GUIDONIA – Seicento cittadini hanno rischiato di dover rifare i documenti d’identità e cambiare le proprie credenziali ad esempio presso gli istituti di credito, le assicurazioni, sui contratti d’affitto e via discorrendo. L’ha detto il consigliere comunale del M5S Maurizio Celani motivando il suo «no» alla mozione che si riprometteva di cambiare il nome a via Enrico Cialdini, stradone di Villanova che corre in parallelo a via Maremmana e taglia via Cavour.

L’atto d’indirizzo è arrivato in aula martedì 26 aprile su iniziativa di Claudio Caruso di Liberi Uguali, un testo che inizialmente aveva incontrato il favore dello stesso Celani, tra i firmatari della proposta prima che il buon senso lo riportasse alla ragione. Alla fine la mozione è stata bocciata con il voto decisivo di gran parte della maggioranza stellata. Così, la commissione Toponomastica, non dovrà procedere con la presa d’atto di un provvedimento che, se portato avanti, avrebbe comportato per i 600 residenti di via Cialdini la possibilità di rifare i documenti di identità, comunque la necessita di comunicare il cambio di nome del proprio domicilio residenziale e fiscale, essenzialmente per scongiurare errori e fraintendimenti da parte di quella burocrazia italiana sempre troppo lenta a recepire aggiornamenti e variazioni dei dati che riguardano gli utenti (a Guidonia centro ne sanno qualcosa i residenti di via Chiorboli -già via Antonio Gramsci – o di via Elsa Morante all’Abuccione).

Ma come nasce l’idea di cambiare nome alla strada? Senza spingersi fino agli eccessi della cancel culture, diciamo che la colpa è del  revisionismo storico diventato una vera e propria mania per i 5Stelle al governo di Guidonia Montecelio. Dal dibattimento in aula è emerso che i movimentasti passano intere giornate a studiare su internet la storia dei personaggi famosi a cui sono intitolate strade e piazze della città, con l’obiettivo di trovare qualche magagna sopraggiunta nei curricula degli illustri intestatari. È stata questa pratica a portare Enrico Cialdini sotto i riflettori del revisionismo. Il generale e politico italiano è stato per decenni ritenuto un patriota del Risorgimento finché qualcuno non gli avrebbe attribuito «crimini di guerra» come è scritto nella lunga (fin troppo) introduzione alla mozione presentata da Caruso. Accertamenti postumi sulla condotta, rivalutata come tutt’altro che irreprensibile a seguito di un processo di revisione storica, avrebbero quindi spinto alcune amministrazioni comunali di importanti città italiane a cancellare l’eroe risorgimentale dalla toponomastica (l’esempio più noto è rappresentato da Napoli).

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Sulla destra, il consigliere Maurizio Celani

Sarebbe quindi una delle tante ricerche fatte in Rete dal presidente della omonima commissione consiliare Maurizio Celani ad aver portato alla lice anche a Guidonia Montecelio la vera storia di Enrico Cialdini. Motivo per cui se ne voleva cancellare l’esempio e la memoria. Solo che cambiare il nome a una strada o piazza non è semplice né facile, soprattutto non può diventare un’abitudine e Celani lo ha spiegato in consiglio, motivando il suo ripensamento e la decisione di ritirare il sostegno alla mozione. Chi invece ha preteso di sottoporre l’atto di indirizzo al voto dell’aula è stato Caruso. 

Va ricordato comunque che i Comuni non possono cambiare nome a una strada o piazza senza il beneplacito di più autorità, quali prefettura, ministeri dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Soprintendenza e comunque mai senza una specifica motivazione. Lo stabilisce la legge vigente in materia. Ma il vero paradosso è che si tratta di un decreto regio del 1923 che porta la firma di Vittorio Emanuele di Savoia e del capo del governo sua eccellenza Benito Mussolini. Il segno che l’ordinamento giuridico italiano avrebbe più di tutti bisogno di un processo di revisione storica. Tant’è

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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