GUIDONIA – È come se quella delibera di giunta non esistesse (o fosse mai esistita) e con essa un verbale d’incontro che ne è parte «integrante e sostanziale». Si arricchisce di un ulteriore colpo di scena la già gettonata vicenda del Macrolotto del Pip/2 (Piano d’insediamento produttivo) di Tavernelle, un’area di circa 27mila metri quadrati di proprietà comunale, il cui tentativo di «svendita», nel 2021, aveva riempito pagine di cronaca per via dell’acquirente: un fondo speculativo milanese. Il quale, dietro l’attività finanziaria, «scuda» la identità dei compratori. Fuoco e fiamme uscirono (anche) dal consiglio comunale (arrivando in Procura e all’Anac, Agenzia nazionale anticorruzione), alimentate dealle opposizioni di allora, oggi traslocate nella maggioranza di governo con la caratteristica comune di non ricordare il passato.

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Ora si scopre che con una delibera di giunta – la numero 67 del 5 maggio 2022 ECCOLA, CLICCA E LEGGI – l’ex sindaco Michel Barbet e le truppe grilline ci avevano ripensato circa la validità della vendita. O meglio, avevano reputato saggio dare ascolto all’avvocato/consulente del Comune di Guidonia Montecelio Loredana Fiore. La quale, senza mezzi termini, aveva loro illustrato tutte «le criticità del contratto preliminare di vendita» sottoscritto dall’Ente con Kryalos Spa l’11 luglio del 2021, invitando l’amministrazione ad agire in autotutela con una revoca procedurale. Sollecitando le parti «a considerare lo scioglimento e l’inefficacia dello stesso che dovrà precedere ogni eventuale ulteriore accordo tra le parti».

Proprio in questa direzione era andato l’atto di giunta, pubblicato postumo nella sezione «Storico» dell’Albo pretorio dell’Ente, correlato del verbale di un incontro ECCOLO, CLICCA E LEGGI avvenuto tra le parti: il sindaco, il presidente della commissione Bilancio dell’epoca Giuliano Santoboni, il verbalizzante consigliere comunale Antonino Briganti, il dirigente dell’Urbanistica Cristina Zizzari e l’ex assessore Chiara Amati, il consigliere comunale del Pd Emanuele Di Silvio, la società Kryalos Sgr Spa con i rappresentanti della società Logicor Italia Srl, advisor del Fondo Mazer gestito da Kryalos stessa. Insomma, una bella riunione allargata, passata alla storia amministrativa come  un «tavolo di lavoro tenutosi sul contratto preliminare di compravendita rep.n. 20150, rogito n.12917» quella che ebbe luogo a Palazzo Comunale il 17 febbraio del 2022, tre mesi prima che la delibera poi «dimenticata», mettesse nero su bianco gli indirizzi (chiari) per gli uffici: procedere ad una revoca dell’intera procedura.

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Linee di indirizzo, però, rimaste disattese anche all’indomani dell’insediamento dell’amministrazione rosso-civica del sindaco Mauro Lombardo. Nonostante, sulla vicenda del preliminare inefficace di vendita del Macrolotto, non bastino le dita di due mani per contare gli incontri a raffica organizzati dal nuovo corso lombardiano. Spesso aperti a personaggi esterni all’amministrazione come l’ingegner Antonio Pasqualucci (padre della consigliera Rosaria), ad altri imprenditori; conclusi senza che gli uffici dell’Urbanistica producessero la conseguente «cancellazione» di quel preliminare di vendita, seguendo le indicazioni inequivocabili giunte (e sottoscritte in quel verbale) dall’avvocato/consulente (in quanto assistente al Rup-Responsabile del procedimento) Loredana Fiore. Nel corso dell’ultimo anno, non si sono tenuti nel giusto conto gli aggiornamenti di legge intervenuti con l’approvazione del PTPR (Piano territoriale paesaggistico regionale), che avrebbero reso incomplete e inefficaci le procedure delle varianti urbanistiche da sottoporre all’approvazione dal consiglio comunale sui terreni del Pip. Un pasticcio di cui si può prendere atto leggendo il «verbale», anch’esso «dimenticato», eloquente nelle parole usate dalla dirigente Zizzari. L’attuale giunta non ha mai revocato gli atti della precedente che restano, quindi, validi ed efficaci, mentre la questione del Macrolotto (e della sua dimissione) è ancora presente nelle carte che venerdì 14 luglio sbarcano in consiglio comunale sotto forma di una «Rimodulazione del Piano delle Dismissioni 2018-2026, ai sensi dell’articolo 243 bis, comma 8, lettera g) del Dlgs 18 agosto del 2000, n.267 e ss.mm.ii.» – ECCO L’ORDINE DEL GIORNO, CLICCA E LEGGI -, punto connesso e propedeutico all’approvazione del Bilancio di previsione 2023- 25, iscritto in discussione nella medesima seduta.

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E lì, nelle carte del Piano delle dismissioni, i contenuti della delibera Barbet e del verbale ad essa collegato, vengono incredibilmente sottaciuti (mai menzionati). Come se non fossero mai esistiti. Infatti, la proposta di delibera di consiglio comunale che sbarca in aula ECCOLA, CLICCA E LEGGI , riporta che «per i lotti identificati catastalmente alla sez. MAR foglio 12 particelle 454-426-53-461-462-463 sono presenti atti preliminari di compravendita che tuttavia attualmente risultano non perfezionati e per i quali è in corso una valutazione sulla loro validità ed efficacia». Lo stesso abbaglio lo prendono i revisori dei conti nel parere (positivo) che accompagna lo schema di delibera sulle dismissioni ECCOLO, CLICCA E LEGGI. Come è possibile sostenere che «quegli atti di compravendita non risultano perfezionati» perché «è in corso una valutazione sulla loro validità ed efficacia», quando è appurato e scritto che sono inefficaci?. Un «falso» che potrebbe compromettere la validità del Piano e di conseguenza dello stesso Bilancio. Qualcosa non torna. Ogni chiarimento è comunque rinviato a venerdì alle ore 9.00, quando si accenderanno i microfoni nell’aula consiliare.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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