GUIDONIA – Le Asd (associazioni sportive dilettantistiche) continuano a inviare le Pec ma senza ottenere risposta. Al Comune di Guidonia Montecelio, settore Cultura e Sport, leggono e ignorano. Così gli assegnatari degli impianti comunali e scolastici non sanno che pesci pigliare. Se riaprire gli spazi agli associati, come potrebbero nella fase 3 post Covid, o aspettare: quest’ultima praticamente una via obbligata, viste le disposizioni arrivate a fine marzo dall’Ente che intimavano ai gestori l’interruzione delle attività in palestra, mai formalmente revocate. Lo strano limbo in cui sono piombate le Asd investe la stragrande maggioranza degli impianti comunali e scolastici con una eccezione: la palestra scolastica di via Po a Guidonia centro. Dove la Guidonia BasketBall Academy ha riaperto i battenti da 6 giorni. Inducendo gli altri a porsi la domanda: sono raccomandati? Contano su qualche santo in paradiso che ha dato loro risposte in altri casi negate? Impossibile dirimere il dubbio. All’ufficio Sport non rispondono al telefono nemmeno per chiarire cosa ne pensi il dirigente scolastico, che ha la diretta responsabilità di legge sull’utilizzo degli spazi scolastici, anche quando ceduti a terzi per attività pomeridiane e extrascolastiche.

Per le altre Asd che operano, tra l’altro, a Colle Fiorito, l’attesa continua. Nella consapevolezza che ogni passo verso la ripresa è delicato. Non basta infatti fare appello alla responsabilità degli atleti e degli utenti, imprescindibile in ogni campo, alle associazioni viene richiesto uno sforzo notevole, sia logistico sia economico. Solo la sanificazione – dicono gli assegnatari – e l’igienizzazione degli spazi richiedono costi elevati.  Come la riapertura sì annuncia complicata. Con l’obbligo di far accedere un numero limitato di atleti rispetto alle ordinarie sessioni di allenamento, per garantire un distanziamento di almeno due metri durante la pratica sportiva. Un allenamento di volley si potrebbe fare ad esempio al massimo con due atleti in campo. E sono da prevedere lunghe pause tra un allenamento e l’altro per consentire la sanificazione e l’areazione degli ambienti.  Insomma, i protocolli attuali sono molto stringenti. Essi prevedono inoltre  una preventiva sanificazione certificata dell’impianto, la misurazione della temperatura prima di accedere alla palestra, con creazione di una zona di «clausura» dove isolare l’atleta eventualmente con temperatura sopra i 37.5 gradi. Tutte disposizioni dispendiose e complicate da mettere in atto, evidentemente necessarie per tutelare la salute di tutti, che andrebbero poi sottoposte a controlli da parte dell’autorità sanitaria e dello stesso Comune in accordo con la dirigenza scolastica. Tutto questo sta avvenendo nell’impianto di via Po, riaperto e certo di poter riaprire, dal momento che 15 giorni fa questa Asd aveva programmato la ripartenza? Qualche singola voce all’ufficio sport del Comune racconta di non saperne nulla, di non aver avuto richieste specifiche e di non aver autorizzato niente, ma allora cosa è successo? E soprattutto, gli altri che devono fare? Possibile che il Comune, attraverso un’ordinanza del sindaco 5Stelle Michel Barbet o una determina dirigenziale, non riesca a mettere ordine con punti chiari in questa vicenda dai tratti surreali? Si potrebbe cominciare col rispondere al telefono e a qualche Pec… 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

