Guidonia, Pizzarotti: la transazione più che vantaggiosa per il Consorzio dell’Inviolata al vaglio della Corte dei Conti
GUIDONIA – La transazione dovrà essere trasmessa alla Corte dei Conti. È un obbligo di legge. Sarà poi la magistratura contabile, al netto di segnalazioni dirette, a trasferire alla Procura di Tivoli gli atti per le ulteriori valutazioni del caso. Come, ad esempio, le eventuali violazioni di carattere penale con la ipotesi del reato di omissione d’atti ufficio per chi avrebbe avuto l’obbligo, almeno dal febbraio 2019 e in piena epoca 5Stelle, di dare esecuzione a una sentenza definitiva del Tar del Lazio, predisponendo gli atti amministrativi per la demolizione di un collettore costruito abusivamente, con contestuale ripristino dei luoghi. La vicenda della fogna di Colline del Sole, o Pizzarotti dal nome della lottizzazione in edilizia convenzionata, potrebbe scrivere insomma altri capitoli. Dopo che il consiglio comunale, lo scorso 13 novembre, ha approvato con 13 voti della maggioranza 5Stelle (gli altri astenuti, solo Giovanna Ammaturo di Fdi contraria), lo schema di delibera con all’oggetto la transazione con il Consorzio dell’Inviolata di Paolo Morelli: niente demolizione, l’abuso il Comune se lo compra e anche a caro prezzo (560mila euro). Un accordo che, nelle aspirazioni dei 5Stelle, metterebbe la parola fine al contenzioso avviato una decina di anni fa dalla Cer di Bartolomeo Terranova. Quando, in violazione della convenzione urbanistica sottoscritta con il Comune di Guidonia Montecelio, la società immobiliare del patron delle Terme di Roma, invece di realizzare una fogna interna dal costo di 2milioni di euro, ad uso esclusivo del nuovo insediamento e a proprie spese, occupava abusivamente un’area di 3 ettari di proprietà del Consorzio per far passare un collettore interrato e allacciato al depuratore già esistente al Car (Centro agroalimentare romano). Ne seguiva una lunghissima vicenda giudiziaria, passata per ogni grado della giustizia amministrativa. Dove il Comune, ancora dal 2016 in poi per stare nell’attualità, veniva varie volte richiamato per inerzia, ossia per non avere messo in atto ogni azione necessaria al rispetto della convenzione sottoscritta con Terranova nel 2001, la storia l’abbiamo raccontata qui (Pizzarotti, 3 ettari agricoli e una fogna a peso d’oro: il Comune paga 560mila euro (più o meno) e la chiama transazione).
Il passaggio in aula era necessario innanzitutto ai giudici del Tar del Lazio che, per stessa ammissione di Paolo Cestra (il dirigente all’Urbanistica e responsabile del procedimento di demolizione del collettore), nel corso di una udienza già convocata per il 21 novembre prossimo, chiederanno di visionare la ratifica consiliare, passaggio efficace sotto il profilo amministrativo per fermare la demolizione in extremis. Una intesa raggiunta per «fine della cessata materia del contendere», si legge all’oggetto, e su chiari presupposti: il Comune pagherà oltre 500mila euro al consorzio, acquistando l’area e l’opera su di essa realizzata, riconoscendo un indennizzo di 200mila euro a Morelli. Prossimo passo, l’appuntamento davanti al notaio di fiducia dell’amministrazione per formalizzare la compravendita, con oneri e tasse, imposte di ogni genere a totale carico dell’Ente. Ma sarà veramente finita qui? Mercoledì scorso, in consiglio, Cestra ha espresso tutta la sua preoccupazione. Tracciando scenari apocalittici nel caso in cui«l’atto venisse bocciato. Il Tar mi chiede di eseguire la sentenza – ha detto -; senza la ratifica di questa transazione arrivano le ruspe, mille persone senza allacci fognari saranno da rialloggiare a spese del Comune, una denuncia per me alla Procura, i giudici non vogliono più sentire ragioni, per questo è necessario votare e approvare lo schema di delibera». Così è stato fatto. Anche se continua a mancare la chiarezza sulle inerzie o numerose omissioni amministrative che il caso trascina con sé. Non solo le zone d’ombra riguardanti il passato remoto, indietro fino al 2001, ma le più recenti. Relative agli ultimi due anni e mezzo di amministrazione 5Stelle. Come gli inspiegabili ritardi, dal 2016 in epoca commissariale, sulle mancate adozioni di provvedimenti di acquisizione sanante delle aree del Morelli per ragioni di pubblica utilità. A mancare, anche e incredibilmente, sono inoltre i procedimenti amministrativi con cui il Comune intenda rivalersi sulla Cer, il soggetto lottizzante. Quali e di che natura? Né il testo della transazione né l’atto votato in consiglio forniscono particolari, a dimostrazione che le procedure semplicemente non esistono e la burocrazia comunale brancola nel buio. Ancora omissioni procedurali che potrebbero prefigurare un ulteriore danno erariale in piena epoca 5Stelle. Se è così lo dirà la Corte dei Conti scrivendo altri capitoli di quella che sempre di più somiglia a una saga.