GUIDONIA – Si chiama Cristina Zizzari ed è un funzionario di ruolo al Comune di Guidonia Montecelio in forza del contratto collettivo del comparto funzioni locali sottoscritto nel 2008, anno dell’assunzione. È rimasta nel ruolo di numero due dell’Urbanistica comunale fino a luglio del 2021 quando Michel Barbet, il sindaco grillino, l’ha chiamata a fare il dirigente fiduciario (stesso settore dell’amministrazione). Un incarico che ha comportato l’immediato ricorso all’aspettativa non retribuita da funzionario-istruttore direttivo tecnico (Categoria D). La nomina da parte di Barbet è arrivata, come prassi, con decreto sindacale del 19 luglio ECCOLO che doveva dar seguito alla sottoscrizione del contratto di lavoro individuale (area della dirigenza delle funzioni locali), la firma invece ha tardato otto mesi. Periodo nel quale Cristina Zizzari ha comunque svolto le funzioni e riscosso lo stipendio (evidentemente molto più alto, circa del doppio). Ora, norma vorrebbe, che senza la benedetta formalizzazione il rapporto di lavoro sarebbe nullo, con esso tutti gli atti e le procedure amministrative adottate dal settore nel periodo luglio-aprile.

«Un caso» già sollevato da questo sito di informazione – Al Comune c’è chi va, chi non resterà e chi non firma (ancora) il contratto: caos dirigenza – e finito in una interrogazione depositata da 5 consiglieri comunali d’opposizione nel corso dell’ultimo consiglio comunale del 7 aprile scorso. Arianna Cacioni (Forza Italia); Giovanna Ammaturo (Fratelli d’Italia); Paola De Domicicis, Tommaso Carnevali e Alessandra Ferri (Nuovo Polo Civico) sottopongono all’attenzione di Barbet l’anomalia di un dirigente non dirigente. Sottilneando che per una consolidata giurisprudenza (citata nel dettaglio) la mancata sottoscrizione del contratto individuale di lavoro comporterebbe «la nullità del rapporto dirigenziale dell’architetto Zizzari, data l’irrilevanza a tal fine del decreto d’incarico, comportando a tal fine la nullità di tutti gli atti e provvedimenti dalla stessa sottoscritti nella qualità di dirigente dell’area Urbanistica, Demanio, Pianificazione territoriale, Patrimonio e Cimitero». Una tegola per l’amministrazione a trazione Pd e M5S, soprattutto in relazione all’ultimo atto prodotto dal settore e portato all’approvazione del consiglio sul contenzioso delle case Ater di Colle Fiorito e la storia dei mancati espropri.

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Ora le carte sono finite nelle mani del Prefetto di Roma Matteo Piantedosi, in quelle degli esperti dell’Anac (l’agenzia nazionale dell’anticorruzione) mentre a Guidonia si vive l’ennesimo déjà vu. Con il richiamo forte «alla legittimità dell’azione amministrativa» e la denuncia «di gravi e ripetute violazioni di legge» che nel 2014 arrivavano dai banchi dell’opposizione per voce del 5Stelle Sebastiano Cubeddu sul caso di Umberto Ferrucci, il dirigente dell’Urbanistica sospeso dalle funzioni dirigenziali, dunque senza un contratto efficace a produrre atti e provvedimenti validi e legittimi.

Ma perché tanto ritardo nella firma di un contratto? L’architetto, nell’ottobre del 2018, aveva preso parte ad una selezione per titoli bandita dal Comune di Guidonia Montecelio che risulterà poi viziata all’origine. In quanto (pasticci a non finire) il bando così formulato, non tenendo conto delle novità giurisprudenziali introdotte fin dal 2014, legava la durata dell’incarico dirigenziale fiduciario comma 1, ex articolo 110 del Tuel (dlgs 267 del 2000) al mandato sindacale di Michel Barbet arrivato a scadenza. Dunque, secondo quanto stabilito e scritto nel decreto di nomina, le funzioni dirigenziali della Zizzari si sarebbero esaurite il 26 giugno 2022 invece di protrarsi per tre anni come nuovi orientamenti disporrebbero. Un pateracchio che per otto mesi ha fermato le bocce alla ricerca della via d’uscita. Che è arrivata solo il 5 aprile del 2022 con una rettifica al decreto di nomina ECCOLO che ha modificato la durata dell’incarico dirigenziale: non più «comunque legata al mandato sindacale» ma per tre anni a far data dalla firma contrattuale.

A questo punto della storia la domanda sarebbe spontanea: la rettifica non si poteva fare prima senza mettere a rischio la validità di otto mesi di atti e provvedimenti?. Nessuna risposta. Nemmeno sul fatto che la soluzione trovata – ammesso che sia legittima – porta di fatto la durata dell’incarico a tre anni e otto mesi, partendo il rapporto di lavoro dal momento della sottoscrizione del contratto individuale avvenuta solo il 5 aprile. Dettaglio per gli amanti del retroscenismo: la Zizzari avrebbe rifiutato di mettere in calce il suo nome sotto al nuovo rapporto di lavoro prima che venissero apportate le rettifiche al decreto di nomina: non ha rinunciato però allo stipendio da dirigente.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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