1Commento
  • Gentilissima Signora Aniballi,
    le scrivo in qualità di Presidente dell’Associazione Guidonia Basketball Academy per confutare alcuni punti dell’articolo pubblicato sul suo blog in data 10 giugno 2020.
    Vorrei subito rassicurarla sul fatto che non godiamo di nessuna raccomandazione e tanto meno di santi in paradiso, piuttosto cerchiamo il più possibile di tenerci informati, per far si che i nostri soci godano di un servizio sempre ottimale, per quanto lo consentano le situazioni del momento.
    Il giorno 3 giugno abbiamo ripreso le attività sportive con i nostri gruppi giovanili e senior, secondo le norme contenute nel DPCM del 17/05/2020, che di fatto consente la ripresa delle attività di Palestre e Centri Sportivi nel rispetto delle Linee guida del Governo e dei Protocolli diramati dalle singole Federazioni.
    Le “risposte” le abbiamo ottenute interpellando persone che posseggono le specifiche competenze e che ci hanno assicurato che le norme contenute nel DPCM citato ci consentono di ripartire con le attività senza ulteriori autorizzazioni, a meno di successive disposizioni emanate dagli enti locali a parziale modifica del decreto,determinate da eccezionalità territoriali, cosa che non mi risulta esserci stata.
    Confrontandoci con i nostri soci, ritenendo di avere le risorse per ottemperare alle norme previste dai protocolli Federali, di godere della collaborazione di uno staff tecnico che possiede le competenze necessarie per poter strutturare sedute di allenamento nel rispetto del distanziamento sociale e delle norme anticovid, di sentirci in dovere nei confronti dei nostri soci di assicurare per quanto possibile la continuità del servizio (che comunque non si è mai interrotto neanche durante il lockdown con varie iniziative che ci hanno consentito di mantenere il contatto a distanza con i nostri atleti), abbiamo deciso di ripartire.
    Sono d’accordo con lei. Per riprendere le attività servono una serie di accorgimenti: Sanificazione, Pulizia e Rispetto del Protocollo. Ma le difficoltà non sono state tanto da un punto di vista economico, visto che in tutto la spesa tra pulizia, sanificazione e materiali non ha superato i 300 €, ma piuttosto nell’organizzare le attività cosa che ha richiesto un ingente sforzo di riunioni su riunioni del nostro Staff tecnico e Dirigenziale.
    Ogni associazione in questo frangente si comporta come meglio crede o come meglio può. Io non voglio giudicare quello che fanno gli altri. Penso al mio lavoro. La palestra di Via Po non è una palestra scolastica come lei ha erroneamente scritto, pertanto non è vincolata da pareri del consiglio d’Istituto, e la convenzione in essere con il Comune, sospesa dal DPCM di marzo è rientrata in vigore per effetto del nuovo DPCM, pertanto a buon diritto l’amministrazione comunale potrà esigere il pagamento per intero del canone previsto per gli impianti comunali dei mesi di Giugno e Luglio.
    Altre inesattezze che si possono riscontrare sul suo articolo, sono: il numero di atleti contemporaneamente in campo previsti dai protocolli Fipav, che ne consentono 12 contemporaneamente (8 per la pallacanestro) e non 2 come riportato. Le “lunghe pause” tra un allenamento e l’altro, da protocollo fip sono di 10’ (15’ per la Fipav). Noi ci prendiamo un quarto d’ora per poter igienizzare bene tutti gli attrezzi che utilizziamo, palloni compresi. Inoltre i nostri atleti sono registrati all’ingresso dove gli viene misurata la temperatura mediante dispositivo ad infrarossi (costo € 65,00 presso la farmacia di Setteville), igienizzano le suole delle scarpe con cui entrano nell’impianto e se le cambiano senza accedere agli spogliatoi ma su sedie ben distanziate poste a bordo campo dove trovano il pallone già igienizzato con prodotti a base alcolica e posano la borsa ben chiusa con tutti i vestiti dentro.
    La situazione di Collefiorito non la conosco, per cui non commento. Certo se le Associazioni locali hanno stabilito di non riprendere, avranno i loro validissimi motivi che non sta a me giudicare. Se non si sentono di farlo hanno diritto di non farlo, e anzi, penso debbano essere aiutate. Non credo comunque che il motivo per la mancata ripartenza sia da imputare alla giunta Comunale.
    Vede, Signora Aniballi, tutte queste informazioni sono facilmente reperibili sul Web. Oppure consultando delle persone con competenze specifiche (Avvocati, amministratori, referenti federali). Una giornalista osservante delle regole elementari di deontologia professionale, lo avrebbe fatto. Se non avesse avuto il tempo, sarebbe comunque stata sufficiente una telefonata al sottoscritto per richiedere chiarimenti su queste cose, riportando, come da etica professionale, anche le mie dichiarazioni per poi esprimere il suo commento.
    Spesso nei miei 34 anni di carriera di Istruttore Sportivo, 48 nel mondo dello sport, mi sono confrontato anche con persone che gettavano parole al vento. Nella quasi totalità dei casi dopo poco tempo si sono rilevati per quel che erano: Ciarlatani, millantatori, persone da poco. Sono certo in questo caso di confrontarmi con una persona intellettualmente onesta, pertanto mi auguro di leggere in breve una sua smentita o rettifica.
    Saluti.
    Paolo Utzeri
    (Presidente Asd Guidonia Basketball Academy)

    Giugno 23, 2020

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