GUIDONIA – La scoperta della pista ciclabile progettata su misure «lillipuziane» è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ora più di qualcuno tra i maggiorenti civici chiede un cambio di passo al settore Urbanistica del Comune di Guidonia Montecelio, dove a ballare sono, tra gli altri, dossier di importanza vitale come il raddoppio del Car (Centro agroalimentare), o il pacchetto di espropri legati ai  lavori stradali previsti per la Ryder Cup, l’evento golfistico di tenore internazionale in programma a settembre 2023 al Marco Simone Golf Club. «Così non va», ripetono da giorni gli attoniti scopritori dei fatti della ciclabile, dopo l’accertamento (avvenuto nelle prime riunioni della commissione Urbanistica) degli errori grossolani commessi in fase di progettazione preliminare (gestita in house) sul tracciato della futuribile pista ciclopedonale di Villanova-La Botte, un percorso lungo 10 chilometri ma largo appena 1 metro. Un’opera «lillipuziana», appunto. Eppure, quel progetto preliminare era stato ammesso al finanziamento statale previsto dal PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) nella primavera del 2021, quando alla guida di Palazzo Guidoni c’erano i 5Stelle (campioni di errori grossolani), l’urbanista Chiara Amati sedeva sulla poltrona di assessore competente.

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Proprio in quei mesi prendeva corpo «l’intervento di promozione delle attività sportive attraverso la realizzazione di una pista ciclopedonale di raccordo tra diverse piazze pubbliche». Il cui tracciato comprendeva (anche) l’Acquedotto dell’Acqua Marcia (di proprietà di Acea Spa) ricadente all’interno del territorio del Comune di Tivoli. Partendo dalla corte centrale del casale di Colle Rosa a La Botte-Villanova, il progetto prevedeva la realizzazione di un’arteria ciclopedonale di raccordo tra diverse piazze di Villanova, Villalba, Albuccione, con «interventi di miglioramento della qualità del decoro urbano attraverso lavori di recupero». La giunta 5Stelle aveva preventivato una spesa, fissata nel quadro tecnico economico, pari a 4.330.000 euro da coprire attraverso i fondi resi disponibili dal PNRR. 

Gli errori nel progetto preliminare

Il progetto preliminare e vincolante ai fini dell’ottenimento dei fondi statali, mostrava però subito più di qualche criticità. Come le dimensioni «lillipuziane» del tracciato, largo appena 1 metro. E ancora: l’impossibilità di superare, con i tempi stretti fissati dal bando del PNRR, l’ostacolo degli «espropri impossibili» sulle aree di proprietà di Acea Spa dove incide la presenza di strutture inamovibili come le condotte idriche. È stato inoltre un errore di calcolo, accertato successivamente alla presentazione del progetto, sulle distanze di rispetto dal Fosso delle Prata a costringere gli uffici comunali a cambiare il progetto: pur mantenendo inalterati gli standard urbanistici previsti (10 Kmq), il nuovo tracciato è stato rimodulato, passando da una lunghezza di 10 a 5 chilometri e ad una larghezza di 2 metri al posto dell’uno inizialmente previsto. Correzioni «postume» che potrebbero compromettere l’erogazione dei fondi del PNRR per violazione dei criteri stringenti previsti dal bando.

Per scongiurare questa eventualità è partita così una fase interlocutoria recente tra il dirigente Cristina Zizzari, l’assessore Anna Mari, il sindaco Mauro Lombardo e i ministeri interessati ai finanziamenti. Che non hanno però voluto fornire «pareri» sulla fattibilità delle modifiche apportare al progetto ai fini dell’accesso ai fondi. Sarà questo l’argomento principe della riunione di maggioranza prevista questa sera a Palazzo Guidoni. 

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L’Urbanistica comunale è ancora nelle mani di un pool di tre tecnici operativo dai tempi dell’amministrazione 5Stelle poi arricchita dall’ingresso del Partito democratico in maggioranza. Cristina Zizzari, su indicazione fiduciaria dell’ex sindaco stellato Michel Barbet, nel luglio del 2021 era subentrata da dirigente a Paolo Cestra migrato al Comune di Latina. Adesso, più di qualcuno nei civici, si chiede se un cambio di passo migliorativo sia ipotizzabile mantenendo inalterati gli assetti gestionali, causa degli errori che il Comune rischia di pagare a caro prezzo con la perdita di oltre 4 milioni di fondi del PNRR. 

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Senza i fondi paga il Comune

In caso di mancato finanziamento sarebbe il Comune a pagare di tasca propria le spese di progettazione definitiva dell’opera, che l’amministrazione ha disposto di affidare a un tecnico qualificato con la determina numero 68 del 24 ottobre scorso a firma di Cristina Zizzari per un valore di 176 mila 284 euro e 81 centesimi. Poi, andrebbero trovati nel bilancio comunale i 4 milioni e rotti di euro necessari per realizzare l’opera, pagare gli appalti e i professionisti. Per  i bene informati, nella maggioranza civica le tensioni sarebbero alle stelle tra chi ritiene un azzardo andare avanti senza la garanzia di poter accedere ai fondi del PNRR e avanza un’unica soluzione: revocare il progetto.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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