GUIDONIA – 22.391. 516, 54 euro. È quanto vale in soldoni l’opzione di rinnovo, per ulteriori due anni, del contratto di raccolta, trasporto e parziale smaltimento dei rifiuti solidi urbani prodotti nella città di Guidonia Montecelio.

A beneficiarne sarebbe il consorzio avezzanese Tekneko-Fratelli Morgante, in quanto aggiudicatario, nel 2021, dell’appalto  comunale svolto per il tramite della Centrale unica di committenza della IX Comunità Montana del Lazio con la formula dei 3 anni + 2. Il contratto relativo al triennio è stato stipulato il 27 maggio del 2021 e la scadenza naturale è prevista in pari data nel 2024. Poi c’è la questione del rinnovo opzionale dei «+ 2 anni» per niente automatico. Che il Comune il Comune di Guidonia Montecelio deve formalmente determinare «almeno 6 mesi prima della scadenza del contratto triennale». Vale a dire: entro il 27 novembre 2023. Ciò significa che l’amministrazione, nella sua ampia capacità discrezionale di adottare gli atti relativi al rinnovo ha, da questo momento, un tempo lungo un anno per pensarci e decidere. Anche se, e questo è aspetto dirimente, l’azienda, da par suo, vorrebbe conoscere con congruo anticipo le sorti del suo impegno lavorativo nella terza città del Lazio, se queste sorti, del tutto dipendenti dalla scelta politica, andranno a incidere nei bilanci futuri (Tekneko nel 2021 vanta un fatturato di 51 milioni) per oltre 22 milioni di euro.

Al momento, sul lieto fine, peserebbe un però. Legato alle volontà manifestate dall’ex amministrazione. Nel consiglio comunale dell’8 giugno 2022, l’ultimo del quinquennio 5Stelle, una maggioranza allargata al Partito democratico aveva infatti votato e approvato una delibera di indirizzo politico dal titolo inequivocabile: «Presa d’atto dello studio di fattibilità e del progetto di internalizzazione del servizio di igiene urbana del Comune di Guidonia Montecelio. Espressione di volontà di attuazione del progetto e avvio procedura di internalizzazione».  Gli intenti erano ancor più espliciti nel testo dell’atto: è volontà dell’Ente iniziare a gestire in house il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento parziale dei rifiuti dal momento della scadenza del contratto triennale. Quindi: niente rinnovo né nuovo contratto da 22. 391.516,54 di euro per Tekneko.

Tale volontà è cristallizzata all’8 giugno del 2022. Quando il Pd governava con i 5Stelle. Oggi i democratici sono in maggioranza con i civici di varia connotazione politica (vincitori delle elezioni comunali d’estate), occupano la giunta con il loro assessore Alberto Cuccuru e pare abbiano cambiato idea sull’internalizzazione approvata convintamente ai tempi in cui, con il M5S, erano una sola anima. Sembra che i dem siano tornati propensi a lasciare servizio e milioni a Tekneko per ulteriori 2 anni. La deduzione è logica. Dal momento che un provvedimento di «revoca» dell’atto politico, licenziato dall’aula l’8 giugno scorso, è iscritto tra i punti in trattazione a novembre nella commissione Ambiente. Ossia, i consiglieri membri (tra cui quelli del Pd) devono decidere, dopo discussione, se sostituire le espresse volontà con altre di tenore opposto da sottoporre successivamente al voto dell’aula sotto forma di una nuova proposta di delibera.

Il punto è arrivato all’attenzione della commissione su proposta del suo presidente Maurizio Remoli, consigliere eletto nella lista «Guidonia Montecelio Domani». Qui nasce il giallo. Si è infatti scoperto che, nell’ambito gestionale del settore braccio operativo dell’assessorato all’Ambiente, qualcuno con tempi sospetti ha già redatto questa proposta di delibera (la numero 44) preconfezionata dal 28 settembre 2022.

Non identificabili, al momento, risultano i politici committenti. Paola De Dominicis, vicesindaco competente sul Verde pubblico, eventuali e varie, non può essere stata perché non annovera i rifiuti tra le sue deleghe. Pur fregiandosi del titolo di assessore all’Ambiente, non decide né promuove singolarmente proposte di delibere di consiglio comunale. Il sindaco Mauro Lombardo ha trattenuto per sé la delega ai rifiuti e,  tra le innumerevoli incombenze a lui riconducibili, non c’è certamente quella di suggerire atti che sarebbero d’interesse, semmai, della Presidenza del consiglio comunale, di Erik D’Alisa.  Insomma, un grande caos di competenze sembra animare l’intera vicenda, mentre resta l’interrogativo: chi ha ispirato la proposta di delibera?.

C’è un altro aspetto a destare poi l’interesse degli osservatori. L’atto di indirizzo adottato dal consiglio comunale a giugno non è vincolante. Sulle decisioni da prendere tra il rinnovo o il benservito a Tekneko non servirebbero nemmeno un nuovo indirizzo del consiglio o la revoca di atti di natura politica precedentemente adottati . L’amministrazione, su indicazione della giunta, dovrebbe semplicemente decidere il da farsi nell’immediatezza del 27 novembre 2023, «6 mesi prima della scadenza del contratto triennale» come è scritto nel disciplinare di gara.

Quindi: per andare incontro a quali necessità si vogliano comunicare, con così largo anticipo e attraverso l’adozione di un atto sostanzialmente inutile, quelle che saranno le intenzioni dell’amministrazione da qui a un anno?.

Quanto sta bollendo in pentola a palazzo, è questa l’unica certezza, avrà comunque il merito di togliere dall’incertezza l’azienda sul prosieguo dell’attività lavorativa. Ventidue milioni di euro non sono quisquilie, e conoscere con un anno di anticipo il superamento dei diktat stellati sarebbe un ottimo segnale per l’impresa. Anche se, da quanto si appende, le grandi manovre attorno al rinnovo opzionale pare abbiano subito uno stop. Un giallo nel giallo: la discussione sul nuovo provvedimento da portare in aula è stata sospesa in commissione. Pare riprenda a dicembre. Un bel regalo di Natale per la Tekneko-Fratelli Morgante. 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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