Guidonia – Imu e cave, il balletto delle perizie: da cestinare quella del M5S costata 25mila euro, i civici ricominciano daccapo
GUIDONIA – Una perizia da cestinare insieme ai 25 mila euro che è costata in quanto «carente di istruttoria». L’amministrazione civica che da sette mesi guida il Comune di Guidonia Montecelio intende, invece, approfondire meglio la materia affidando un nuovo studio «a professionisti di altissimo profilo» per la ri-determinazione del valore venale delle aree fabbricabili ai fini del calcolo dell’Imu (Imposta municipale unica). Non è tanto una questione di prezzo, già calcolato nella perizia ormai carta straccia, ritenuto perfino congruo, quanto di metodo, chiariscono da Palazzo Guidoni. I criteri individuati per il calcolo risulterebbero non «sufficientemente approfonditi» nella parte riguardante le imposte da applicare alle zone industriali destinate alle attività estrattive e alla Buzzi Unicem. L’intento è quello di mettere al riparo la nuova stima da contenziosi futuri e l’amministrazione dalle critiche, le stesse che feroci arrivarono all’indirizzo dei 5Stelle quando nel 2020 provarono a rideterminare il valore delle aree fabbricabili, affidando la perizia a un professionista, l’ architetto Roberto Marongiu, pagando il lavoro 25mila euro (al lordo di Iva e contributi).
Se ne occupa l’Urbanistica
Su indicazione della giunta municipale (delibera 146 del 28-12-2022 ECCOLA CLICCA E LEGGI), del nuovo affidamento «a professionisti di altissimo livello» si occuperà l’Urbanistica comunale. Irritualmente, verrebbe da dire. In quanto la materia sarebbe di pertinenza specifica dei settori Cave (LL.PP) e Bilancio. È invece il dirigente della Torre Civica Cristina Zizzari a lavorare in questi giorni ad «una terna di soluzioni» all’interno della quale individuare la società leader nella stima dei valori immobiliari. Si cerca al nord Italia, raccontano gli spifferi di Palazzo. In Emilia Romagna, zona Bologna. L’importante è che sia affidabile e autorevole nell’approfondimento sulle aree in zona D di Piano regolatore, in particolare della sottozona D3, classificata come estrattiva. Perché, come è scritto nell’atto di giunta, «l’obiettivo prioritario dell’Ente è chiarire il quadro impositivo del settore estrattivo sotto il profilo della tassazione di competenza comunale. Anche al fine di deflazionare il contenzioso tra le imprese coinvolte e il Comune, storicamente determinato da provvedimenti in contrasto tra loro, indicanti valori differenziati a base della pretesa impositiva (deliberazione di consiglio comunale n. 23 del 16.5.2007 e delibera di Giunta comunale 174 del 10.9.2008».
La perizia Marongiu. Correva l’anno 2020
Nella doppia veste di architetto e presidente del consiglio comunale di Santa Marinella, il professionista-politico venne chiamato dall’ex amministrazione 5Stelle a dicembre del 2020. Degne di nota furono le motivazioni con cui venne individuato. Dettagliatamente riportate nella determina d’incarico, (la n. 245 del 17 dicembre CLICCA E LEGGI). Scelto in quanto in possesso di specifica formazione e competenza. Iscritto all’albo professionale e con un curriculum di tutto rispetto sulla conoscenza della materia: la ri-determinazione del valore delle aree fabbricabili comunali estesa alla cave. La questione dell’imposizione tributaria sulle aree estrattive è annosa. Con un contenzioso aperto da 17 anni (quando l’Imu si chiamava ancora Ici), passato da centinaia di ricorsi e molteplici sentenze della giustizia tributaria e civile. Il valore di quelle aree è agricolo o industriale? Per gli imprenditori sono zone fuori dal Piano regolatore, agricole e dunque soggette a relativa tassazione. Per il Comune, al contrario, sono industriali e devono pagare l’imposta piena calcolata in 54,75 euro a m/q. La stessa del Car (Centro agroalimentare) o del Centro commerciale tiburtino. Anche se, una volta ultimata l’attività di coltivazione e estrazione del Travertino Romano, per gli strumenti di destinazione urbanistica le aree torneranno agricole. Escluse da qualunque piano attuativo.
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I calcoli del politico-architetto
Roberto Marungiu aveva ri-dimensionato il valore venale delle aree estrattive al ribasso: troppi i 54,75 euro a m/q, equi i 26,69 indicati dalla perizia ora cestinata. Negli ultimi 17 anni la pretesa tributaria del Comune è stata eccessivamente onerosa: più del doppio. Lo hanno a lungo sostenuto gli imprenditori del settore, contestando gli importi richiesti dal concessionario della riscossione Tre Esse Italia in tutte le sedi della giustizia, tributaria, civile e amministrativa. Fino alla Cassazione che ha più volte dato loro ragione.
Senza effetti retroattivi
L’obiettivo della nuova perizia è «deflazionare il contenzioso» attraverso un approfondimento tecnico che arrivi ad una specifica e articolata determinazione del valori Imu per le zone classificate a destinazione estrattiva. È evidente che i nuovi calcoli non potranno essere applicati agli anni passati, potranno tuttavia indicare un valore su cui ragionare per risolvere il contenzioso pregresso. Il governo di Giorgia Meloni ha puntato alla rottamazione quater delle cartelle esattoriali, dando ai Comuni la possibilità di aderire. Le cartelle esattoriali emesse dai Comuni e affidate all’agente della riscossione fra il 2000 e il 30 giugno 2022 possono essere oggetto di rottamazione: in questo caso, il contribuente deve fare domanda entro il prossimo 30 aprile. Anche in questo caso, la norma prevede la possibilità di sanare la propria situazione pagando la somma inizialmente dovuta, senza interessi, sanzioni, interessi di mora né aggio.
Per sapere se le cartelle esattoriali, come ad esempio quelle Imu o Tari emesse fra il 2010 e il 2015, saranno rottamate almeno parzialmente, bisogna attendere il 31 gennaio. Entro questa data i Comuni che non intendono applicare lo stralcio devono emettere specifica delibera. In mancanza di delibera si applica lo stralcio di sanzioni e interessi. Cosa deciderà di fare il Comune di Guidonia Montecelio?
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