GUIDONIA – Loredana Terzulli si è trovata bene a fare il presidente del consiglio comunale. Racconta a tutti quanto si senta comoda in quel vestito e quanto intenda coltivare ambizioni per ottenere ruoli di primo piano nel futuro. Calando il suo nome nella competizione. C’è pure lei nella corsa a fare il leader del centrosinistra chiamato a scegliere il candidato sindaco. L’ex grillina del gruppo misto, presidente del consiglio per caso, pensa in grande e si pone come «sintesi perfetta» per mettere d’accordo i due raggruppamenti principali della coalizione: il Pd e il M5S. Proprio tra gli stellati, la settimana appena trascorsa, ha impresso una accelerazione: anche il capogruppo Matteo Castorino e l’ex Giuliano Santoboni si sarebbero detti disponibili a spendersi in prima persona. Sono loro i nomi su cui punta il movimento, sperando in una convergenza dell’alleato. La settimana appena trascorsa ha fatto registrare un’altra novità. La ricomparsa di Sebastiano Cubeddu. Il deputato principale costruttore dell’alleanza giallo-rossa, che un paio di mesi fa ha portato in giunta il Partito democratico, è dato come di nuovo molto attivo nella chat movimentista. Tornata d’improvviso accessibile agli attivisti di estrazione «farista», Paolo Aprile e Monia Felici (già consiglieri comunali). È la componente più vicina a Elisa Strani, il vicesindaco pre-destinato a perdere il posto di Michel Barbet con il gradimento del Partito democratico.

Nei dem invece è buio pesto. I rumors raccontano le acque agitate di una riunione con il segretario provinciale e commissario Rocco Maugliani, convocata nelle scorse ore principalmente per fermare l’emorragia di militanti che fanno fatica a digerire l’intesa con il 5Stelle. Qualcuno parla di rischio implosione del partito locale, dilaniato dalle lotte tra big: Simone Guglielmo, Emanuele Di Silvio e Mario Lomuscio. Tutti, nessuno escluso, hanno maturato ambizioni sindacali. Guglielmo punta su stesso e non si nasconde con gli interlocutori. Mario Lomuscio è l’architetto dell’alleanza giallo rossa assieme a Castorino, e sarebbe il candidato naturale da spendere per la corrente post comunista evergreen di Sabatino Leonetti, Anna Rosa Cavallo e Andrea Ferro dopo il passo indietro di Eusebio Ciccotti, inizialmente  il coniglio nel cilindro dell’alleanza Pd-M5S. Emanuele Di Silvio è tornato a far volare la mongolfiera sui social lanciando al mondo un messaggio inequivocabile: non chiedetemi passi indietro. Dopo la sconfitta nel turno di ballottaggio, elezioni del 2017, l’ex delfino di Leonetti ai tempi dell’Italia dei Valori è determinato a giocarsi una seconda chance. Con le accelerazioni date dal M5S, che ha già messo sul tavolo della discussione i nomi dei papabili, è abbastanza urgente per il Pd darsi uno scossone. Senza perdere di vista la necessità impellente di stringere accordi elettorali con i cespugli della sinistra storica. Alcuni già sedotti dal «competitore» principale nella partita elettorale, rappresentato dal Nuovo Polo Civico di Aldo Cerroni. Il centrista avvocato, già presidente del consiglio comunale nel secondo mandato di Eligio Rubeis, non sbaglia un colpo. Per rendere attrattivo il suo progetto tra i comunisti mai pentiti si è inventato un’Altra Storia. Lista che è andata a pescare dentro l’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia), ridimensionando così  le vocazioni dem di improntare una campagna elettorale sull’antifascismo delle origini.

Dopo l’accordo con il M5S, il Pd paga anche una ridotta capacità aggregativa al Centro. Area politica dove gli ultimi prodotti disponibili sono stati acquistati dal solito Cerroni. Il quale, sotto il cappello civico, agli estremi, tiene ormai assieme i comunisti e gli ex missini di Mauro Lombardo, passando per Paola De Dominicis, Rocco Cisano e Pasqualino Rossi, gli ex democrat che hanno fatto un divorzio non consensuale con Maugliani e compagnia. Comunque, per assicurarsi la certezza di arrivare al ballottaggio, tutti avranno bisogno di allargare il campo. Il centrosinistra potrebbe dialogare con il cartello di liste civiche (7 al momento) di Claudio Zarro che però, da candidato sindaco, punta fondamentalmente alla rielezione in consiglio comunale. Una opportunità a cui dovrebbe rinunciare in caso di matrimonio con il Pd e il M5S. Il Nuovo Polo Civico attende invece le sorti del centrodestra o destra centro, per attirare i pezzi borderline di Forza Italia (Michele Venturiello, Marianna De Maio, Eligio Rubeis e Marco Berlettano), la stessa Lega per Salvini, in queste ore data in bilico nell’alleanza con FI e Fratelli d’Italia. L’obiettivo dell’unità che si sono dati i coordinatori Maurizio Massini, Mario Pozzi e Alessandro Messa sembra vacillare. Sono le fibrillazioni sul nome del candidato sindaco a generare divisioni, mentre si cerca una exit strategy per tenere i pezzi. Che potrebbe arrivare dalla scelta di celebrare le Primarie, sull’esempio di altre città chiamate al voto la prossima primavera, su tutte Frosinone. La scelta di ridurre la rosa degli aspiranti ai tre coordinatori dei partiti ha rappresentato un punto di partenza per l’avvio del dialogo, il percorso però si sta dimostrando più impervio. (To be continued)  

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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