GUIDONIA – Un atto amministrativo  sicuramente «rettificato» più volte dopo la pubblicazione. Il 23 dicembre 2021 il sistema informatico dell’Ente ha registrato plurime attività sul documento oggetto d’indagine a partire dalle 15.08 e fino alle 15.30. Un dato di novità emerso chiaramente dalla documentazione in possesso di questo sito di informazione indipendente. Eppure, dalla relazione ufficiale inviata al Rac (Responsabile dell’anticorruzione comunale) Livia Lardo e a 8 consiglieri di opposizione, il dirigente al Personale, Nicolò Roccolino, giura che gli unici accessi alla rete Intranet dell’Ente (e riguardante la determina 180 di nomina della commissione esaminatrice del concorso interno per le progressioni verticali), risalgono alla mattina del 23 dicembre. Precisamente alle ore 10.39. Quando, dopo la correzione di un mero errore materiale, l’atto amministrativo è stato definitivamente inserito per mano «della dott.ssa Maria Tiziana Di Giovanni Funzionario titolare della P.O. dell’unità Risorse Umane ab origine, in quanto anche Responsabile del Procedimento; tale elemento è desumibile e verificabile dalla procedura informatica nella quale sono registrati i soggetti che intervengono nella redazione dell’atto e nella successiva pubblicazione come si evince dallo screenshot di seguito riportato». 

 

Ora, però, «dalla procedura informatica» a cui Roccolino fa riferimento emergono ulteriori accessi ingiustificati nel sistema informatico del Comune di Guidonia Montecelio. Di cui il dirigente non ha informato Lardo e i consiglieri comunali firmatari di una interrogazione sullo strano caso dell’atto amministrativo pubblicato in tre versioni, finite sull’albo pretorio senza passare dall’iter della revoca in autotutela che legalità avrebbe preteso. Ecco allora che i fatti di quel giorno assumo sempre di più i contorni di un giallo (NE ABBIAMO SCRITTO QUI: Concorso per progressioni verticali, le manipolazioni sull’atto dirigenziale uno e trino).

Il fatto. Un «mero errore» materiale corretto «a-posteriori» sull’atto non ancora pubblicato. Per il dirigente non c’era dunque alcuna necessità di una errata corrige e della ripubblicazione della determina 180. Tutto messo per iscritto nella (famosa) Relazione Roccolino di risposta a Lardo e ai consiglieri comunali. Un documento per «smontare»  la tesi della manipolazione dell’atto di nomina della commissione esaminatrice di un concorso interno molto chiacchierato. A chiedere chiarimenti erano stati 8 consiglieri di opposizione con una interrogazione indirizzata al sindaco Michel Barbet e all’assessore Andrea Saladino all’indomani della comparsa, su questo sito, di alcuni articoli in relazione alle stranezze contenute nella determinazione 180 del 23 dicembre 2021 a firma dello stesso Roccolino. Un atto esistente in tre versioni. Nella prima è indicato come responsabile del procedimento (Rup) Enzo Magnarella, candidato allo stesso concorso poi risultato il vincitore della selezione per le progressioni verticali. La seconda versione riporta invece il vice capo del personale Maria Tiziana Di Giovanni quale Responsabile del procedimento. La terza, infine, è quella incompleta, mancante di intere parti dell’atto, tra cui la firma digitale del dirigente, priva di indicazioni relative al Rup, «nascosta» all’interno della sezione «amministrazione trasparente» del sito istituzionale. 

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«La correzione dell’atto, attraverso una semplice correzione  a-posteriori, è avvenuta nel momento in cui si aveva la certezza che lo stesso non si trovava ancora nella fase della pubblicazione in quanto non risultava presente sull’albo pretorio dell’ente» scrive, tra le altre cose, il dirigente nella nota «chiarifatoria». Insomma, per Roccolino, sarebbe regolare l’iter relativo alla selezione interna che si è tenuta al Comune di Guidonia Montecelio. Privi di fondamento i sospetti che qualcosa non sia andato nel verso giusto. Che la nomina ad «istruttore» delle procedure relative al concorso a cui partecipava come candidato, potesse aver inficiato gli atti di nomina della commissione chiamata ad esaminarlo (e decretarlo vincitore) e con essi la validità della stessa selezione. Roccolino ne è certo. L’atto non era pubblicato e dunque non ne esistono tre versioni. Dalla relazione controfirmata dal funzionario Maria Tiziana Di Giovanni e consegnata per conoscenza ai consiglieri che chiedevano conto della regolarità della procedura, si è appreso (anche) che il 23 dicembre, ad aver indotto in errore l’estensore dell’atto, sarebbe stata «la concitazione dei momenti» dovuta alla sostituzione di un commissario che proprio nella giornata della prova aveva dato forfait. Motivo per cui il redattore dell’Ente avrebbe sbagliato «la trascrizione nella fase della copiatura del testo all’interno della procedura informatica per la composizione dell’atto, non immediatamente evidenziata alla prima lettura». Inoltre – si legge – «Il dottor Enzo Magnarella in quella giornata non risultava presente in ufficio né lo era stato il giorno precedente in quanto in ferie, come desumibile dal cartellino delle presenze dei giorni in questione». L’atto è stato invece pubblicato in tre versioni. E con numerosi accessi non giustificati al sistema informatico dell’Ente.

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A questo punto è necessario accertare chi abbia avuto accesso al sistema informatico dell’Ente nel pomeriggio del 23 dicembre, in un’attività ignorata da Roccolino che infatti non ne fa menzione nel documento consegnato al Rac e ai consiglieri comunali . Per scongiurare la presenza di un hacker a Palazzo.

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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