Guidonia – I «lodi» vengono al pettine, dopo 20 anni «l’eredità» Italstudi è un debito fuori bilancio da 1 milione di euro
GUIDONIA – Nel 2020 La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso proposto dalla società Italstudi Srl contro il Comune di Guidonia Montecelio, rigettando una precedente sentenza favorevole della Corte D’Appello del 2018, e così determinando «la reviviscenza del lodo arbitrale del 2013» la cui esecutività è stata dichiarata con decreto del Tribunale Ordinario di Roma il 27 luglio scorso. Ora, con i decreti ingiuntivi ed esecutivi, l’Ente deve pagare un debito che, alimentato in questi ultimi anni di interessi, spese legali e di giudizio è arrivato a 1.236.069 euro. Nel 2013, un collegio arbitrale, aveva invece riconosciuto alla società romana storicamente vicina alla sinistra (lavora alacremente da decenni anche al Comune di Monterotondo) la somma complessiva di 800mila euro. La richiesta iniziale della Italsudi, avanzata nel 2011 per una vecchia storia di un cimitero all’Inviolata mai realizzato, era stata di 27 milioni di euro a titolo di risarcimento per inadempimento contrattuale. Dopo un tavolo di confronto tra le parti, nello scorso mese di ottobre è stato siglato un accordo per una definizione bonaria della vicenda, attraverso la sottoscrizione di un atto transattivo che prevede una riduzione dell’importo a 1.100.000 di euro (da corrispondere in un’unica soluzione) a fronte degli oltre 2 richiesti. Il consiglio comunale, prima dell’approvazione del bilancio di previsione 2022-24 di prossima calendarizzazione, sarà chiamato a riconoscere il debito fuori bilancio da contabilizzate nel documento di spesa, che in questi giorni ha incassato il parere ECCOLO favorevole del collegio dei revisori dei conti. L’ultimo atto di una sciagurata vicenda cominciata nel lontano 1999.
Come dicevamo, all’inizio i milioni richiesti dalla società erano 27. Un’eredità lasciata dal sindaco dei Democratici di sinistra Ezio Cerqua, che tra il 1999 e il 2000, anno in cui non venne rieletto, aveva ingaggiato la società Italstudi Srl per uno studio di fattibilità di un nuovo cimitero in località Inviolata. La fase progettuale fu appunto affidata a questa impresa ingegneristica, reputata esperta e quotata come una delle migliori, si disse all’epoca, operanti nella Capitale. Trascorsero gli anni e i terreni su cui l’opera doveva essere realizzata, appartenuti al latifondista Carlo Maria Todini, passarono nel 2008 di proprietà, finendo nel patrimonio del Consorzio dell’Inviolata Srl, tra i cui maggiori azionisti risultava (e risulta) Paolo Morelli, all’epoca segretario della Margherita (partito poi confluito nel Pd) . Fu in quel momento, nel 2008, che l’amministrazione di centrosinistra a guida Filippo Lippiello, decise di non realizzare più il cimitero, non revocando però le procedure amministrative con le determinazioni dirigenziali conseguenti. Il risultato fu l’apertura del contenzioso e la richiesta formalizzata nel 2011 di un risarcimento record di oltre 27 milioni di euro. Il Comune, a quel punto, faceva opposizione e si costituiva così il collegio arbitrale, che avrebbe portato alla emanazione del lodo in data 6 dicembre 2013. Quattro quesiti poneva Italstudi, tutti rigettati: il primo chiedeva agli arbitri di accertare la risoluzione per grave inadempimento del Comune di Guidonia Montecelio. Il secondo quesito chiedeva agli arbitri di accertare l’illegittimità della determinazione dirigenziale numero 124, del 23 marzo 2011, con la quale il dirigente Umberto Ferrucci, aveva dichiarato risolto il contratto di appalto stipulato con Italstudi nel luglio del 2000: sul punto il collegio aveva ribaltato la richiesta della società affermando che l’inadempimento fosse da addebitare alla stessa. Il terzo quesito prevedeva la richiesta a titolo risarcitorio della corresponsione di una somma pari a 27 milioni di euro (comprensiva di interessi e rivalutazioni). Il quarto quesito chiedeva agli arbitri se dovevano essere poste a carico del Comune le spese di giudizio, ivi comprese quelle di funzionamento del collegio arbitrale e gli onorari degli arbitri. In questo caso i giudici stabilirono la compensazione delle spese. Il lodo nel 2013 si era quindi risolto positivamente per l’Ente, con la decisione assunta dal collegio arbitrale di bocciare i quattro quesiti, riconoscendo a favore di Italstudi soltanto una somma pari a circa 800mila euro a titolo di rimborso delle spese sostenute dalla società per prestazioni comunque rese nell’interesse del Comune. Poi, però, la somma non veniva liquidata, fino alle ultime sentenze definitive e ai decreti ingiuntivi esecutivi.
Storia nemmeno tanto recente, vuole che sulle aree destinate alla costruzione del nuovo cimitero, il Consorzio dell’Inviolata, subentrato nella proprietà a Carlo Maria Todini, abbia favorito la nascita dello stabilimento del colosso delle spedizioni Bartolini a cui aveva ceduto i terreni. Nel 2003, lo stesso Consorzio, aveva firmato per un’area attigua all’epoca sempre di Todini, un preliminare di compravendita con Manlio Cerroni per la costruzione del Tmb (Impianto meccanico biologico per il trattamento dei rifiuti) poi formalizzato nel 2005. Al momento del passaggio di proprietà tra Todini e il Consorzio, la destinazione urbanistica delle aree era agricola, quando vennero rivendute a Bartolini e Cerroni erano diventate industriali e quindi edificabili. Si è stimato che nel passaggio il loro valore si fosse decuplicato garantendo al Consorzio guadagni record. All’epoca qualcuno (chi scrive) che se ne occupò lungamente sulle colonne del quotidiano Nuovo-Tivoli-Guidonia Oggi fece riferimento ad una speculazione edilizia di cui poche altre se ne ricordavano nel recente passato della città. A farne le spese fu il nuovo cimitero (mai realizzato) e con esso i cittadini di Guidonia che ancora pagano in soldoni le conseguenze delle scelte fatte.
Saccucci Enzo
Brava Elisabetta.
Non tutti leggono ciò che scrivi ci vorrebbero: dei volantini.
Buon Natale è felicità di tutte le feste
Elisabetta Aniballi
Grazie!