GUIDONIA – La lista dei malpancisti sarebbe modesta, numericamente s’intende. Limitata ai ‘cerroniani’ di prima generazione, ovverosia i consiglieri comunali rimasti con la storica civica di sinistra «Guidonia Montecelio Domani». Che non avrebbero preso bene il risultato uscito dalla verifica di maggioranza: l’accettazione di Fratelli d’Italia in giunta, stavolta senza l’infingimento dell’assessore tecnico, come è stato finora, ma alla luce del sole. Ora, il passo in avanti potrebbe trovare soluzione nei prossimi giorni. D’altro canto, il patron del partito a Guidonia Montecelio, Adalberto Bertucci, procede come un caterpillar verso l’obiettivo: arrivare ad occupare più caselle possibili nell’esecutivo di Mauro Lombardo, pensando perfino alla presidenza del consiglio comunale per sé e portando in dote due voti  in più di Fratelli d’Italia in aula e, all’occorrenza, il terzo di Forza Italia con cui già esiste una sperimentata condivisione su un certo modo di fare ‘opposizione costruttiva’.

Dunque, la riunione/verifica andata in scena ieri, martedì 9 luglio, ha raggiunto il suo verdetto. Un sì generale a trovare ufficialmente un posto per Fratelli d’Italia nella maggioranza (e in giunta), seppur con qualche distinguo. I malciancismi dei consiglieri e assessori ‘cerroniani’, che hanno trovato voce nel corso dell’incontro. Qualcuno avrebbe parlato di ‘una svolta destinata a mettere la parola fine allo spirito civico con cui la colazione si era imposta nelle elezioni comunali di 2 anni fa’. Si tratta di versioni di come i fatti si sarebbero svolti nel corso della riunione, riportate da fonti attendibili con dovizia di particolari. Alla fine, però, tutti i protagonisti di questa crisi endemica, in atto al Comune di Guidonia Montecelio da due anni, avrebbero ceduto di fronte alla ineluttabilità della scelta. Nessuno vuole andare a casa anzitempo; nessuno vuole rischiare una fine anticipata della consiliatura, in quanto tutti incerti della rielezione. Così, messi davanti perfino alle minacciate dimissioni del sindaco in caso di «no» all’entrata di Fratelli d’Italia in maggioranza e in giunta, i consiglieri ormai diversamente civici, quelli originariamente vincitori delle elezioni, hanno dovuto abbassare la testa.

Cosa cambia

Il quadro che aveva determinato l’elezione a sindaco di Mauro Lombardo risulterà d’ora in avanti profondamente mutato. Anche se i rumors professionisti degli spifferi a palazzo, riportano di una indicazione comunque chiara, arrivata ai suoi dal capo dell’amministrazione nel corso della verifica di ieri: nessuna rivoluzione dell’esecutivo. Piuttosto un solo innesto, previsto in quota Fratelli d’Italia. Da settimane a circolare è il nome di Valentina Torresi, consigliere di FDI nel XIV Municipio romano, esperienze maturate come assessore al Comune di Guidonia Montecelio nel 2014 e in quello di Fiumicino fino a pochi mesi fa. Si tratterebbe di un ritorno, ma per andare ad occupare quale casella? Qui il ventaglio di possibilità si fa ampio. Alcune indiscrezioni la collocherebbero al posto di Valentina Rinaldi, attuale delegata al Bilancio, assessore tecnico di Fratelli d’Italia indicata da Bertucci nell’ultimo rimpasto di giunta, risalente al gennaio scorso; secondo altri sussurri e grida, Torresi potrebbe invece accomodarsi altrove, lasciando la Rinaldi dov’è e prendendo il posto a qualcun altro.

