di «rischio sismico» si è parlato in un convegno che il Comune di Guidonia Montecelio ha organizzato il 28 gennaio scorso nella Sala conferenze della parrocchia San Giuseppe Artigiano, a Villanova. «In Italia – ha spiegato Carlo Doglioni –  nel 2022 si sono registrati 16mila terremoti: uno ogni 35-40 minuti. Non si tratta di un dato che deve allarmare, poiché è in linea con quanto avvenuto negli ultimi anni. La gran parte dei terremoti, poi, ha una magnitudo inferiore ai 2 gradi, e solo 258 sono stati quelli con una forza compresa tra i 3 ed i 3,9.  Si tratta della magnitudo registrata a Guidonia nelle settimane scorse (LEGGI Negli ultimi 40 giorni 8 scosse registrate con epicentro Guidonia, 2 Fonte Nuova. Lo «sciame sismico» fa paura). Sono scosse che si possono definire leggere».

Per fornire un parametro di riferimento, le scosse più importanti che si sono verificate negli ultimi anni, sono quelle avvenute a Norcia, che raggiunsero i 6,5 gradi della scala Richter il sistema di misurazione della intensità sismica su scala mondiale. «Ogni secolo si verificano, in Italia, 20-25 terremoti distruttivi. Basta che la magnitudo sia superiore a 5, in genere intorno ai 5,5 gradi se avvengono vicino ad un abitato, per essere particolarmente dannosi», ha aggiunto il presidente dell’Ingv.

La faglia appenninica

I terremoti nell’area tiburtina sono causati prevalentemente della faglia appenninica. Rispetto a quest’ultima, è stato spiegato nel corso del convegno, si sa che esistono delle faglie che separano i monti Lucretili dalla vallata di Tivoli. «A Montecelio – ha ricordato il presidente dell’Invg – si vedono questi piani di movimenti che affiorano, e le zone di Tivoli e di Guidonia Montecelio, sono caratterizzate da queste strutture attive. Significa che la zona è soggetta a terremoti».

Da sinistra, Claudio Ridolfi presidente di Aivem; Carlo Doglioni, massima autorità dell’Ingv; l’ingegner Stefania Arangio di Aivem; Mauro Lombardo, sindaco di Guidonia Montecelio

Aivem: l’importanza della prevenzione

Quello che non è facile determinare, è la forza con cui i terremoti potranno presentarsi. Quindi la possibilità che avvengano con tale intensità, per quanto imprevedibile, esiste. Cosa fare? Prevenire attraverso un migliorando delle classi sismiche delle abitazioni in cui si vive. Un consiglio che vale per Guidonia come per Roma. per la provincia e per l’Italia tutta.

Lo hanno spiegato gli ingegneri Claudio Ridolfi, presidente dell’associazione Ingegneri volontari per l’emergenza (Aivem), e Stefania Arangio, consigliere dell’Ordine ingegneri di Roma e Provincia e formatrice dei comunicatori del progetto «Io non rischio». Per i due tecnici occorre insistere su «azioni di previsione, prevenzione e mitigazione degli effetti dei terremoti». Perché, hanno spiegato, «la conoscenza del territorio, l’individuazione e la quantificazione dei rischi sugli immobili» dovrebbe diventare centrale nell’attività di prevenzione per mettere al riparo un bene prezioso che è la propria abitazione». L’individuazione e la quantificazione dei rischi permettono di prevedere eventuali disastri e calamità naturali, con l’obiettivo di ridurre al minimo i possibili effetti collaterali.

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AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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