GUIDONIA – Il ricovero, la custodia e il mantenimento in vita degli animali randagi costeranno al Comune di Guidonia Montecelio la cifra choc di 1.980.000 euro nel prossimo triennio. Una media di 660.000 euro l’anno. Gli importi sono riportati nel «Programma biennale degli acquisti di forniture e servizi 2023/2025 Guidonia Montecelio – Area Lavori pubblici Manutenzioni e Patrimonio» allegato al Documento unico di programmazione della spesa (Dup), uno degli atti propedeutici al Bilancio di previsione 2023/25 licenziato dalla giunta civica il 15 maggio scorso.

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I costi dei cani randagi hanno subìto notevoli incrementi nell’ultimo quinquennio. Ai tempi dell’amministrazione 5Stelle, nell’anno  2018, la stessa voce pesava sul previsionale di spesa per 550mila euro. Idem nel 2019. Un’escalation della spesa insostenibile anche in un’ottica comparativa. Basti pensare che lo stesso Comune, nel periodo di riferimento, spenderà «solo» 883.567 euro l’anno per l’assistenza ai disabili, attraverso l’erogazione del servizio distrettuale del centro diurno. Peraltro, nel Dup, non è previsto alcun finanziamento per la costruzione del canile municipale. Una soluzione in house contenitiva dei costi (dopo l’investimento iniziale), che però non piace ai civici al governo della terza città del Lazio. La programmazione di una spesa triennale, sembra infatti indicare la chiara volontà dell’amministrazione di appoggiarsi (ancora) alle strutture private che operano a prezzi di mercato e a scopo di lucro.

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Il Comune di Guidonia Montecelio, nel 2022, ha inoltre (colpevolmente) perso il treno dei finanziamenti a fondo perduto erogati dal ministero dell’Interno e destinati agli Enti in condizioni di dissesto e pre-dissesto per la costruzione di nuovi canili. Il Comune di Napoli, come quello di Guidonia Montecelio soggetto ai vincoli del Piano pluriennale di riequilibrio finanziario, ha portato a casa 1 milione di euro. Il bando, pubblicato in Gazzetta Ufficiale a maggio 2022 (termine per presentare le domande era il 18 giugno) è stato ignorato dall’amministrazione Pd-M5S in quel momento al timone del Comune. Né gli uffici, che risulti, hanno battuto colpo improntando gli iter di rito. Eppure, quel decreto ministeriale, finanziava con un contributo di 10 milioni, per l’anno 2022 (fonte sito del Viminale) esclusivamente «i Comuni strutturalmente deficitari, in stato di predissesto o dissesto finanziario, per la progettazione e la costruzione di nuovi rifugi per cani randagi. Risorse finanziarie per i canili da mettere a norma di legge e per costruirne di nuovi».

Va ben spiegato che in quel momento di particolare caos, con l’amministrazione pentademocratica e l’ex sindaco grillino Michel Barbet agli sgoccioli del mandato, Palazzo Guidoni era ancora concentrato sulla fase post gara d’appalto (quadriennale) del valore di 2.133.000 euro per l’affidamento esterno dei «Servizi di ricovero, custodia e mantenimento dei cani randagi catturati sul territorio comunale – canile rifugio». Una procedura ad evidenza pubblica assegnata, nel 2021, dal Comune di Guidonia Montecelio alla Centrale unica di committenza (Cuc) della IX Comunità del Lazio, finalmente dopo anni di servizi affidati in via diretta e in proroga contrattuale. Durante la fase di aggiudicazione, però, gli errori e la poca attenzione della stazione appaltante compromettevano la validità della procedura, portando all’annullamento della gara. Così come stabilito dalla sentenza N. 08165/2021 emessa dal Tar (Tribunale amministrativo del Lazio), pubblicata il 29 novembre 2021.

Un pasticcio vero e proprio quello raccontato dai giudici nel dispositivo, nato da una fideiussione assicurativa irregolare fornita dal concorrente poi risultato vincitore, che la stazione appaltante non aveva visto o valutato correttamente al momento dell’aggiudicazione. Ciononostante, l’Associazione temporanea d’impresa (Ati) nota in atti come «Centro cinofilo polifunzionale La Fattoria di Tobia Srl», una sede legale a San Cesareo e vincitrice della gara poi cancellata, ha continuato a fornire il servizio «di canile sanitario e canile rifugio», come dimostrano le recenti determine di liquidazione ECCOLA CLICCA E LEGGI a firma del dirigente dell’Area V Paola Piseddu, competente sulla gestione dei randagi. Per almeno un decennio, l’ultimo, con la denominazione di Fattoria di Tobia Srl, la società ha svolto il servizio di canile sanitario con  una serie di affidamenti poi prorogati. Tuttora, dopo la gara non andata a buon fine, in Ati gestisce anche il canile rifugio. Dopo l’uscita di scena della evergreen Casa Luca Srl, che per alcuni lustri aveva tenuto le redini del business del randagismo, prima di perdere la gara del 2021 e vincere un ricorso al Tar rimasto lettera morta, a cui il Comune non ha dato seguito bandendo una nuova procedura.  

Questo stato di cose, visto l’andamento degli ultimi decenni, sembra dunque destinato a rimanere cristallizzato e lasciato alla totale discrezionalità del dirigente di turno. Nonostante i cittadini contribuenti, abbiamo in passato sostenuto i costi di progettazione di un canile rifugio mai realizzato. Una struttura alloggiava per animali randagi di proprietà pubblica, è inoltre prevista nei piani urbanistici del raddoppio del Car (Centro agroalimentare), al momento fermi agli studi preliminari di fattibilità alla Regione Lazio. Così, mentre si aspetta Godot, tra i malpancismi di chi critica l’indirizzo politico e le contraddizioni di chi criticava i 5Stelle ma dalla posizione di governo ha cambiato idea, il Comune di Guidonia Montecelio si prepara a sborsare 2milioni di euro in tre anni. 

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AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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