Gli assessori deboli

I più a rischio nel modificato assetto, trasformato da civico a politico, sono senza dubbio Paola De Dominicis e Claudio Zarro rispetto ad altri assessori espressioni di liste elettoralmente forti come, ad esempio, «Il Biplano» e «Città Nuova» che dovrebbero avere blindato ‘i loro’, rispettivamente Mario Proietti ai Lavori Pubblici e Andrea Mazza all’Ambiente. De Dominicis, lungamente vicina ai ‘cerroniani’ di «Guidonia Montecelio Domani», un passato a sinistra-sinistra con similitudini con la Cgil è oggi accreditata in quota sindaco. Solo una fedelissima di Lombardo, in quanto la sua lista «Civici» può contare in aula su un consigliere: l’ex dem Rocco Cisano. Poco per garantirsi (sulla carta) una permanenza nella futura nuova giunta. Al momento, Paola De Dominicis occupa la casella di Personale e Commercio ed è vicesindaco. Claudio Zarro, assessore alla Cultura e Pubblica istruzione è sicuramente sostenuto dal consigliere Christian Diano, che gli è subentrato in aula al momento delle dimissioni, ‘retto’ però soprattutto dal sindaco che lo volle fortemente in giunta nel Lombardo bis. Ma l’assessorato ‘di peso’, vero l’obiettivo di Adalberto Bertucci per accomodarci uno dei suoi, potrebbe essere l’Urbanistica. Nell’acceso dualismo persistente con ‘i cerroniani’, nell’ambito di una maggioranza più larga che mai, il capogruppo di FDI potrebbe puntare subito a ridimensionare la rappresentanza dei gruppi di riferimento dell’ex candidato sindaco, oggi dirigente Aldo Cerroni: quelli di Mauro De Santis e Francesca Valeri con «Guidonia Montecelio Domani» e di Mirko Sotorino con «ConSensoCivico». Tre consiglieri (appena) per ‘reggere’ due assessorati ‘di prima fascia’ come l’Urbanistica (con Paolo Ruggeri) e i Servizi sociali e il Piano di Zona (con Cristina Rossi) non s’ha più da fare. 

Le opposizioni stanno a guardare

In questo quadro ormai delineato di una nuova maggioranza, Forza Italia e la Lega occupano posizioni differenti ma al tempo stesso convergenti. Almeno in parte. Nel senso che il partito forzista, fuori dall’aula consiliare, rivendica posizioni politiche distanti dall’amministrazione Lombardo, come del resto fa il Carroccio di Alessandro Messa.  Tuttavia, in più di una occasione, il consigliere azzurro Alfonso Masini è andato in soccorso della maggioranza, sempre al fianco di Fratelli d’Italia, una volta tenendo il numero legale dell’assemblea, altre votando favorevolmente i provvedimenti. Un atteggiamento sgradito a quadri e dirigenti del partito locale, definito politicamente ambiguo e, di fatto, di desistenza verso la maggioranza. Masini ha più volte dichiarato a microfono la sua intenzione di votare le delibere «secondo coscienza», valutandone di volta in volta la portata e l’utilità, ufficializzando così una sorta di appoggio esterno alla maggioranza ora inclusiva di Fratelli d’Italia. Alessandro Messa continua con pervicacia e coerenza a collocarsi all’opposizione di Lombardo senza se né ma, come il Partito democratico che conta su tre consiglieri presenti, Emanuele Di Silvio, Rossella Nuzzo e Mario Lomuscio, su un quarto evanescente come Simone Guglielmo. Insieme, tentano di raggiungere, seduta dopo seduta, una comunione d’intenti per arrivare in aula con una posizione concordata tra le minoranze rimaste. In questo scenario, non sono poi da non sottovalutate le posizioni dei consiglieri politicamente borderline, che fanno fatica a riconoscersi nella maggioranza ma restano distanti dalle opposizioni.

I casi maggiormente evidenti sono quelli di Arianna Cacioni e Maurizio Remoli. La prima eletta con la lista «Città Nuova» a sostegno di Mauro Lombardo sindaco, è di recente diventata dirigente provinciale di Forza Italia, partito che a Guidonia starebbe all’opposizione. In rotta di collisione con la sua (ex?) maggioranza da tempo, resta in bilico nell’incertezza di cosa potrebbe accadere. Il secondo, eletto con la lista «Guidonia Montecelio Domani» da oltre un anno ha lasciato il gruppo d’origine per confluire nel misto, aderendo contestualmente al partito di Fratelli d’Italia. I malpancismi dei due vengono riportati analiticamente dagli spifferi di Palazzo Guidoni. Per entrambi, al momento, sembrerebbero esserci una permanenza nel limbo e una osservazione apparentemente passiva dei fatti. Le prove di una opposizione unitaria tra forze politicamente distanti? Forse rinviate a settembre.        

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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