GUIDONIA – Uno schema di delibera rimasto segretissimo. Proposto da chi non è dato sapere. Che però sarebbe in attesa del parere tecnico di legittimità del segretario generale Livia Lardo. Nei resoconti della Presidenza del consiglio comunale, messi per iscritto, l’atto doveva stare al riparo dalle curiosità delle minoranze, perché ancora nella fase endoprocedimentale (in preparazione) e dunque non soggetto al diritto d’accesso dei consiglieri comunali che ne facevano richiesta.

Con questa presa di posizione, Loredana Terzulli, da un paio di mesi alla guida della seconda istituzione del Comune di Guidonia Montecelio, ha catapultato la spinosa faccenda della rimodulazione delle commissioni direttamente all’attenzione dell’anticorruzione (Anac, nazionale e comunale) e della Procura della Repubblica di Tivoli per violazione dell’articolo 43 del Tuel (il Testo unico degli enti locali), che pone tra gli obblighi dei consiglieri quello di ottenere dagli uffici tutte le notizie e le informazioni utili all’espletamento del proprio mandato. A presentare l’esposto è stata Arianna Cacioni della Lega.

Il caso dello schema di delibera sulla rimodulazione delle commissioni, presumibilmente proposto dai 5Stelle e negato ai colleghi d’opposizione, ieri ha creato non poche tensioni durante l’ennesima, in pochi giorni, riunione dei capigruppo. Convocata per fissare gli ordini del giorno di due sedute di consiglio comunale, inizialmente previste per oggi, martedì 29 settembre, e per giovedì 1 ottobre ma poi slittate al 6: settimana prossima. Una riunione dove gli scontri verbali hanno toccato il culmine proprio sul nodo delle commissioni. Quando si è scoperta l’esistenza di uno schema di delibera di iniziativa grillina, tagliato a misura delle esigenze della maggioranza, che con larga probabilità non rimodella la rappresentanza in base ai gruppi neo costituiti. Ma è stato soprattutto il comportamento omissivo di Terzulli di negare gli atti a spingere Arianna Cacioni a presentare l’esposto all’Anac e alla Procura della Repubblica.

Il fatto delle commissioni è noto e tiene banco da settimane

Con l’attuale situazione i 5Stelle potrebbero perdere domani mattina la presidenza di tre commissioni consiliari strategiche come i Lavori pubblici, l’Ambiente, il Commercio e Attività produttive dove sono ormai in minoranza. I 5Stelle, incalzati dalle opposizioni di Lega e Fratelli d’Italia, sono alle prese con la richiesta di una rimodulazione delle commissioni permanenti, che tenga conto dei nuovi equilibri dopo l’uscita di tre consiglieri dal movimento e dal gruppo consiliare. Così, pur di mantenere lo status quo, i grillini hanno chiesto l’intervento del Presidente del consiglio comunale Loredana Terzulli, che nei giorni scorsi si era rivolta anche alla Prefettura di Roma. Formulando un unico quesito al rappresentante del governo sul territorio provinciale: noi grillini, possiamo tenerci la maggioranza di 6 consiglieri su 10 in tutte le commissioni, come da regolamento comunale del 2015, riformulando in questo modo la composizione iniziale nel rimpasto imminente?
Niente da fare è stata la riposta del Prefetto. Gli organi di funzionamento del consiglio comunale devono rispettare il criterio della proporzionalità data dalla nuova rappresentanza dei gruppi neocostituiti come quello dell’ex 5Stelle Claudio Zarro (oggi nel Misto) e di AttivaGuidonia di Anna Checchi e Lorena Roscetti. Tutti all’opposizione dell’amministrazione a guida Michel Barbet. La fotografia dell’aula è oggi di 12 (esclusa Terzulli ballerina) consiglieri in maggioranza e altrettanti all’opposizione e non più di 15 a 9. Lo chiede la legge ha rilevato il Prefetto: l’articolo 38, comma 6 del dlgs 267/2000, nei punti vincolanti, indica, appunto, il rispetto del criterio di proporzionalità nella composizione delle commissioni. I consiglieri Arianna Cacioni (Lega) e Giovanna Ammaturo (Fratelli d’Italia), insieme ai colleghi del Polo civico Mauro De Santis, Mario Valeri e Mario Proietti chiedono il rimpasto, secondo il nuovo rapporto numerico tra maggioranza e opposizioni, che nelle commissioni non è più di 6 a 4 ma di 5 a 5.  Ma sulle sorti delle commissioni pesa lo schema di delibera misterioso che invece non terrebbe conto delle indicazioni arrivate anche dal Prefetto. Dove i 5Stelle avrebbero l’esigenza di ribadire che la maggioranza, astratta dai numeri, ha il diritto di rimanere tale nella composizione delle commissioni. Ed è per questo che Terzulli avrebbe inventato l’escamotage pur di non mostrare l’atto alle opposizioni. Un caso per Anac e Procura, appunto.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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